venerdì 12 giugno 2020

Sgroi - 68 - "Avido lettore": anglicismo? Ma no: franco-latinismo!


di Salvatore Claudio Sgroi

1. Correttezza normativa del sintagma avido lettore e lettore avido
Nel precedente intervento dell'8 giugno "Avido lettore: corretto o non corretto? Anglicismo o no?" ci siamo soffermati, in seguito all'intervento di Luca Passani del 7 giugno I vocabolari che lavoro fanno?, sulla correttezza normativa del sintagma in questione e della variante lettore avido, latitanti nella corrente lessicografia (anche nel pur grande LEI "Lessico Etimologico Italiano") con qualche eccezione (per es. nel Dizionario bilingue Ingl.-ital. Ital.-ingl. del Ragazzini) e presenti casualmente, si potrebbe dire, nel metalinguaggio del Battaglia 1966, 1972, 1984 e del Tommaseo-Bellini 1869, ma attestati nell'uso di parlanti segnalati in Google da L. Passani, a parte il non comune leggitore avido del Tommaseo-Bellini 1869.

2. Vitalità di avido lettore nel Settecento e nell'Ottocento
Un attento amico ci ha fatto osservare di aver trovato di avido lettore "in Google Libri qualche esempio degli anni 1805-1808. Uno risale[nte] addirittura al 1728!".
E un altro amico ci ha rinviato a  un es. del 1859 in Luigi della Noce - Federico Torre, Nuovo Vocabolario italiano-latino compilato ad uso delle scuole, Torino, Tip. Favale e Comp.: "Divoratore di libri, Avido lettore: librorum heluo" (p. 730) ("nuova ed. stereotipata diligentemente riveduta e corretta", Torino 1875, p. 219).
In effetti, un'attenta, paziente "compulsazione" di Google Book ricerca avanzata ha consentito di 'pescare' l'es. del 1728:

(i) Giuseppe Buonamici 1728 : "tal Maniera rende più attento e sospeso l'avido lettore alle cose narrate" (Lettera critica del sig. Buonamici sulle osservazioni aggiunte all'edizione del Decamerone del Boccaccio fatta in Londra nel MDCCXXV, Parigi, 1728 p. 57).

E poi un altro della seconda metà del Settecento:

(ii) 1763/1792: "Ma quando darà ella in luce la ultima parte della sua storia, perchè io possa subito commetterla? Sia sicuro, che non avrà lettore più avido e più ghiotto di me" (Lettera, Pisa 16 dicembre 1763, in Opere del conte Algarotti edizione novissima, in Venezia, Carlo Palese, 1792, t. X, parte II, p. 192).

Quanto alla documentazione ottocentesca non meno di una dozzina sono gli ess. reperibili al riguardo, equamente ripartiti nella prima e seconda metà dell''800:

(i) 1808: "molto meno l'avido lettore potrà dispensarsi dallo scorrere l'altra lettera [...]" (Giornale pisano di letteratura scienze ed arti, Pisa, t. IX, p. 262).
(ii) can. Domenico Moreni 1822: "[...] tutto ciò, che l'avido lettore bramerebbe di sapere, lo spera inutilmente" (Prefazione, in Del viaggio in Terra Santa fatto e descritto da ser Mariano da Siena nel secolo XV. Codice inedito, Firenze, Magheri, p. xxxix).
(iii) a.m. Giuseppe Milner 1828: "Ho posto sott'occhio dell'avido lettore alcune interessanti particolarità della vita privata di Lutero prima, che assumesse quel pubblico carattere, che rese il suo nome immortale" (Cenni sui primordj della riforma, nata ai giorni di Martino Lutero, nel principio del secolo decimo sesto, Malta, pp. 29-30).
(iv) Tullio Dandolo 1832: "[...] fa sì che in legger questo libro scarso diletto sen tragga , scarsa istruzione , e molto rimangasi da desiderare, all'avido lettore" (Prospetto della Svizzera, Milano, p. I, pp. 61-62).
(v) Michele Agazzini 1835: "Alla vista di questo titolo l'avido lettore si pone tosto a rintracciare la storia della scienza sino al tempo di Gioja, e la condizione in cui era sino a quell'epoca" (Illustrazione del principio della nuova teorica de' valori, Milano, p. 36).
(vi) Gli Editori 1836: "II conte Tullio Dandolo, dopo avere [...] offerto all'avido lettore quanto presentava di rimarchevole per la storia, le leggi, i costumi, le situazioni quel pittoresco paese [...], si volge ora alla Svizzera orientale" (Ricoglitore italiano e straniero, Milano, p. 547, n.).

