Nella bassa latinità il verbo suddetto acquisì anche il significato di ingannare e lo testimonia la locuzione, nata più tardi (con la lingua volgare), sorprendere la buona fede di qualcuno, vale a dire ingannarlo.
Non tutti conoscono, invece, l’uso corretto del verbo — ed è lo scopo che si prefiggono queste modeste noterelle — in quanto molto spesso viene adoperato a pera. Per non essere tacciati di presunzione linguistica diamo la parola al glottologo Leo Pestelli, molto più autorevole del titolare di questo portale.
«Un grosso gruppo verbale oggi molto usato, ma non sempre correttamente, è sorprendere, sorprendente, sorpresa. L’idea sostanziale di sorprendere (voce che la nostra lingua ha in comune con la francese) è di cogliere alcuno sul fatto, d’improvviso. Pertanto nel tristo giuoco che mediante pubblici ufficiali l’un coniuge fa all’altro per convincerlo d’infedeltà, detto gruppo torna a cappello, né altro che per ironia quella che il commissario fa al signore o alla signora. Tale si potrebbe dire improvvisata, che è sì visita che non t’aspetti, ma sempre innocua e per lo più gradita. Si dice altresì bene, in senso figurato, esser sorpreso da un rumore, dalla pioggia, dalla febbre e altro che paia arrivarci improvvisamente addosso.
Ma sorprendere, per far grandemente meravigliare; essere o rimanere sorpreso, o peggio ancora sorprendersi per esser colpito da meraviglia, così usati senza il necessario compimento (quale sarebbe di meraviglia, di stupore e simili) in senso compiuto e determinato, sono francesismi scrii scrii: Lo stesso è di sorprendente e di sorpresa in senso di meraviglioso e di meraviglia. Il grande Tommaseo di cui sempre sono le ragioni che capacitano, avverte che nella voce sorpresa è un’immagine piuttosto di compressione che di eccitamento: donde l’improprietà del modo destare sorpresa per destare meraviglia, ammirazione».
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La parola proposta da questo portale e non a lemma nei vocabolari dell'uso: combrugliume. Sostantivo maschile con il quale si indica quell' «albore» prima della notte. È un nome polisemico perché ha anche un altro significato: confondere molte cose insieme.
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La lingua "biforcuta" della stampaDa un giornale in rete:
A ROMA
Il bus tenta di investire il pedone: voleva salire a bordo con i cani
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Il bus può compiere un'azione?
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Fiumicino, strappati manifesti
con i quadri che coprivano le svastiche
Erano stati appesi nella notte tra giovedì e venerdì in diversi punti della città
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I manifesti si "affiggono"; i quadri si "appendono".
2 commenti:
Il bus rallenta, si ferma, riparte, ecc. - sono o no tutte forme correntemente usate, pur sapendo che le azioni sono compiute dall'autista?
Distinti saluti
Lele
Concordo con lei, cortese Lele. Il verbo "tentare", però - e converrà con me - non può riferirsi a un essere inanimato (bus).
Cordialmente
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