In un fantastico regno lontano, Linguapolis, convivevano due personalità affascinanti: il saggio Linguista e il vivace Linguafilo. Il primo era riconosciuto ufficialmente, il secondo ufficiosamente.
Il saggio Linguista trascorreva le sue giornate nella grande Biblioteca dei Saperi, immerso nei libri e nei manoscritti antichi. I suoi libri erano pieni di note e diagrammi che illustravano come le lingue si evolvono e come vengono acquisite. Gli abitanti di Linguapolis ammiravano il Linguista per la sua conoscenza profonda del loro amato idioma e perché prestava la massima attenzione affinché non fosse inquinato dai barbarismi.
Il Linguafilo, da parte sua, amava esplorare le lingue per puro piacere. Passeggiava per le strade di Linguapolis ascoltando, attentamente, i racconti degli abitanti per apprendere nuove parole ed espressioni. Ogni nuovo idioma era una finestra su una cultura diversa, sempre entusiasta di fare altre scoperte linguistiche. Spesso partecipava a convegni sulla lingua e a scambi culturali, condividendo la grande sua passione con chiunque volesse ascoltare.
Un giorno, le due personalità si incontrarono nella piazza principale della città in cui abitavano. Il Linguista, con un sorriso entusiastico, disse: "Amico mio, è veramente meraviglioso vedere quanto amore nutri per le lingue. Anche se il nostro approccio è diverso, condividiamo la stessa passione."
Il Linguafilo, con gli occhi luccicanti per l’emozione, rispose: "Sì, caro Linguista, è proprio così! Tu studi le lingue in modo scientifico, mentre io le esploro per il puro piacere di imparare. Insieme, rendiamo Linguapolis un regno ricco e vibrante."
Gli abitanti di Linguapolis, vedendo i due amici uniti dalla loro passione comune, decisero di organizzare un incontro perché i due potessero raccontare storie affascinanti sulle lingue, condividendo aneddoti e curiosità.
Il Linguista spiegò, con tono accademico, come le lingue si evolvono nel tempo e come i suoni si trasformano. Portò con sé vecchi manoscritti e diagrammi complessi, spiegando agli astanti i meccanismi linguistici con grande precisione. Il Linguafilo, invece, parlò delle sue avventure linguistiche e delle meraviglie culturali che aveva scoperto. Raccontò di parole intraducibili che racchiudevano interi mondi di significato, e di come ogni nuova lingua appresa fosse un ponte verso altre amicizie e comprensioni.
Gli abitanti di Linguapolis li ascoltarono con religiosa attenzione, affascinati dalla magia delle parole e dalla ricchezza delle lingue del mondo. Alla fine dell’incontro tutti firmarono una petizione perché Linguafilo fosse riconosciuto ufficialmente e attestato nei più prestigiosi vocabolari del regno. E così fu. Non solo, linguafilo fu accolto anche nei testi di grammatica per le scuole di ogni ordine e grado con l'accezione di "amante della lingua".
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La lingua “biforcuta” della stampa
Eliseo conferma i paesi partecipanti al summit di Parigi
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Ricordiamo, ancora una volta, ai “divulgatori di cultura”, che paese si scrive con la “P” (maiuscola) quando sta per nazione, stato. Correttamente: (…) i Paesi partecipanti (…).
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)
1 commento:
Sarebbe meglio, eventualmente, "linguofilo".
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