Nella Seconda metà dell''800 altri 6 ess.:

(vii) Guglielmo Thackeray 1868: "se v'ha difetto nelle sue scritture, è a quando a quando una certa trascuranza nel dettato, che si nasconde all'avido lettore, ma offende chi ben guarda ed analizza" (Il romanziere contemporaneo illustrato, 5 marzo, p. 55).
(viii) Giuseppe Tramonte 1880: "L'Americano è il più avido lettore del mondo, egli pensa più ai libri e ai giornali che a mangiare, e divora gli uni e gli altri col migliore appetito" (Le biblioteche popolari, Milano, Treves, p. 21).
(ix) 1887: "altrove egli stesso si confessa avido lettore e uditore di quella larga produzione epico- cavalleresca che dalla Toscana si diffondeva per l' Italia" (Cantari sulla guerra aquilana di Braccio, Roma, p. 4).
(x) Adolf Gaspary 1891: " [...] scrittori, che erano ammirati, idolatrati senza essere ancora conosciuti, si presentavano uno dopo l'altro all'avido lettore [...]" (Storia della letteratura Italiana, trad. dal ted., Loescher, p. 165).
(xi) 1897: "il Sacchi fu avido lettore dei libri e delle opere che si pubblicavano dai viaggiatori" (Atti della Società ligustica di scienze naturali e geografiche, Tip. di A. Ciminago, p. 156).
(xii) 1898: "La dolorosa e commovente istoria del bolognese Gaspare Bicci passa vertiginosamente sotto gli occhi dell'avido lettore" (Rivista d'Italia, vol. 2 p. 805).

2.1. Vitalità di avido leggitore nel Settecento e nell'Ottocento
Un'analoga ricerca condotta per la variante, oggi arcaica, di leggitore avido di 'desideroso di', ha consentito di attestare almeno 4 ess. già nel Settecento:

(i) Daniello Concina (O.P.) 1743: "Replicherà il Leggitore, avido di una più precisa istruzione, che bramerebbe di sapere in particolare, quali sieno cotesti libri pericolosi da evitarsi" (Della storia del probabilismo, e del rigorismo, Lucca, t. I, p. 603).
(ii) Vettor Sandi 1756: "onde leggitore avido di ulteriori nozioni [...] non ci accusi di mancanze" (Principj di storia civile della repubblica di Venezia, Venezia, vol. 2, pp. 918-19).
(iii) Anonimo 1780: "il leggitore, avido prima di leggerti, stufo quindi dalla lettura, fastidioso ti abbandonerà" (Traduzione in prosa delle lettere, ed arte poetica di Orazio, Napoli, p. 86).
(iv) Jean Levesque de Burigny, ‎Mariano Scasso Borrello 1794: "Il Leggitore avido d'innoltrarsi al di là delle Storiche cognizioni sdegnar non dee ch'io trascorra qui per alquante cose interessanti il Fisico, e segnatamente il Meteorologista" (Continuazione della Storia generale di Sicilia, Palermo, t. 6, p. 84).

E almeno uno dell'800, oltre quello su ricordato del Tommaseo-Bellini (1869):

(v) cav. Angelo Maria Ricci 1819, 1828: "L'eccesso in questo genere rende snervato il discorso [...], e stanca il leggitore avido, più di cose che di parole [...]" (Della vulgare eloquenza libri due, Napoli 1819, p. 62; ried. Rieti, 1828, t. 1, p. 131).

3. Vitalità di ingl. avid reader
Nel nostro precedente intervento dell'8 giugno avevamo indicato non meno di 7 ess. del sintagma avid reader, ben documentato nella lessicografia contemporanea soprattutto americana (Webster 19613 e Merriam-Webster 200311, e anche nel Collins Dictionary of the English language, ed. L. Urdang, London-Glasgow 1979, ried. 1982), riconducibili alla seconda metà dell'800: "an avid reader of newspapers" (1860), "an avid reader of books" (1872), "an avid reader of the Latin classics" (1890), "an avid reader of history and poetry" (1893), "an avid reader of murders and crimes of all sorts" (1895), "an avid reader" (1898), "the most avid reader of psychological romans" (1892), lasciando da parte un es. probabilmente di fine '700:

1786: "There was at least one avid reader of The Female Wits" (Henry Headley [1765-1786], Poems, William Andrews Clark Memorial Library, University of California, 1786, Edizioni 121-124, p. xv).

Alla luce però delle attestazioni italiane di lettore avido, su indicate già nel '700 (1728, 1763) e poi nell'800 (1808, 1822, 1828, 1832, 1835, 1836, 1859; e ancora: 1868, 1880, 1887, 1891, 1897, 1898), il calco semantico-strutturale sull'inglese in prima istanza è invero da derubricare con Yakov Malkiel a livello di "appui" o "rinforzo", in considerazione della particolare frequenza dell'ingl. avid reader testimoniata dalla lessicografia contemporanea (Webster 19613, Merriam-Webster 200311 e nel Collins 1979).

4. Vitalità di fr. lecteur avide
Tenendo poi presente che l'ingl. avid è un franco-latinismo risalente al 1769 (ricordato nell'OED 1982 e on line, nonché nel Merriam-Webster 200311), è più che opportuno verificare nel francese l'esistenza e la vitalità del fr. lecteur avide, possibile antecedente dell'it. avido lettore / lettore avido (1728, 1763).

4.1. Vitalità di fr. lecteur avide nel Seicento
Sulla scorta di Google libri ricerca avanzata in francese, il sintagma lecteur avide è in effetti documentato già nel '600:
(i) Anonimo 1675: "Nous n'avons pas besoin d'un lecteur trop avide, // Nous le voulons nourrir sans le repaistre à vuide" (Les 15 livres de Marcial. Trad. en vers avec remarques et tables necessaires, Paris, Iacques Langlois fils, Quatrième Edition, livre X, 59, p. 387). 
Il testo latino dell'epigramma di Marziale, alla base della versione poetica francese, è, come abbiamo potuto verificare, il seguente:
"Non opus est nobis nimium lectore guloso;
Hunc volo, non fiat qui sine pane satur".

Anche se in latino avidus può significare 'appassionato' (così per es. nel Campanini e Carboni 1993 con rinvio a Orazio e altri) qui non appare lectore avido.
L'es. non è peraltro isolato, essendo affiancato da uno successivo:

(ii) Hilaire-Bernard de Longepierre 1687: "Mais cependant, nous dit-on, ce Platon est ennuyeux, & le lecteur le plus avide a peine à en lire un Dialogue entier, quelque belle qu'en soit la traduction" (Discours sur les anciens, Paris, p. 51).

4.2. Vitalità di fr. lecteur avide nel Settecento
La vitalità del sintagma lecteur avide continua ancora nel corso di tutto il '700:

 (iii) Anthelme de Tricaud, ‎Alexis Gaudin 1706: "tout y est enfin dans un ordre agreable pour un Lecteur avide, & utile pour un Sçavant" (Remarques critiques sur la nouvelle édition du dictionnaire historique de Morery, Donnée en 1704, Paris, Preface, ã ij).
(iv) M. Pierre Bayle 17304: "tout y est enfin dans un ordre agreable pour un Lecteur avide, & utile pour un Sçavant" (Dictionaire historique et critique, Amsterdam-Leide, IV ed., t. IV p. 675).
Tendendo conto con Wikipedia delle varie edd. del Dictionnaire historique di M. Pierre Bayle, l'attestazione qui riportata del 1730, potrebbe anche essere anticipata al 1697: Dictionaire historique et critique de Pierre Bayle, première édition, Rotterdam, chez Reinier Leers, quatre parties en 2 volumes, in-folio; 1702 seconde édition, Rotterdam, chez Reinier Leers, trois volumes in-folio; 1715 troisième édition, Rotterdam (Geneva, Fabri et Barrillot), trois volumes in-folio (première édition pirate); 1720 quatrième (ou troisième) édition, ou édition Marchand, Rotterdam, chez Michel Bohm; quatre volumes in-folio; 1730 cinquième (ou quatrième) édition, Amsterdam, chez P. Brunel, et al; quatre volumes in-folio, le successive risalendo al 1734, 1738, 1740, 1741, 1767, 1801-1804, 1820, 1830, 2015.
(v) 1737: "Mais plus ces beautés sont exquises dans le détail pour des yeux éclairés, plus elles perdroient dans un exposé trop général, qui ne peut ni amuser, ni instruire un Lecteur avide & paresseux" (Mémoires pour l'histoire des sciences et des beaux-arts, avril 1737, Paris, p. 795).

Sintagma "avide de + V/N":
(vi) M.I.G.D.C. 1730: "Un Lecteur, avide de conaitre la vérité , exige dans les faits douteus toutes les preuves alléguées de part & d'autre" (Abrégé Cronologique De L'Histoire D'Angleterre, Amsterdam, t. XVI, p. 359).
(vii) 1734: "choses qui interessent fort peu le Lecteur avide d'être au fait" (Mercure de France, p. 834).
(viii) 1737: "nous aurons assez fait si nous réussissons à piquer la curiosité d'un Lecteur avide de belles Connoissances" (Bibliothèque françoise, ou histoire littéraire de la France, Amsterdam, t. XXV, premiere partie, p. 198).

