sabato 8 febbraio 2025

Osservazioni linguistico-grammaticali

 


Dappresso e davanti

Il primo vocabolo si può scrivere anche in due parole: da presso. Mai con l’apostrofo (d’appresso). Il secondo, preposizione impropria, si costruisce regolarmente con la a: abito davanti a lui. Si sconsiglia l’impiego della preposizione unita direttamente al sostantivo: passavo davanti la casa; meglio davanti alla casa. La medesima “regola” vale per dinanzi e checché ne dicano certi vocabolari la "di" non è geminante, vale a dire non fa raddoppiare la "n" (*dinnanzi). L' "errore" è dovuto, probabilmente, per un accostamento analogico con “innanzi” il cui rafforzamento sintattico (raddoppiamento della “n”) è solo apparente perché la doppia “n” risulta dalla fusione di “in” e dalla locuzione latina “in antea” già contratta in “nanzi” (in + in antea = in nanzi = innanzi); dinanzi deriva, invece, dalla fusione di “di” e di “nanzi” = dinanzi).

Sanguinario e sanguinoso

Si presti attenzione ai due termini: il primo può essere tanto sostantivo quanto aggettivo (quell’uomo è un sanguinario; un pazzo sanguinario); il secondo è solo aggettivo (una ferita sanguinosa). Vediamo la composizione e il significato intrinseco delle due parole. Sanguinario, dunque, significa che è portato a uccidere e ce lo dice il suffisso "-ario" atto a indicare un mestiere, una professione, un’attività (impresa / impresario; banca / bancario; sangue... sanguinario). Sanguinoso, invece, con il suffisso "-oso" che indica la presenza di una certa qualità o condizione, sta per sporco di sangue.

Il cammello evangelico

Forse non tutti sanno che quanto si legge nel Vangelo di San Matteo «È più facile che un cammello passi dalla cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei Cieli», il cammello non c’entra nulla. In realtà San Gerolamo, che tradusse dal greco al latino il testo, interpretò il termine kamelos come cammello, mentre l'esatto significato è grossa fune utilizzata per l'attracco delle navi. Il senso della frase resta ugualmente lo stesso, ma acquista molta più consistenza.

La battologia

Chissà quanti amici lettori sono affetti da un malanno linguistico chiamato "battologia" e non lo sanno perché questa "patologia linguistica" è ignorata dalla maggior parte dei testi linguistico-grammaticali. Cos'è, dunque, questa malattia? È la ripetizione inutile (e spesso fastidiosa) delle medesime parole nel corso del discorso: lo sapevo che il direttore non mi avrebbe ricevuto, lo sapevo.

Lo spoglio e gli spogli

Si faccia attenzione al sostantivo in oggetto perché nella forma plurale cambia totalmente di significato. Adoperato nel singolare indica "una raccolta di dati", "una cernita" e simili: lo spoglio delle schede non è ancora terminato. Nel plurale, invece, sta per "abiti, vestiti dismessi": quegli spogli, ormai, non li metto piú.

Abbonare e abbonire

I verbi suddetti non sono l’uno sinonimo dell’altro in quanto cambiano di significato mutando di coniugazione. Il primo, si presti attenzione, si coniuga secondo la “legge” del dittongo mobile e significa “defalcare una parte di un credito a vantaggio del debitore”: Giovanni ha abbonato all’amico Luigi la somma di cinquemila euro; usato nella forma riflessiva vale “pagare una determinata somma per ottenere un servizio”: mi sono abbonato al mio giornale preferito. Il secondo, abbonire, si coniuga inserendo, in alcuni tempi e modi, l’infisso “-isc-“ e significa “placare”, “calmare” e simili: non sono riuscito ad abbonirlo.


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La lingua “biforcuta” della stampa

Cpi, 79 paesi contro le sanzioni di Trump ma l'Italia non firma

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In buona lingua paese richiede l’iniziale maiuscola quando sta per stato, nazione. Correttamente, quindi: (…) 79 Paesi (…).


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Morto il rapinatore colpito alla testa del vigilante: l’uomo ha sparato 10 colpi contro i ladri in fuga ed è indagato per omicidio

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AAA. cercasi interprete (colpito alla testa del vigilante).



(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)



5 commenti:

PAOLO URAS ha detto...

Gentile Professore, avevo proprio in mente di menzionare nella Sua bellissima rubrica l'errore del "Cammello evangelico"!
Desidero sottoporre alla Sua attenzione due correzioni apportate negli ultimi tempi nella liturgia cattolica.
La frase "Pace agli uomini di buona volontà" è stata cambiata in "Pace agli uomini amati dal Signore": la prima versione attribuiva agli uomini almeno il merito della buona volontà; la seconda invece trovo che sia veramente banale, dato che è ovvio che il Signore ami tutte le sue creature, buone o cattive che siano!
Altra correzione si trova nel testo del "Padre nostro". Nella vecchia versione si chiedeva al Signore "non indurci in tentazione": francamente l'idea che il Signore voglia intenzionalmente metterci in difficoltà mi trova incredulo.
La versione aggiornata "non abbandonarci alla tentazione" non mi sembra molto migliore: l'idea che il Signore, di proposito voglia abbandonarci alla tentazione mi sembra uno sproposito.
Secondo me la frase giusta è "non abbandonarci nella tentazione": è la preghiera al Signore, quando ci troviamo nella tentazione, di non abbandonarci, anzi di darci il suo aiuto.
Che ne pensa, Caro Professore?

Anonimo ha detto...

“Un portavoce della SNCF ha riferito a Le Parisien che la multa è stata irrorata per avere arrecato disturbo agli altri passeggeri. “Sarebbe stato sanzionato anche se avesse riprodotto musica ad alto volume”.

Quindi la multa è stata cosparsa di piccole gocce: ho capito bene?

Fausto Raso ha detto...

Concordo, totalmente, con lei.
FR

Fausto Raso ha detto...

Ha capito bene. Probabilmente il portavoce era convinto che "irrorare" fosse una variante di 'irrogare'. Quando dico che la stampa...

Pier Paolo Falcone ha detto...

La frase "Pace agli uomini amati dal Signore" secondo me non è da intendere come "tutte le sue creature, buone o cattive che siano"; ma come i soli uomini che beneficiano. chissà perché, dell'amore del Signore. In altri termini: i prescelti.
La vecchia dizione "Pace agli uomini di buona volontà" richiamava invece il concetto che per vivere in pace ci vuole molta buona volontà.