mercoledì 3 marzo 2021

Gli "strascici" e gli "scarici"

 


Se qualche studente scrivesse ─ in un componimento in classe ─ che "le spose avevano i vestiti con lunghi strascici" e che "gli scarici dei bagni erano otturati" farebbe drizzare i capelli al docente di lingua italiana. I plurali corretti dei due sostantivi deverbali sono, infatti, "strascichi" e "scarichi". 
     Eppure ─ secondo la norma grammaticale ─ i due plurali ritenuti errati sarebbero corretti perché seguono la "legge linguistica" secondo la quale i sostantivi in "-co" pluralizzano in "-ci" se sono sdruccioli, se hanno, cioè, l'accento tonico sulla terzultima sillaba (stràscico, scàrico); pluralizzano in "-chi" (conservando il suono gutturale) se la pronuncia è piana, ossia se l'accento cade sulla penultima sillaba (fìco, bàco). 
     Come si spiega, quindi, il plurale "errato" ma cristallizzato nell'/dall'uso (strascichi, scarichi)? Probabilmente per "influenza" della seconda persona singolare del presente indicativo dei rispettivi  verbi dai quali provengono: (tu) strascichi; (tu) scarichi. In proposito ci piacerebbe conoscere il parere di qualche linguista "ufficiale". Lungi da noi l'idea, comunque, di incoraggiare l'uso di "strascici" e "scarici", però...  Però si trovano in numerose pubblicazioni. Qui e qui.
      Lo stesso discorso si potrebbe fare per altre parole in "-co" come, per esempio, valico, il cui plurale dovrebbe essere "valici", non valichi e anche in questo caso ─ probabilmente ─  il plurale "scorretto"  (valichi) si ha per "influenza" della  seconda persona singolare del presente indicativo del verbo valicare [(tu) valichi] dal quale è stato formato il sostantivo.

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