mercoledì 13 febbraio 2019

A ciascuno il 'suo' o il 'proprio'?

All'interrogativo del titolo risponde Paolo D'Achille, dell'Accademia della Crusca. E a proposito di "suo" e "proprio", questo portale ripropone un vecchio intervento sulla differenza che intercorre tra i due aggettivi.
Alcuni insegnanti, non sappiamo in base a quali  “leggi linguistiche”, condannano l’uso dell’aggettivo proprio unito a un altro aggettivo possessivo. E dove sta scritto? Si può benissimo dire mio propriosuo proprio ecc. con valore intensivo. Sottacciono, invece, la “legge” secondo la quale è preferibile adoperare l’aggettivo proprio in luogo degli altri possessivi (mio, tuo ecc.) per non creare ambiguità; in questo caso con proprio si indica il  “possesso” del soggetto stesso. Un esempio chiarirà meglio il concetto: Giovanni fece riparare la sua automobile (nel contesto di un discorso si potrebbe pensare anche all’automobile di un’altra persona). Se, invece, diciamo: Giovanni fece riparare la propria automobile evitiamo possibili equivoci in quanto è chiaro che si tratta dell’auto di Giovanni, cioè del soggetto.
L’uso di proprio, inoltre, è obbligatorio nelle costruzioni impersonali: è necessario difendere le proprie idee; è bene conoscere le proprie responsabilità; è preferibile, altresí, quando il soggetto è indefinito: tutti possono esprimere il proprio pensiero; ciascuno è artefice del proprio destino.
E, visto che siamo in argomento, due parole, due, su altrui che può essere tanto aggettivo possessivo quanto pronome. Quando è in funzione aggettivale si riferisce esclusivamente alla terza persona plurale; equivale, insomma, alle espressioni  “degli altri”, “di altri”: bisogna rispettare la roba altrui (cioè “degli altri”); quando, al contrario, è pronome si adopera solamente nel maschile singolare con l’accezione di  “patrimonio degli altri”: non desiderare l’ altrui, vale a dire il  “patrimonio degli altri”.


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La lingua "biforcuta" della stampa

Ballano sulla Barcaccia e aggrediscono vigilessa: arrestate due turiste russe

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I "massinformisti" (operatori dell'informazione) continuano, imperterriti, a disattendere le raccomandazioni dei linguisti (e dei vocabolari) per i quali il femminile di vigile è... vigile. Il titolo corretto, pertanto, avrebbe dovuto recitare: "(...) aggrediscono la vigile: arrestate due turiste russe". Sempre sulla "lingua" della stampa si veda anche qui.

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