«Chiude il reparto covid del pronto soccorso dell'ospedale
di ***». Quando sulla stampa leggiamo titoli del genere il nostro cuore si
riempie di gioia perché ciò lascia sperare che ci stiamo avvicinando alla fine
della pandemia.
Titoli del genere ci hanno anche fatto riflettere sul fatto che
─ in lingua ─ non esiste un termine atto
a indicare questo tipo di reparto come, per esempio, reparto ortopedico,
reparto chirurgico, reparto urologico ecc.
Proponiamo, quindi, "reparto covideo", anche se già sentiamo i
dolori lancinanti provocati dagli strali che ci arriveranno dai linguisti
"benpensanti". Ma a nostro modo di vedere il neologismo proposto ha
tutte le carte in regola per entrare in pompa magna nel nostro lessico.
Il
suffisso "-eo", come possiamo leggere nel De Mauro «è presente in parole di
origine latina e greca, e forma produttivamente aggettivi e sostantivi
denominali che indicano appartenenza, relazione con il sostantivo di base:
faringeo, giudeo, giustinianeo, laringeo, mitteleuropeo».
Il reparto
covideo, per tanto, non può essere un reparto che ha relazione con il covid?
Invitiamo i lessicografi a farci un pensierino...
***
La lingua "biforcuta" della stampa
Vicino corso Vittorio. Sembra che le due giovani siano state
investite mentre attraversavano con il rosso sulle strisce
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Correttamente: vicino
a corso Vittorio. Crusca: «[...] Quel
che è certo è che non si può usare il solo vicino con funzione di
locuzione preposizionale: sono da evitare, benché alquanto diffusi persino nei
giornali, vicino Roma, vicino casa (recte: «vicino a
Roma», «vicino a casa»).»
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