di
Salvatore Claudio Sgroi *
0. L'evento
La
lettura di un anonimo trafiletto del domenicale del "Sole 24 Ore" del
16 scorso giugno (p. 24) intitolato "Giovanna Iannantuoni alla guida di
Milano Bicocca" può essere l'occasione per analizzare la strategia del
parlante nell'uso dei titoli riguardanti le donne.
1. Caso 1.
Ordinario s.m.
"promiscuo" 'docente, uomo o donna, di prima fascia' vs Ordinaria s.f.
Nella frase n.1 "L'ordinario di
economia politica Giovanna Iannantuoni è stata eletta rettrice all'università Milano Bicocca" la scelta del costrutto con
"apposizione + nome proprio" ("L'ordinario Giovanna I.")
indica la funzione ovvero 'la professione di docente di I fascia') ordinario
come termine unigenere (sost. masch.) con duplice referente uomo-donna,
l'informazione del sesso dell'ordinario essendo qui indicata dal prenome
femminile (Giovanna).
L'alternativa
possibile (1.b) "L'ordinariA di economia politica Giovanna
Iannantuoni" con ordinari-A s.f., "nome mobile"
con esplicitazione iniziale del sesso avrebbe ribadito ridondantemente tale
informazione, data la presenza del prenome femminile.
2. Caso 2. " eletta rettrice" vs "eletta rettore"
La parte finale della frase n. 1 "eletta rettrice" col s.f. rettrice,
nome mobile, indica invece a un tempo ruolo e sesso.
L'alternativa
(2.a) "eletta rettore" s.m.
promiscuo, ambi-sessuale, avrebbe privilegiato il ruolo, ed era giustificata in
quanto si era già segnalato il sesso del neo-eletto.
3. Il composto "donna rettore" e rettrice
Nel
successivo enunciato (3) "È la
settima donna rettore in Italia" la presenza del composto
libero con due "teste" morfologiche -- donna rettore
-- ribadisce le due informazioni: nell'ordine prima sul sesso ("donna") e poi sul ruolo ("rettore").
La
possibile alternativa (3.a) rettrice
s.f. (nome mobile) avrebbe cumulato in un solo termine le due informazioni
(sesso e ruolo).
4. Il composto rettore donna
Nell'enunciato
finale (4) "Gli altri atenei guidati
da un rettore donna sono..." si caratterizza per una ulteriore
variante: il composto libero "rettore
donna", con al 1° posto il ruolo ("rettore") seguito dall'indicazione del sesso ("donna"), anche per evitare la
ripetizione del precedente composto libero.
La
scelta della variante (4.a) "guidati
da una rettrice" avrebbe comportato un solo lessema con cumulo
delle due informazioni (sesso e ruolo).
5. Morale della favola
Il
parlante aveva a disposizione due termini:
1)
Rettore1 s.m., promiscuo,
ambi-sessuale, con referenti sia maschi che donne;
2)
Rettrice s.f., nome mobile ('donna')
vs Rettore2 s.m.
('maschio').
La
(pseudo)teoria sessista della lingua avrebbe proibito l'uso di 1) rettore1 s.m., ambi-sessuale,
perché a suo dire, rettore 2
s.m. deve designare soltanto un referente maschio, ed avrebbe imposto l'uso di rettrice s.f. e referenzialmente donna.
Invece
il parlante ha duttilmente utilizzato i termini messi a disposizione dalla
lingua, non solo rettrice, ma non ha
rinunciato all'ambi-sessuale rettore disambiguato
grazie alla combinazione con donna in
1° e 2° posto.
Quanto
a Ordinario1 s.m. ha
scelto invece il s.m., pur ambi-sessuale, scartando l'uso del femm. ordinaria s.f. (nome mobile), magari
imposto dalla teoria sessista, disambiguato com'era dalla presenza del prenome
femminile (Giovanna) con referente
appunto donna.
6. Rettore, Rettrice e Ordinario
nella lessicografia
Ma
qual'è l'immagine degli usi reali dei parlanti riflessa nella lessicografia?
Queste le possibili distinzioni semantiche al riguardo:
Rettore1 s.m. (ruolo) e ambi-sessuale,
nome "promiscuo" indicante cioè uomo e donna, e Rettore2 s.m.
nome "mobile" uni-sessuato con referente cioè uomo vs Rettrice
s.f., nome "mobile" indicante ruolo e sesso (donna).
6.1. La rettrice non esiste proprio (Zingarelli 2018)
Lo Zingarelli 2018 definisce rettore1 s.m. 'chi dirige un
convitto, una comunità, una università e sim. il r. di un collegio; il
Magnifico rettore dell'università di Bologna", senza menzionare lì il
femm. rettrice, e tanto meno
come lemma.
Invece
per ordinario2
segnala "s.m. (f. -ia)
professore di ruolo: è diventato o. in un
liceo; l'o. di medicina legale",
con ordinaria forma flessa, derivata
dal masch., e non promossa a lemma autonomo.
6.2. Rettrice sì in subordine
Per
il De Mauro 2000 rettore1(-2) è "s.m. CO[mune] TS [Termine
Specialistico] scol. la più alta autorità di un'università, eletta dai docenti
e da rappresentanti di altre componenti della vita universitaria (...)",
con gli ess. il rettore dell'Università
di Torino, il Magnifico R. Senz'alcun cenno al sesso maschio/femmina.
Si
lemmatizza sì Rettrice s.f. con rinvio a rettore, ma senza fornire alcun
chiarimento semantico, se non dando per scontato "s.f. = referente donna".
Per
Ordinario1
si precisa "s.m. TS scol. professore ordinario" ma nessun cenno al
s.f. ordinaria.
Il
Treccani-Simone 2005-2009 invece
lemmatizza rettore-1-2 s.m. e ambi-sessuale, promiscuo,
con referente cioè uomo/donna: "anche in riferimento a donna". E aggiunge
"f., non com., rettrice",
che non è però lemmatizzato.
Analogamente
per ordinario1-2
"s.m. (educ., prof.) Professore
ordinario (...) anche con riferimento a donna (meno frequente f. -a)", non lemmatizzato; quindi sia
unigenere ambisessuale che nome mobile.
Il
Sabatini-Coletti 2007 definisce rettore1-2
s.m. "(anche con riferimento a donna; non comune f. -trice), ma senza lemmatizzare rettrice.
Il
lemma ordinario2 "s.m.
(f. -ria) Nell'università, professore cattedratico: o. di filosofia".
6.3. Rettrice versus Rettore2
Il
Garzanti-Patota 2013 lemmatizza come
"nome mobile" rettore2 "n.m. [f. -trice]", ma aggiunge una lunga
"Nota" in cui da un lato ribadisce che "il femminile regolare di
rettore2 ["nome
mobile] è rettrice, e così si può
chiamare una donna che ricopra il ruolo di rettore", quindi non si esclude
rettore1 come nome
"promiscuo". Dall'altro osserva che "Alcuni preferiscono però
chiamare anche una donna rettore1, al maschile
[cioè 'nome promiscuo']. Si tratta di una scelta che non ha basi linguistiche
ma sociologiche, e che comunque può creare nel discorso, qualche problema per
le concordanze", per es. [aggiungiamo noi] "il rettore è incinto" o "il rettore è incinta"?
Quanto
a ordinario2:
"n.m. [f. -ia, pl. -rie] forma abbreviata [recte: sostantivizzazione o conversione]
di professore ordinario: ordinario di storia moderna".
Anche
il Devoto-Oli 2018 registra
sinteticamente rettore2
"s., agg. (f. -trice)", ma
rimanda a un box di "Questione di stile" (p. 1821), in cui si
sofferma:
(i)
su Rettore1 s.m. "promiscuo":
"spesso si usa il maschile anche quando ci si riferisce a una donna,
specialmente nella denominazione Magnifico
rettore". E si sottolinea che "Talvolta sono le stesse donne,
elette alla guida di un ateneo, a preferire la forma rettore1 in quanto il maschile designa il ruolo
istituzionale indipendentemente dal sesso di chi lo esercita";
(ii)
sui composti liberi: "Meno comuni sono le espressioni rettore donna e donna
rettore, che sottolineano l'eccezionalità di una presenza femminile in
cariche tradizionalmente maschili" (come nell'art. da cui abbiamo preso le
mosse).
(iii)
In conseguenza di ciò "la formazione del femminile è inevitabilmente
soggetta a oscillazioni" e che "Nonostante permanga una certa
resistenza [...], il femminile rettrice tende oggi ad affermarsi
per la crescente presenza delle donne ai vertici delle università e per la
sempre maggiore sensibilità verso un uso del linguaggio non discriminante nei
confronti delle donne".
Quanto
a ordinario2,
si registra il "s.m. (f. -a) scol. Professore ordinario".
7. La ricerca può continuare... E
pro-rettore/pro-rettrice?
E
ci fermiamo qui con la rassegna lessicografica. Il lettore potrà ulteriormente continuare
nell'analisi del rapporto tra usi reali dei parlanti e realtà (semplificata)
dei dizionari. E sbizzarrirsi naturalmente con Google.
O
anche estendere la ricerca al composto pro-rettore/pro-rettrice, ancora più
complesso nella designazione dei valori referenziali.
* Docente di linguistica generale presso l'Università di Catania
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