venerdì 19 giugno 2020

"Reparto covideo"


«Chiude il reparto covid del pronto soccorso dell'ospedale di ***». Quando sulla stampa leggiamo titoli del genere il nostro cuore si riempie di gioia perché ciò lascia sperare che ci stiamo avvicinando alla fine della pandemia.
   Titoli del genere ci hanno anche fatto riflettere sul fatto che ─ in lingua ─  non esiste un termine atto a indicare questo tipo di reparto come, per esempio, reparto ortopedico, reparto chirurgico, reparto urologico ecc. 
   Proponiamo, quindi, "reparto covideo", anche se già sentiamo i dolori lancinanti provocati dagli strali che ci arriveranno dai linguisti "benpensanti". Ma a nostro modo di vedere il neologismo proposto ha tutte le carte in regola per entrare in pompa magna nel nostro lessico. 
   Il suffisso "-eo", come possiamo leggere nel  De Mauro «è presente in parole di origine latina e greca, e forma produttivamente aggettivi e sostantivi denominali che indicano appartenenza, relazione con il sostantivo di base: faringeo, giudeo, giustinianeo, laringeo, mitteleuropeo».
    Il reparto covideo, per tanto, non può essere un reparto che ha relazione con il covid? Invitiamo i lessicografi a farci un pensierino...

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La lingua "biforcuta" della stampa
Vicino corso Vittorio. Sembra che le due giovani siano state investite mentre attraversavano con il rosso sulle strisce
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Correttamente: vicino a corso Vittorio. Crusca: «[...] Quel che è certo è che non si può usare il solo vicino con funzione di locuzione preposizionale: sono da evitare, benché alquanto diffusi persino nei giornali, vicino Roma, vicino casa (recte: «vicino a Roma», «vicino a casa»).»


 


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