martedì 23 giugno 2020

Sgroi - 69 - "Perdio!": una bufala? Ma nooo! Una bestemmia? ma no! Una interiezione! (o esclamazione!): ma sì!

 di Salvatore Claudio Sgroi

 1. L'evento
Nel corso della seduta in parlamento a Palazzo Madama di venerdì 19, per il voto di fiducia al decreto "Elezioni", la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, come comprovato dall'audio-video


ha detto quasi gridando rivolta ai parlamentari:

"In quest'aula non è possibile fotografare!. Lo dico continuamente!. Chi sta fotografando?". [Rivolta agli assistenti] "Glielo volete dire? 'SIETE QUA COME PUPAZZI O VOLETE PARLARE, PER DIO?'".

2. La notizia con commento del Fatto quotidiano
Il giorno dopo, sabato 20, il Fatto Quotidiano sbatte, come dire, il mostro in prima pagina:

(i) "La Casellati bestemmia in aula e tutti la coprono", con l'occhiello: "Fuori controllo. La presidente Furiosa coi commessi".

E nel sommario:
(ii) "[...] Lei sbotta contro i dipendenti con un'imprecazione infelice (poi tagliata dai resoconti e dalle agenzie)",

con a fianco la foto (su riportata) della Casellati rivolta agli assistenti.

 Chiude il tutto il rinvio all'art. di Ilaria Proietti, intitolato: (iii) "Bestemmie & Cazziatoni. È Casellati show al Senato!" (p. 6).

Qui la "bestemmia", annunciata in prima pagina e nel titolo, ritorna nell'articolo, configurandosi come il giudizio di valore attribuito nientepocodimenoché all'espressione /Perdio!/:

(iv) "A un certo punto le è sfuggita pure una bestemmia: 'Per Dio. Siete qua come pupazzi o volete parlare?'".

Nel titolo di un box sullo stesso quotidiano con accanto la foto (su riportata) della Casellati rivolta agli assistenti, la "bestemmia" è affiancata e declassata, come già in prima pagina, a "imprecazione" con l'espressione incriminata abbreviata in "per D." nella frase scorciata:

(v) "L'imprecazione 'Siete qui a fare i pupazzi, per D..?'".

E infine l'espressione "per Dio" appare integrale ancora nello stesso box, nel corpo della frase testualmente un pò variata:

(vi) "Poi sbotta con i commessi: "'Siete qui a fare i pupazzi o volete parlare, per Dio.?'". 

3. Il "fatto" la notizia ("Per Dio!") vs il "commento" ("una bestemmia"): una fake news
Vari quotidiani in rete hanno ripreso la "notizia" riportata dal Fatto Quotidiano (l'espressione cioè Per Dio! in bocca alla Casellati), criticandone il "commento" (che si tratti cioè di una "bestemmia"), che viene giudicato "una bufala". Ma non sempre "il fatto" (la notizia) è stato distinto chiaramente dal giudizio di valore, dal "commento" cioè sul fatto.
Così per es. (i) nel "Secolo d'Italia", direttore Francesco Storace, l'art. di Adele Sirocchi recita: "Casellati e la bestemmia al Senato, una bufala rilanciata dal Fatto di Travaglio in prima pagina"; "quella della bestemmia è una bufala bella e buona"; "Quale bestemmia?" solo "un’esclamazione di rabbia, uno sfogo"; c'è "differenza tra un’imprecazione e una bestemmia"!.
Così (ii) "Libero": "La Casellati bestemmia in Aula e tutti la coprono"; "Questo il titolo in prima pagina del Fatto Quotidiano che [...] si è prestato a una clamorosa bufala".
E ancora (iii) Lucia Gallo (per ith24) ha scritto, calcando a dir poco la mano:
"Marco Travaglio, al Fatto Quotidiano sono a corto di idee, si inventano la bestemmia della Casellati al Senato!"; "quella della bestemmia è una bufala ad arte. Forse per far comprare qualche copia in più".

4. Perdio! una interiezione!
Ora, a parte la distinzione tra "fatto" e "commento" (sul fatto), è chiaro che l'espressione "Per Dio!" o univerbata "Perdio!" non può essere ritenuta una "bestemmia".
Come chiarisce, tra gli altri, il Dizionario di T. De Mauro, che lemmatizza perdio, si tratta di una "interiezione" (o "esclamazione"), risalente al '300, con due significati:
1. voce "CO(mune)", nota a diplomati e laureati, che "esprime disappunto, impazienza o meraviglia", chiarita con l'es. smettila, perdio! (e "s.m.inv.: lasciarsi scappare un perdio").
Ma è anche 2. voce "LE(tteraria)", che "esprime un'invocazione, una richiesta, una supplica, ecc.", con l'es. "perdio, questo la mente | talor vi mova (Petrarca)".
Ora, se non vogliamo proprio dire che la Casellati ha usato un'espressione letteraria e poetica, si può anche ritenere l'espressione poco adatta in quel contesto istituzionale, rivolta quasi privatamente agli assistenti, ma non certamente una "bestemmia" (o letterariamente una "blasfemia").





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