di
Salvatore Claudio Sgroi
1. L'ortografia
e le sue norme (colte): elisione vs
troncamento
Com'è
noto, l'ortografia italiana contemporanea nel caso dei sintagmi con una prevede normativamente l'uso
dell'apostrofo per la cancellazione (ovvero elisione) della vocale -a ─ possibile solo dinanzi a un'altra
vocale ─ es. un'amica, una amica, ma non dinanzi a consonante,
es. una compagna.
Nel
caso dei sintagmi con uno,
l'apostrofo non è invece normativamente previsto per la cancellazione (= troncamento)
della vocale -o che ha luogo obbligatoriamente
sia dinanzi a vocale (un amico)
nessuno dicendo */'uno a'miko/ sia dinanzi a consonante (un compagno) nessuno dicendo */'uno kom'paɲɲo/, e non dinanzi a nesso
consonantico (uno scatolo) o
consonanti geminate (uno scemo) o
affricate (uno zio, uno zero).
2. L'elisione
(fonologica) con apostrofo (ortografico): <qualcun’altro>!
Cosa
succede nel caso del sintagma /,kwalku'naltro/?
In sincronia,
il parlante comune (settentrionale o meridionale) dice QualcunO Astuto ma anche con elisione /kwal’kun as’tuto/, in qualcun-o cioè la vocale finale -o è suscettibile di cancellazione, che è
obbligatoria in /kwal'kun altro/, nessuno dicendo *<qualcuno altro>. In ogni caso con qualcuno non c’è troncamento perché nessuno oggi dice *<Qualcun diverso>. E nessun
troncamento ha luogo dinanzi ad altre consonanti: *<qualcun balbuziente>, *<qualcun
calmo>, *<qualcun celibe>,
*<qualcun felice>, *<qualcun galante>, *<qualcun gelato>, *<qualcun labile>, *<qualcun mafioso>, *<qualcun naturale>, *<qualcun pacato>, *<qualcun raccomandato>, *<qualcun saccente>, *<qualcun taciturno>, *<qualcun vacillante>.
A questo
punto, ortograficamente la regola dell’elisione imporrebbe la presenza
dell'apostrofo trattandosi, ripetiamo, di elisione <qualcun’altro> e non
già di troncamento (*<qualcun felice>,
ecc.).
2.1. La grafia <qualcun altro>: un'eccezione!
Ma le norme
indicate nei dizionari censurano l'apostrofo, come se si trattasse di un
troncamento. E non chiariscono che la grafia <qualcun
altro> costituisce una patente eccezione. Si dovrebbe allora sostenere che
la regola normativa della grafia <qualcun
altro> è analogica su quella di <un
altro>.
2.2. Troncamento non già elisione
nei dizionari
Invero, i
testi normativi, come i dizionari (De Mauro 2000, Zingarelli 2018, Devoto-Oli
2018-19) indicano come normale, la grafia non apostrofata <qualcun altro> sostenendo però che si
tratta di un troncamento e non già di un'elisione, e contraddicendo la
realtà fonologica del parlante comune di oggi.
Il
Sabatini-Coletti 2007 sub qualcuno
precisa: "si tronca davanti ad altro
e si elide davanti ad altra";
gli ess. sono indicati varie righe dopo: "accompagnato da altro: qualcun altro vuole fare domande?; si rivolga a qualcun'altra delle impiegate".
De Mauro
2000 (e GRADIT) sub qualcuno osserva: "seguito da altro,
altra, sempre nella forma tronca al maschile e nella forma
apostrofata al femminile" subito con gli ess. "qualcun altro vuole
intervenire?, se Anna non accetta chiederò a qualcun'altra".
Il
Devoto-Oli-Serianni Trifone 2019 sub qualcuno
puntualizza: "Seguito da altro o altra (rispettivamente con troncamento
o elisione della o finale), qualche
altra persona, una persona diversa" con l'esemplificazione "è stato qualcun altro; non potevi chiamare qualcun'altra?".
2.3. Zingarelli 2019, troncamento
ancora più esplicito
Lo
Zingarelli 2019 in maniera ancora più esplicita sub qualcuno si dichiara per il troncamento fonologico, quando precisa:
(i) "si
può troncare davanti a parola che comincia per consonante", ma
senz'alcun es., che comprovi ciò, anzi contraddetto dagli ess. su citati (§ 2).
