Il caso di Ilaria Salis, detenuta nelle carceri di Budapest,
in Ungheria, ha "scatenato" la curiosità di alcuni lettori sulla
differenza che intercorre tra "ungarico" e "ungherese".
Insomma, se ambi (sic!) i termini si riferiscono all'Ungheria perché si dice
"impero austro-ungarico" e non "impero austro-ungherese" e
gli abitanti perché sono chiamati ungheresi e non ungarici? La questione è
relativamente complessa. Vediamo, quindi, di fare un po' di chiarezza.
L'aggettivo ungarico, tratto dal sostantivo ungaro, ci
riporta al latino tardo Hungari, gli
Ungari o Magiari, da magyar ‹må′d’år›,
mentre l'aggettivo ungherese è stato coniato su Ungheria, con il normale
suffisso "-ese" atto a indicare un'appartenenza geografica
(ungherese, francese, danese) o sociale (marchese, cortese). Con il trascorrere
del tempo si è stabilito di adoperare l'aggettivo
ungarico (o ungaro) solo nel
significato "storico", in particolare la storia medievale,
cristallizzandosi, però, in alcune espressioni come "impero austro-ungarico",
"esercito austro-ungarico" ecc. In tutti gli altri casi, vale a dire
fuori del significato storico, l'aggettivo normalmente adoperato è ungherese. In campo letterario, però, si preferisce
il termine "magiaro", più vicino all' "origine
etimologica".
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La lingua "biforcuta" della stampa
GOVERNO
Sgarbi: “Dimissioni? Devo negoziarle col governo”. E spuntano nuove accuse: gli autisti usati come prestanome
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Meglio, molto meglio prestanomi, visto che si riferisce a un plurale (autisti). Si veda anche qui.
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Il presidente uscente rinvia le elezioni 'sine die', arrestato un candidato e un'ex primo ministro
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Un orrore da brividi: un' ex primo ministro (con tanto di apostrofo!).
(Le
immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i
diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: faraso1@outlook.it)
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