Nella seconda metà del Settecento:
(ix) 1764: "trouver dans leur propre fonds ce qu'un Lecteur avide ne rencontre qu'avec beaucoup de temps dans un fonds étranger" (L'Année littéraire, p. 74).
(x) 1766: "Les événemens sont peut-être trop précipités, mais le lecteur avide ne regardera pas cette rapidité comme un défaut" (Mercure de France, p. 87).
 (xi) Antoine Sabatier de Castres 1772: "aux yeux d'un Lecteur avide & éclairé" (Les trois siècles de la littérature françoise, La Haye, t. 2, p. 85).
 (xii) Nicolas-Edme Rétif de La Bretonne 1785: "Quel est en effet le Lecteur avide, qui ne tressaille-pas de plaisir à la vue de cette inmense Colleccion de Contes qu'il a donnés au Publiq,[...]!" (Les contemporaines graduées, Leïpsick-Paris).
(xiii) 1787: "& dès-lors la notion du bonheur se perd sans ressource chez le lecteur avide & servile" (L'Esprit des Journaux, François et Étrangers, février 1787, t. II, p. 259).

Sintagma "avide de + V/N":
(xiv) Denis Diderot, ‎D'Alembert 1757: "‎Mais le lecteur avide d'autres détails, peut consulter le traité des fourmis de M. Gould, Lond 1747, in-8°" (‎Encyclopédie, ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers, Paris, t. VII, p. 229).
(xv) 1761: "On peut renvoyer un Lecteur, avide d'en savoir d'avantage sur cette matière, à ce qu'en dit le celèbre Gundling [...]" (Idée d'un Bon Gouvernement, t. II, Politicopolis, p. 118).
(xvi) 1772: "fixer l'attention d'un lecteur avide d'actions d'éclat" (Mercure de France, p. 98).
(xviii) 1798: "On a cru que [...] c'étoit un moyen de répondre à l'impatience du lecteur avide de connoître la foule de nouveautés qui se succèdent" (Nouvelle bibliothèque des romans, Maradan, p. iv).

4.3. Vitalità di fr. lecteur avide nel ‘700-‘800-‘900 in BnF Gallica
Con la Bibliothèque Nationale Française GALLICA si potrebbe ulteriormente arricchire la esemplificazione sette-otto-novecentesca del sintagma lecteur avidema per brevità ci fermiamo qui, lasciando al lettore paziente l’ulteriore ricerca.

         5. Lat. avidus lector (IX sec.)
Mentre l'it. avido è un latinismo (< lat. avidus) databile av. 1348 G. Villani (DELI), non diversamente dal fr. avide, anch'esso latinismo, più tardo 1470 fig. (Trésor de la langue française), c'è ancora da chiedersi se in latino non esisteva/esistesse il sintagma avidus lector, assente peraltro nel Forcellini e nel Du Cange. In effetti il Mittellateinisches Wörterbuch di Otto Prinz - Johannes Schneider (Band I A-B, München, C.H. Beck 1967) alla voce avidus nell'accezione "2 latius: a studiosus, curiosus", registra (p. 1233, rr. 18, 20-21) un significativo es. di Rabano Mauro: Hraban.[us Maurus abbas Fuldensis (†a. 856)] nelle "epist.[olae (ca. a. 814-856)] 20 p. 426, 114": "[avid]-o lectori" (28 p. 443,7)".

6. Conclusione
Alla luce di quanto sopra, in italiano il settecentesco sintagma avido lettore (1728, 1763) si configura alla fine come franco-latinismo, in quanto calco semantico sul secentesco fr. lecteur avide (1675, 1678), a sua volta modellato sul lat. medievale avidus lector (sec. IX), mentre il franco-latinismo ingl. avid reader (1786?, 1860-1892) ha agito come "rinforzo" o "appui" sulla frequenza del sintagma italiano.

Sommario
1. Correttezza normativa del sintagma avido lettore e lettore avido
2. Vitalità di avido lettore nel Settecento e nell'Ottocento
2.1. Vitalità di avido leggitore nel Settecento e nell'Ottocento
3. Vitalità di ingl. avid reader (1786?, 1860-1892)
4. Vitalità di fr. lecteur avide
4.1. Vitalità di fr. lecteur avide nel Seicento
4.2. Vitalità di fr. lecteur avide nel Settecento
4.3. Vitalità di fr. lecteur avide nel '700-'800-'900 in BnF Gallica
5. Lat. avidus lector (IX sec.)
6. Conclusione





1 commento:

Luca ha detto...


Cosa dire? L'investigatore Sherlock Sgroi ha brillantemente risolto un caso per nulla elementare, Watson.

La mia curiosità è ora sodisfatta. Adesso so da dove viene "avido lettore" e so anche che, nonostante le apprenze, non nasce come inglesismo (il che dovrebbe fare molto piacere a quelli che mostrano animosità verso le influenze della lingua di Shakespeare).

Grazie Professore.

Luca Passani