sabato 23 febbraio 2019

La speranza si incute o si infonde?

Abbiamo notato che alcune persone, anche quelle di una certa cultura, adoperano il verbo incutere* in modo improprio, ma forse sarebbe meglio dire in modo errato. Incutere, dunque, "andrebbe" adoperato (secondo l'etimologia) soltanto quando ci si riferisce a sensazioni o a sentimenti imposti (con la violenza). È usato correttamente, quindi, quando si incute paura, orrore, spavento, rispetto, soggezione e simili. Tutti sostantivi che richiamano la... "violenza". Non si incute, invece, l'ammirazione, il coraggio, l'amore, la fiducia, l'allegria, la speranza e simili. In casi come questi ci sono altri verbi che fanno, correttamente, alla bisogna: suscitare, infondere, dare, suggerire, destare. Il vocabolario Palazzi, non ha "peli sulla lingua": «incùtere tr. far nascere nell'animo altrui un sentimento che gli s'impone e lo domina: incutere rispetto, paura, terrore, spavento e sim.: ma non si incute amore, speranza, coraggio, meraviglia, e sim. ll N. infondere, ispirare, imprimere, suggerire, suscitare, soggiogare».

* Ricordiamo che non gode della fiducia di molti linguisti

 ***

Vi rispondiamo… a prescindere!

(da "Risposte ai quesiti" dell'Accademia della Crusca)

Nessun commento: