Scopriamo l’origine, il significato e l’uso di due termini non molto conosciuti, anabasi e catabasi, attraverso questa favola.
In tempi lontani, in un antico regno situato ai piedi di maestose montagne, viveva un saggio re: Helios. Questi, affascinato dalle storie degli eroi che viaggiavano per mari e monti, molto spesso rifletteva sulle avventure straordinarie che gli narravano i suoi messaggeri.
Un bel giorno, re Helios chiamò a sé i suoi due figli, Anabasi e Catabasi, per insegnar loro l'importanza delle parole e dei loro significati reconditi.
“Figli miei,” esordì il re, “oggi desidero raccontarvi la storia delle vostre stesse esistenze affinché possiate comprendere appieno l'origine, il significato e l’importanza dei vostri nomi.”
Anabasi, il primogenito, era un giovane audace e coraggioso, sempre pronto a sfidare le altezze delle montagne e a esplorare nuove terre. Il suo nome derivava dal termine greco ‘anábasis’, che significa “ascendere” o “salire”. Questo vocabolo veniva spesso adoperato per descrivere le marce militari verso l'interno del territorio nemico, al fine di conquistare nuove terre e ampliare i confini del regno.
Catabasi, il secondogenito, un giovane saggio e riflessivo, trovava la sua pace nell’immensità delle foreste e nelle spelonche. Anche il suo nome proveniva dal greco ‘katábasis’, che significa “discendere” o “scendere”. Con questo termine si era soliti descrivere il ritorno delle truppe dopo una campagna militare, o per descrivere i viaggi spirituali verso il mondo sotterraneo o l'oltretomba, come nel caso del famoso mito di Orfeo.
Una mattina di primavera, il saggio re Helios decise di mettere alla prova i suoi figli, dopo aver spiegato loro, qualche giorno prima, il significato dei rispettivi nomi. Li inviò, quindi, in due missioni diverse: Anabasi doveva scalare la montagna più alta del regno per issare la bandiera del loro casato sulla vetta, mentre Catabasi doveva esplorare la caverna più profonda per recuperare un antico e prezioso manoscritto.
Anabasi, entusiasta, partì con ardore, affrontando con coraggio le difficoltà e i pericoli del viaggio. Salì su ripidi sentieri, attraversò gole impervie e sfidò tempeste furiose, finché non raggiunse finalmente la vetta. Là, in alto, piantò, con orgoglio, la bandiera al fine di ricordare a tutti che il regno di Helios era forte e invincibile.
Catabasi, invece, intraprese il suo viaggio con molta calma e saggezza. Si addentrò nelle profondità della caverna, superando innumerevoli ostacoli e labirinti ingannevoli. Affrontò creature misteriose trovando antiche iscrizioni, da tradurre, sulle pareti delle grotte, finché non raggiunse il prezioso manoscritto. Dopo averlo recuperato lo portò in superficie, arricchito di nuove conoscenze e rivelazioni.
Quando i due fratelli rientrarono al castello, il re Helios li accolse con calore e orgoglio. “Avete dimostrato magistralmente il significato dei vostri nomi: “Tu, Anabasi, con la tua ascesa coraggiosa, hai dimostrato la forza e la determinazione di coloro che affrontano sfide ardue per conquistare nuovi orizzonti. Catabasi, con la tua discesa riflessiva, hai mostrato la saggezza e la profondità di chi cerca la conoscenza nascosta nel cuore delle tenebre.”
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)
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