martedì 6 febbraio 2024

Sul plurale dei sostantivi in "-co"

 


L'italico idioma è una lingua flessiva e tra le più ostiche essendo ricca di regole ed eccezioni. Uno straniero (ma anche un madrelingua) apprende, con non poche difficoltà, una regola ma subito dopo, nell'applicarla, si trova di fronte a un'eccezione. Prendiamo, e. g., la regola sulla formazione del plurale dei nomi in "-co" . Tale regola stabilisce che i sostantivi con accentazione piana, i. e. con l'accento tonico sulla penultima sillaba hanno il plurale in "-chi" (fuoco/fuochi); quelli la cui accentazione è sdrucciola, vale dire con l'accento tonico sulla terzultima sillaba, pluralizzano in "-ci" (medico/medici). Giusta questa "legge grammaticale" dovremmo dire (e scrivere), quindi, gli strascici (plurale di strascico) e gli scarici (plurale di scarico). Non è così. Solo un buon vocabolario può dissipare i dubbi che ci assalgono quando dobbiamo pluralizzare i nomi in "-co". In proposito rimandiamo a un nostro vecchio intervento.

 

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Il confusionario e ridondante abuso neologistico di “quotare”

Un interessantissimo articolo. Qui.

 

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La lingua "biforcuta" della stampa

Cade in un dirupo vicino Roma, morto 66enne

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Correttamente: vicino a Roma. La locuzione preposizionale vicino si costruisce, tassativamente, con la preposizione "a".



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