lunedì 1 giugno 2020

La morte dell'articolo «il»

Dal prof. Aldo Onorati riceviamo e pubblichiamo

Sono anni che noto quanto segue: in tv, i giornalisti che leggono le notizie al telegiornale, tutti o quasi ignorano l'articolo determinativo maschile singolare "il". 
   Va bene che ci troviamo in piena civiltà femminista, che volge al femminile assessore in assessora e sindaco in sindaca, creando qualche cacofonia e violando la grammatica italiana, ma cancellare l'articolo "il" mi sembra eccessivo. Infatti, non si dice più "il tavolo", ma "la tavolo"; non più "il bicchiere", ma "la bicchiere" (quando va bene "illa bicchiere"). Ponete attenzione e mi darete ragione (chiedo scusa per la rima involontaria). È come un vezzo contagioso. 
   Un amico, infettato da questa specie di virus vocale, l'altro giorno ha detto "la problema". Ripeto: quando tutto corre liscio, sentiamo "illa problema". L'ascoltatore si bea al suono di frasi come la seguente: "La fatto ha cambiato la corso della evento". Non mi meraviglio più quando qualcuno proferisce: "Io ho andato". 
   In Italia si parlano tre lingue: inglese, napoletano (i film in quel dialetto hanno la traduzione scritta alla base dello schermo come fosse una parlata straniera) e l'italiano senza l'articolo "il" (per non citare la fine assoluta del congiuntivo e della "consecutio temporum"). Tant'è. 
   Sia lodato chi, come Fausto Raso, difende l'idioma più bello e cantabile del mondo (anche se si tratta di una battaglia con esiti incerti...). 









Nessun commento: