Abbiamo notato che alcune persone, anche quelle di una certa cultura,
adoperano il verbo incutere* in modo improprio, ma forse sarebbe meglio dire in
modo errato. Incutere, dunque, "andrebbe" adoperato (secondo
l'etimologia) soltanto quando ci si riferisce a sensazioni o a sentimenti
imposti (con la violenza). È usato correttamente, quindi, quando si incute
paura, orrore, spavento, rispetto, soggezione e simili. Tutti sostantivi che
richiamano la... "violenza". Non si incute, invece, l'ammirazione, il
coraggio, l'amore, la fiducia, l'allegria, la speranza e simili. In casi come
questi ci sono altri verbi che fanno, correttamente, alla bisogna: suscitare,
infondere, dare, suggerire, destare. Il vocabolario Palazzi, non ha "peli
sulla lingua": «incùtere tr. far nascere nell'animo altrui un sentimento che gli s'impone e
lo domina: incutere rispetto, paura, terrore, spavento e sim.: ma non si incute
amore, speranza, coraggio, meraviglia, e sim. ll N. infondere, ispirare,
imprimere, suggerire, suscitare, soggiogare».
* Ricordiamo che non gode della fiducia di molti linguisti
***
Vi
rispondiamo… a prescindere!
(da
"Risposte ai quesiti" dell'Accademia della Crusca)
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