Poi, come gli altri dizionari, aggiunge:
(ii) "si
tronca sempre davanti a 'altro' e
si elide davanti ad 'altra'" con
due ess. qualcun altro; qualcun'altra. Sub l'accezione 1. specificando
il valore semantico, fornisce ulteriori ess. "con valore rafforz. seguito
da 'altro' con valore più determ.: chiedete
ancora a qualcun altro; ne vorrei
qualcun'altra".
(iii) Alla
voce Errore (p. 811) riportando gli
"errori comuni" lo stesso Zing. indica anche normativamente <qualcun'altro> "errato"
rispetto a <qualcun altro>
"corretto".
2.4. Treccani-Simone 2005: troncamento lett. e tosc.; Garzanti-Patota 2013
troncamento lett.
Più argomentato degli altri dizz. è invece il Treccani-Simone 2005, che accenna al troncamento di <qualcuno> dinanzi a parola iniziante per cons. nel caso dell'italiano letterario e del tosc., ma senz'alcun es.: "Come pron., [i] subisce troncamento davanti ad altro ed elisione davanti ad altra: qualcun altro, qualcun'altra; [ii] nell'uso lett. e tosc. si tronca anche davanti a consonante". Analogamente il Garzanti-Patota 2013 nella "Nota" che chiude il lemma qualcuno precisa infatti come gli altri che (i) "Il pronome qualcuno, seguito dal maschile altro, subisce troncamento (senza apostrofo: qualcun altro); seguito dal femminile altra subisce elisione (con l'apostrofo: qualcun'altra)". Ma sul versante fonologico aggiunge (ii) che "Nell'uso letterario si può trovare troncato anche davanti a consonate", senza peraltro alcun es. illustre.
2.5. DOP 19812 (e Treccani on line): troncamento toscano e letterario con un es. fossilizzato
Più argomentato degli altri dizz. è invece il Treccani-Simone 2005, che accenna al troncamento di <qualcuno> dinanzi a parola iniziante per cons. nel caso dell'italiano letterario e del tosc., ma senz'alcun es.: "Come pron., [i] subisce troncamento davanti ad altro ed elisione davanti ad altra: qualcun altro, qualcun'altra; [ii] nell'uso lett. e tosc. si tronca anche davanti a consonante". Analogamente il Garzanti-Patota 2013 nella "Nota" che chiude il lemma qualcuno precisa infatti come gli altri che (i) "Il pronome qualcuno, seguito dal maschile altro, subisce troncamento (senza apostrofo: qualcun altro); seguito dal femminile altra subisce elisione (con l'apostrofo: qualcun'altra)". Ma sul versante fonologico aggiunge (ii) che "Nell'uso letterario si può trovare troncato anche davanti a consonate", senza peraltro alcun es. illustre.
2.5. DOP 19812 (e Treccani on line): troncamento toscano e letterario con un es. fossilizzato
Infine il DOP, Dizionario
di ortografia e di pronunzia, di B. Migliorini - C. Tagliavini - P. Fiorelli
(19691, 19812, e terza ed. anche on line) sub qualcuno precisa come gli altri: (i)
"tronc. in qualcun altro";
"elis. in qualcun'altra";
ma (ii) aggiunge in maniera più precisa dei precedenti: troncamento limitatamente
a un'area geografica, ovvero in toscano, oltre che nell'uso letterario, con in piú un
es. che si direbbe fossilizzato: "tosc.
o lett. il tronc. davanti a cons.: qualcun
di noi".
Treccani on line ripete:
Qualcuno [i] "Unito ad altro, altra,
subisce, come uno, troncamento
nel masch., elisione nel femm.: indicami
qualcun altro, qualcun’altra; [ii] il troncamento davanti a
consonante è ristretto all’uso letter. o toscano: qualcun di noi".
Alla luce di
quanto sopra, nel caso di <qualcun
altro> si può allora sostenere che fonologicamente si tratta di un caso
di troncamento dell'italiano se non d'antan,
dell'italiano limitato alla Toscana nella sequenza "qualcun di", mentre la stessa grafia è limitata all'italiano
scritto-letterario (non parlato).
(En passant, il DiPI. Dizionario di pronuncia italiana di L. Canepàri 1999, ried.
