1. L'evento
linguistico
Nell'e-mail
di un creativo dello scorso maggio ho potuto leggere la seguente frase:
Alla
base di questa interpretazione ha agito la grammatica dell'adiacenza (o
vicinanza), ovvero della contiguità sintagmatica: "adibire agli scriventi colti, ai ragazzi".
Il
verbo principale non conviene è a sua
volta "v.intr. (essere) FO
impers., essere opportuno, necessario"
(De Mauro 2000) e regge l'infinitiva soggettiva, ovvero l'infinito ADIBIRLE, l'Agente (semanticamente 'chi fa l'azione') di adibire essendo impersonale/indefinito.
Volendo
invece esplicitare il Soggetto ("quelle
grafie", che concorda col predicato) si potrebbe anche dire col si passivante:
(i.b)
"Quelle grafie non conviene che si
adibiscano ['si esibiscano'] agli
scriventi colti",
o
anche in forma tout court passiva:
(i.c)
"Quelle grafie non conviene che vengano
adibite ['esibite'] agli
scriventi colti".
Si
noterà, en passant, lo stridore
stilistico tra la dislocazione a sinistra ("Quelle grafie") tipica dell'italiano neo-standard, parlato,
con la presenza dell'insolito, raro, quasi idiolettale adibire, non a caso assente, come si vedrà, nella lessicografia
contemporanea non solo mono-volume, ma plurivolume (L.U.I., Treccani-Duro, Treccani on line, GRADIT).
1.2.
Interpretazione n. 2
Ma
la frase è suscettibile di un'altra possibile interpretazione, anzi per chi
l'ha prodotta ha solo quest'altra interpretazione, con adibire nel significato, invero non comune, quasi peregrino, come
detto, di 'usare':
E
quindi col compl. di termine (AGLI
SCRIVENTI COLTI, AI RAGAZZI) dipendente non dal verbo adibire, ma da NON CONVIENE.
Il
verbo principale CONVIENE è a sua
volta "v.intr. (essere) FO impers., essere opportuno" (De Mauro 2000) e regge l'infinitiva
soggettiva incassata, ovvero l'infinito adibirle,
l'Agente ('chi fa l'azione') essendo "gli
scriventi colti". Ovvero:
(2.b)
"Quelle grafie [...] non conviene
che gli scriventi colti [...] né i ragazzi le adibiscano"
dove "gli
scriventi" sono a un tempo semanticamente "Agente" e
sintatticamente "Soggetto".
Nella
frase passiva il Soggetto diventando invece "Quelle grafie":
(2.c)
"Quelle grafie [...] non conviene
che vengano adibite ['usate'] dagli
scriventi colti [...] né dai ragazzi".
(3)
"QUELLE GRAFIE NON CONVIENE usarle NÉ AGLI SCRIVENTI COLTI NÉ AI RAGAZZI DELLE SCUOLE",
3. "Adibire a" verbo trivalente nella
lessicografia
A
dimostrazione del carattere raro di adibire
'usare', a non citare riscontri nella competenza di italofoni pur laureati,
sta tutta la lessicografia mono- e plurivolume, dove si documenta a iosa solo adibire qlco/qln a qlco 'destinare qlco/qln
a qlco'.
Ovvero
in termini tesnieriani-sabatiniani il lessema adibire a è verbo tr. 1) "tri-valente" che cioè "si
satura" nel significato di 'destinare a' con non meno di 3 argomenti:
Arg.1 (soggetto) + Arg.2 (oggetto non-anim./animato) + a Arg.3 (compl. indiretto).
a. una
zona a parcheggio, -- l'appartamento
viene adibito a uffici; -- a. un
gruppo di persone al servizio di controllo (Sabatini-Coletti 2007, che
esplicita la struttura tri-valente di adibire);
a. un edificio
ad abitazione (De
Mauro 2000);
a. una chiesa a
ospedale;
-- anche l'esercito fu adibito al
soccorso dei terremotati; -- l'impiegato
è stato adibito ad altre funzioni (Zingarelli 2019);
a. un'abitazione
a ufficio,
-- a. un'area a parcheggio
(Devoto-Oli 2018);
Il capitano fu
adibito ad altro ufficio (1853 D'Ayala, in DELI), databile 1848 (DELI).
