Onciale ─ fu denominata cosí una scrittura antica, con caratteri tutti maiuscoli, per epitaffi e manoscritti le cui lettere avevano la dimensione di un'oncia, vale a dire della dodicesima parte di un piede. Viene dal tardo latino "uncialis", tratto, a sua volta, dal greco "ònkos", massa, peso.
Oniromanzia ─ "arte" di predire, di indovinare il futuro attraverso l'interpretazione dei sogni. Voce di origine greca: "òneiron", sogno e "manteìa", divinazione.
Opoterapia ─ dal greco "opòs", succo e "therapeìa", cura. Metodo terapico per mezzo di succhi estratti da ghiandole di animali per combattere fenomeni patologici causati dall'assenza, dall'insufficienza o dall'alterazione degli organi umani corrispondenti.
Palischermo ─ piccola imbarcazione a remi di supporto a un'imbarcazione piú grande. Dal greco "periskàlmos", da "perì", intorno e "skàlmos", scalmo.
Poliandria ─ dal greco "polys", molto e "andròs", uomo. Di donna che vive matrimonialmente con piú uomini.
Propugnacolo ─ cosí si chiama qualunque opera di difesa: bastione, riparo, fortezza. Dal latino "propugnaculu(m)", da "pro", in favore, per e "pugnare", combattere.
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La parola proposta da questo portale: magnalmo. Aggettivo sinonimo di magnanimo. Voce aulica di origine latina. Se non cadiamo in errore è a lemma solo nel vocabolario del Palazzi.
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Salvamuro, si pluralizza?
Ancora un sostantivo sul cui plurale i vocabolari sono discordi. Alcuni lo ritengono invariabile, altri no. A nostro modesto avviso si pluralizza normalmente: il salvamuro/i salvamuri. Questo sostantivo, con il quale si indica un listello di qualunque materiale che si applica sul muro all'altezza del pavimento a mo' di protezione, è sinonimo di battiscopa. Mentre quest'ultimo è invariabile perché è un nome composto di un verbo (battere) e di un sostantivo femminile singolare (scopa), salvamuro si pluralizza perché è formato con un verbo e un sostantivo maschile singolare e i nomi cosí composti ─ secondo la "legge" grammaticale ─ prendono la regolare desinenza del plurale.
1 commento:
È vero: "magnalmo" non si trova nei dizionari correnti dell'uso, neppure nel Treccani. C'è però nel Tommaseo, nel Vocabolario degli Accademici della Crusca (4° edizione, 1729-1738) e nel Battaglia-Barberi Squarotti. Riporto da quest'ultimo:
Magnalmo (magnialmo), agg. Letter. Che si distingue per coraggio, lealtà, generosità; magnanimo, nobile, generoso, intrepido. Cantari, 308: Ancor sendo piccino, / usando assai colle armigere squadre, / venne magnalmo, grato e peregrino, / non solamente in Sicilia mostrando / la fama sua, ma per tutto volando. Pulci, 14-89: Io ti vorrei poter donare il sole, / e non sare’ bastante a tanto amico: / il tuo cor generoso, come suole, / si mostra pur magnalmo al modo antico. Boiardi, 26: Duca magnalmo, io ho spegnato il core / e il proprio spirto a chi mi tien ristretto. B. Giambullari, II-538: Il cuor generoso è sempre suto / magnialmo, grato al numerar cortese. Niccolò da Correggio, 1-222: Se sgombrate avran le subite ire / tuo cor magnalmo e non vendicativo, / caro m’avrai (con tal speranza vivo), se ’l senso a la ragion vorà ubidire. Nini, 449: Né ci nuoca, o magnalmo Imperatore, / se contra noi già fusse decretato: / ché il rimutarsi è molto più onore / che in un pensier sempre essere ostinato.- Sostant. Cantari cavallereschi, 60: L’imperatore... donava a questo e quello / con bone orazioni e santi salmi, / esempio, specchio e luce de’ magnalmi. 2. Nobile, magnifico. A. Caracciolo, 11 : Per segno dii vero apri la palma / to questi duo anelli e sta catena, / ch’io ne fo un don a sua beltà magnalma.
= Formaz. dotta, comp. dal lat. magna, femm. di magnus ‘grande’ e al[i]ma, forma dissimilata di anima ‘anima’; cfr. Alma e Magnanimo.
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