venerdì 31 maggio 2019

Congiuntivo presente o imperfetto? Dipende...

Da "Domande e risposte" del sito Treccani:

Pongo alla vostra cortese attenzione questi due enunciati. “Vorrei che fosse Giovanni a venire con noi.” “Vorrei che sia Giovanni a venire con noi.” Penso sia accettabile anche il congiuntivo presente in frasi del genere. Anzitutto vi chiedo se potete darmi conferma di questo. E inoltre vi domando quale è la differenza semantica tra i due enunciati. Una persona mi ha detto che al termine della seconda frase col congiuntivo presente, al posto del punto fermo, ci starebbe bene un bel punto esclamativo. Non mi ha saputo spiegare il motivo però. Voi siete d'accordo?

  Risposta degli esperti:

Sulla questione del punto esclamativo, si tratta di una libera scelta: vogliamo calcare la mano e dare un’intonazione esclamativa all’enunciato? E diamola! (punto esclamativo!). Vogliamo essere più sobri? Facciamo a meno di adoperarlo. Punto (senza esclamativo).

 La questione centrale è un’altra: la frase oggettiva dipendente dal verbo di volontà o desiderio al condizionale presente esige l’uso del congiuntivo imperfetto (fosse, in questo caso) o, al limite, del congiuntivo trapassato (fosse stato), ma con un’evidente inclinazione diversa di attualità/temporalità. Niente sia, dunque.
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La "regola" secondo la quale al condizionale presente deve seguire il congiuntivo imperfetto non è tassativa. Il prof. Salvatore Claudio Sgroi, dell'Università di Catania, spiega magistralmente quando usare il congiuntivo presente e quando, invece, il congiuntivo imperfetto. Qui, qui e qui.






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