Il
Treccani-Simone 2005-2009 registra adibire
v. tr. "Destinare a qualche uso, con la prep. a del secondo [recte:
terzo] arg.", con l'es. (i) del L.U.I.
sotto citato.
Il
Treccani-Duro 1986 (vol. I) riprende
la stessa esemplificazione del L.U.I.
Il
Treccani on line (giugno 2019) con
la definizione "Adoperare, impiegare, destinare (cose e persone) a qualche
uso" aggiunge ai due ess. del L.U.I.
anche (iii) a. una zona a parcheggio,
e -- (iv) il personale sarà adibito a
mansioni diverse.
Il
GRADIT
demauriano 1999, 20072 registra
datandolo 1848 adibire 'destinare a
un uso, a una funzione' con due ess.: (i) a.
un edificio ad abitazione, -- (ii) a.
un gruppo di spazzini alla raccolta delle siringhe.
Il
Grande dizionario [storico] della lingua italiana di S. Battaglia
1961 vol. I registra adibire, tr.,
trivalente, 'destinare a [un uso]', con un es. di C. Alvaro:
"Anche la compagnia degli allievi
ufficiali fu adibita ai servizi di polizia" (Vent'anni, Milano 1930), a cui sono da aggiungere i 5 autori sotto citati
(§ 3.2.1).
"adibire. Vale [...] destinare. È inutile neologismo dell'uso burocratico (Questa stanza è stata adibita a magazzino)".
Rassegnato
sembra G.L. Messina 19541,
19572, Parole al vaglio
e 1983 Dizionario: "Malgrado le proteste dei puristi, la nostra
burocrazia continua ad adibire
magazzini, stanze, interi reparti".
Censurato
(ma senza ess.) da A. Gabrielli 19561,
19695, Diz. ling. moderno:
"dal linguàggio burocràtico è passato òggi nell'uso; cèrto è pedantésco e la sua coniugazióne faticósa.
Mèglio si useranno i vèrbi adoperare,
usare, assegnare, affidare (méno bène destinare), secóndo i casi".
Analoga
anacronistica censura in C.
Franceschetti 1986-2005, L'italiano
senza errori, De Vecchi: "Adibire. Non si dice stanza adibita a ufficio, ma stanza
adoperata come ufficio".
Descrittivista
è invece il pur purista V. Ceppellini
19572, 19716
Diz. gramm.: adibire
"Significa destinare ad un uso, adoperare. Es. Adibì quel locale a ripostiglio".
La
censura risale comunque già all''800. Valgano gli ess., con argomento-1
soggetto umano:
L. Rodinò 1858 Repertorio: "Adibire
non si dice, ma [...] valersi --Es. L'ho adibito
([...] mi son valso di lui) sempre in
tutti questi affari.".
Fanfani-Arlìa 1877 Lessico della corrotta italianità: "A
questo lavoro fu adibito Paolo", "meglio" affidato a.
E
così in un es. in Google libri, con adibito da con il valore nettamente passivo
di 'adoperato, usato da':
"lessico
scientifico di preferenza adibito da Contini nelle sue scorribande
metaforiche" (A. Cortellessa 2015, Il
telescopio dell’anacronista. Contini contemporaneo).
4.1. Adibito in 'destinato in' (Gadda)
Apparentemente
col significato di 'usato in', in realtà ancora come verbo trivalente col
valore di 'destinato in' è «l'esempio»
"Verso
la fine del secolo scorso, l'impiego dei carburanti liquidi ha dato l'avvìo ai
motori a scoppio: in pari tempo si sono diffusi <i motori a gas, adibiti
nelle miniere di carbone>" (Gli
anni, Firenze).
1.1. Interpretazione n. 1
1.2. Interpretazione n. 2
2. Ambiguità semantico-sintattica di adibire
2.1. Mancato enunciato univoco con usare
3. "Adibire a" verbo trivalente nella lessicografia
3.1. Lessicografia scolastica monovolume
3.2. Lessicografia pluri-volume
3.2.1. Adibito a 'destinato a'
3.3. Adibire a censurato dai puristi otto- e novecenteschi
4. Adibire qlcosa (i) 'usare qlcosa'
4.1. Adibito in 'destinato in' (Gadda)
4.2. Adibire qlco/qln v. tr. (ii) 'addurre qlco/qln' nell'800
5. Conclusione
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