giovedì 4 giugno 2020

Covidico o covidotico? (2)


Secondo  l'autorevole Treccani  il neologismo "covidotico", proposto da questo portale, potrebbe essere accettabile.
La pandemia che ha colpito il Paese ha creato un problema al nostro lessico: come si chiama colui che è affetto dal covid? Ci sembra che non esista un termine che faccia alla bisogna. Si potrebbe chiamare "covidoso" ma il vocabolo, esistente, ha tutt'altro significato (bramoso e simili). Alcuni organi di stampa hanno coniato "covidico", composto con "covid" e il suffisso "-ico". Tale suffisso, però, non ci sembra appropriato perché è atto a indicare "appartenenza", "modo" (atmosferico, balcanico, filosofico, biologico ecc.). A nostro modo di vedere si potrebbe chiamare "covidotico" per analogia con "tubercolotico", "cirrotico", "scoliotico" e simili. Anche se, per la verità, il suffisso "-otico" indica, perlopiú, aggettivi derivati da sostantivi in "-osi": psicotico, nevrotico, ecc.

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A rigor di logica strutturale e storica, quanto scrive il nostro colto lettore è impeccabile, perplessità incluse. Covidico, in effetti, si trova qua e là nei media come neocreato aggettivo di relazione nell’accezione di ‘relativo alla Covid-19’. Compare anche sostantivato nel titolo di un articolo dello scrittore e performer Stefano Massini che suscitò attenzione qualche tempo fa: Covidico. La nuova era dell'umanità (“La repubblica”, 20 aprile 2020); anche se, a dire il vero, si trattò della coniazione di un abile e anonimo titolista, perché in tutto l’articolo Massini scrive di ciò che viene prima dell’era intestata alla Covid-19, definendolo (sia come aggettivo, sia come sostantivato) precovidico
Covidotico sembra semplicemente un po’ scomodo da pensare. Mentre covidico potrebbe avere dalla sua l’assonanza con rachitico, in cui la terminazione, in realtà, fa corpo con la parola, che è un cultismo, in particolare un grecismo settecentesco, da rhachítēs, aggettivo di relazione di rháchis ‘spina dorsale’. Potremmo pensare anche a bulimico, anoressico: in questo caso la serie in -ico, con motivazioni etimologiche certamente non coerenti rispetto a quella che bisognerebbe supporre per covidico (< *covidìa), esprime però una possibilità più semplice di accoglienza dell’eventuale neologismo covidico, per semplice analogia: analogia, la grande macchina livellatrice che agisce spesso come una forza creatrice all’interno del sistema lingua, impipandosene delle costruzioni logiche dei grammatici.

 


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