giovedì 28 febbraio 2019

"Ivi", "quivi" o "qui"?

Gli avverbi quivi, qui e ivi sono l’uno sinonimo dell’altro? Si possono usare, insomma, indifferentemente? La questione è un po’ controversa: alcuni vocabolari attestano  “ivi” sinonimo di  “quivi” e viceversa. Il Sandron, per esempio, riporta: “quivi”, là, in quel luogo, ivi, nel luogo di cui si parla; facendo chiaramente intendere, quindi, che “ivi” e  “quivi” si possono adoperare indifferentemente. Quivi, invece, significa solo in quel luogo là ed è un errore – a nostro modo di vedere – adoperarlo al posto di qui, in questo luogo. Quivi, insomma, si deve usare quando si indica un luogo diverso dal quale si trova chi parla (o scrive) o chi ascolta. Diremo, quindi, correttamente, domani partirò per Piacenza e quivi (in quel luogo, là) ritroverò gli amici di un tempo.  Ciò che è anche importante mettere in evidenza – a nostro avviso – è il fatto che  “quivi” non è sinonimo di  “qui”, “in questo luogo”, come molti erroneamente credono. Quest’avverbio, infatti, non è un composto di  “qui” (latino ‘hic’) ma deriva dal latino “eccum ibi” e significa  “colà”, “là”, “in quel luogo”: domani partiremo per Cosenza e  “quivi” resteremo (resteremo, cioè,  là, in quel luogo). Quando compiliamo una domanda, per esempio, dobbiamo scrivere ivi residente (cioè nello stesso luogo di chi scrive) e non quivi. L’avverbio ivi, insomma, sta per lo stesso  luogo, lo stesso spazio. C’è da dire, però, che nell’uso corrente quivi e ivi si confondono. Attendiamo, naturalmente, la smentita di qualche (pseudo)linguista se, per caso, "inciampasse" in questo sito.

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Due parole sul verbo demolire perché molto spesso è adoperato - a nostro avviso - impropriamente, con il beneplacito dei vocabolari e di qualche linguista. Il verbo in oggetto, dunque, tratto dal latino "demoliri", composto con il prefisso "de-" (in basso, verso il basso) e "moliri" (abbattere), significa buttare giú, smantellare e simili: quel palazzo pericolante è stato demolito. È adoperato correttamente, quindi, con riferimento a cose concrete, materiali. È usato impropriamente (erroneamente?) con il significato di criticare, screditare, stroncare e simili: l'oratore ha demolito tutte le teorie precedenti.

1 commento:

Ines Desideri ha detto...

Gentile dottor Raso,
non sono una linguista, ma - come lei ben sa - "inciampo" spesso nel suo sito.
Talvolta inciampo anche nella tentazione di esprimere le mie opinioni. Inciampo e cado.

Nulla da obiettare, ovviamente, riguardo all'uso corretto degli avverbi da lei trattati ("quivi, qui,ivi"), ma ritengo che "quivi" sia ormai obsoleto: possiamo ritenerci fortunati se leggiamo o sentiamo qualcuno dire "Domani partiremo per Cosenza e vi resteremo".
Capita spesso, infatti, di leggere o sentire "... ci resteremo".

Quanto a "ivi" mi permetta una precisazione.
Quando si compilavano domande - oggi, il più delle volte, si compilano moduli prestampati - "ivi residente" veniva usato non tanto a significare "nello stesso luogo di chi scrive" quanto "nello stesso luogo in cui chi scrive è nato".
Esempio: "Il sottoscritto... nato a... e ivi residente...".

Ora la prego: non demolisca le mie opinioni.
Naturalmente sto scherzando, ma non concordo con lei sulla regola - che definirei draconiana - secondo la quale "demolire", come molti altri verbi da lei trattati, non dovrebbe essere usato in senso figurato.
Non è il caso di "demolire", ma a mio avviso molti verbi assumono un'efficacia espressiva molto interessante, se adoperati in senso figurato.

Cordialmente
Ines Desideri