mercoledì 29 luglio 2020

La prete? In regola con le norme della lingua italiana


Svezia, per la prima volta più preti donne che uomini
Questo titolo di un giornale ci ha fatto riflettere sul femminile di prete.  Il Treccani e il GDU (De Mauro) lemmatizzano pretessa. Ma il suffisso "-essa" molto spesso ha "valore" spregiativo o ironico. Perché non lasciare il lemma  prete (maschile) facendolo precedere dall'articolo femminile? Non diciamo la giudice, la preside, la presidente, la vigile? La prete suona male? Basta farci l'orecchio. Abituiamoci, dunque, a dire e a scrivere "la prete Susanna Pinocchina" e "le preti Filomena Bastianini e Teresa Scacciavite sono state trasferite in un'altra comunità". "Sapere.it" (De Agostini) ci dà una mano: «Il nome prete, secondo le normali regole della lingua italiana, è maschile o femminile secondo se si riferisce a uomo o a donna: il prete, la prete. Alcuni però preferiscono utilizzare questo nome al maschile anche per una donna. Si tratta di una scelta che non ha basi linguistiche, ma sociologiche, e che comunque può creare, nel discorso, qualche problema per le concordanze».


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