Un nostro carissimo amico ci ha inviato un’elettroposta pregandoci di trattare, sia pure succintamente, le proposizioni coordinate e subordinate e come si riconoscono, perché il suo figliolo non ha le idee chiare in proposito.
In questo articolo, dunque, esploreremo la differenza tra proposizioni coordinate e subordinate attraverso un dialogo, immaginario, tra un docente e un suo studente, Giacomo, con la speranza di fare chiarezza senza cadere nella pedanteria.
Professore -
Oggi parleremo delle proposizioni coordinate e subordinate. Sapete
già di cosa si tratta? Giacomo, tu che sei il portavoce della
classe, ne hai mai sentito parlare negli anni scolastici
precedenti?
Giacomo – No, professore. Mai sentito. Ci
spiega di cosa si tratta e se c’è una differenza tra le due
proposizioni?
- Certo! Cominciamo dalle proposizioni
coordinate. Sono frasi che hanno la medesima importanza grammaticale
e sono unite da congiunzioni coordinanti come "e", "o",
"ma". Per esempio, nel periodo "sono andato al mercato
e ho comprato delle mele", le due proposizioni sono indipendenti
e legate dalla congiunzione "e". Chiaro fin qui?
-
Sì, tutto chiaro. Ma come si riconoscono?
- Ottima
domanda, Giacomo! Le proposizioni coordinate si possono ‘individuare’
dai connettori come "e", "o", "ma",
"però", e così via. Inoltre, cosa importantissima, si
riconoscono se separate hanno senso compiuto. Vediamo alcuni esempi:
mi piace la pizza e adoro il gelato; studia molto o non supererai
l'esame; ha comprato il biglietto, ma non è andato al concerto.
-
Chiarissimo, professore, e le proposizioni subordinate come
funzionano?
- Le proposizioni subordinate, come suggerisce
lo stesso nome, dipendono grammaticalmente e semanticamente dalla
proposizione principale. Non possono stare da sole e aggiungono
informazioni alla proposizione principale. Per esempio, in "ho
comprato delle mele perché erano in offerta", la proposizione
subordinata "perché erano in offerta" dipende dalla
principale "ho comprato delle mele". Chiaro anche qui?
-
Sì, credo di sì. E come le riconosciamo?
- Si possono
riconoscere dai connettori subordinanti come "che", "se",
"quando", "perché", "sebbene". La
proposizione subordinata, inoltre, non ha senso compiuto senza il
‘sostegno’ della principale. Vediamo qualche esempio: credo che
tu abbia ragione (proposizione subordinata introdotta da "che");
se piove, rimaniamo a casa (proposizione subordinata introdotta da
"se");
ti chiamo quando arrivo (proposizione
subordinata introdotta da "quando").
- Ho capito
perfettamente! Grazie, gentile professore. C’è qualche altro
dettaglio importante da sapere?
- Sì, un altro aspetto
importantissimo è che le proposizioni subordinate possono essere di
tipo diverso, in base alla loro funzione all'interno della frase.
Abbiamo:
proposizioni relative: il libro che ho letto è molto
interessante;
proposizioni finali: studio molto affinché possa
superare l'esame;
proposizioni causali: non è venuto a scuola
perché era malato;
proposizioni temporali: appena
arriverà, cominceremo la riunione;
proposizioni condizionali:
verrai al parco se non pioverà.
Questi tipi di proposizioni
subordinate danno altri dettagli sulla relazione tra le azioni (o
eventi) descritti nella frase principale e in quella subordinata.
-
Questo rende tutto molto, molto più chiaro! Grazie di cuore, cortese
professore!
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)
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