2000 omette il sintagma qualcun di noi
perché probabilmente letterario e fossilizzato, con relativo problema
ortografico di <qualcun altro>).
3. L'uso degli
italografi colti?
Prima
di argomentare sulla norma ortografica, sostenuta dai dizionari, <qualcun altro> e non già <qualcun'altro> contro o al di
là della sua realtà fonologica dell'italiano contemporaneo della maggioranza
degli italiani, qual(')è l'uso ortografico degli italofoni/italografi colti
della fonia /,kwalku'naltro/?.
3.1. Usi di <qualcun altro>
Va subito
detto che gli usi del sintagma non apostrofato <qualcun
altro> sono decisamente dominanti, come confermano banche dati diverse.
Stando
alla BIZ (Biblioteca Italiana Zanichelli) 2010, ricca di quasi 1000 titoli
della letteratura italiana nell'arco di 8 secoli, la stringa <qualcun altro> appare in 71 documenti,
come mi informa lo storico della lingua Fabio Rossi, che per me pazientemente
(e amichevolmente) ha fatto la ricerca.
Anche
nel Primo Tesoro
della Lingua Letteraria Italiana del Novecento di T. De Mauro ben
114 sono occorrenze di <qualcun altro>
(elisione, eccezionalmente, non apostrofata) in 47 opere di romanzieri del
Premio Strega dal 1947 al 2006.
Persino
in Google "libri ricerca avanzata" nell'arco del ventennio 2000-2020
su 32 videate, la stragrande maggioranza degli ess. sono privi di apostrofo.
Il
Grande dizionario [storico] della lingua italiana di Battaglia-Bàrberi
Squarotti 1990, vol. XVI da parte sua riporta un solo es. di G. Pascoli av.
1912 e senz'apostrofo: "Il qualcun altro".
3.2. Usi di <qualcun'altro>
Rispetto
alla grafia non apostrofata <qualcun
altro>, la variante apostrofata <qualcun'altro>
è invece decisamente minoritaria, e poco comune, se non rara.
Contro
le 114 occorrenze di <qualcun altro>
in 47 opere di romanzieri dal 1947 al 2006, su ricordate del citato Primo Tesoro della Lingua Letteraria
Italiana del Novecento, c'è infatti un solo es. di <qualcun'altro>,
coerentemente apostrofato in quanto elisione, in Stanislao Nievo 1987:
(i) "Bisognava
assicurare difesa, sicurezza di movimento commerciale e un minimo di sviluppo,
altrimenti qualcun'altro poteva intervenire con grave pregiudizio di chi
aveva fatto il primo passo [...]" (Le
isole del paradiso, p. 46).
E
anche in Google "libri ricerca avanzata" nell'arco del ventennio 2000-2020
su 32 videate, pochissimi sono gli ess. con l'apostrofo (11 in 7 autori),
giusto i seguenti:
(i)
Claudio Azzara, Stefano Gasparri 2005: "Se qualcuno presta semplicemente una sua arma ad un altro e quello che
l'ha ricevuta fa del male a qualcun'altro con essa
[...]" (Le leggi dei
Longobardi. Storia, memoria e diritto di un popolo germanico, La Storia, p. 91; con due
ess. peraltro senza apostrofo pp. 27 e 61).
(ii-iii)
Luciano Ballabio, Giorgio Fabbri, Francesco Senese 2010: "Qualcuno
sussurra a bocca chiusa Eine kleine
Nachtmusik di Wolfang Amadeus Mozart e qualcun'altro Time dei Pink Floyd, qualcuno l'attacco
delle Quatto Stagioni di Antonio Vivaldi e qualcun'altro When The Saints Go Marching In di Louis
Armstrong" (Come un'orchestra. Fare
musica insieme per crescere insieme, Milano, FrancoAngeli-Le Comete, p.
223).
(iv)
Charles
Dickens 2011: "Dopo di ciò, quel giorno, sul volto di Luisa
s'aprì un sorriso per qualcun'altro diverso
dal fratello. Qualcun'altro, ahimè!" (Tempi difficili, Newton, trad.
integr.).
(v) Judy Weiser 2013
(orig. canadese 1999): "È probabile che questo genere di
commenti suoni familiare a chiunque abbia mai provato a scattare una fotografia
a qualcun'altro" (FotoTerapia. Tecniche e strumenti per la clinica e
gli interventi sul campo, FrancoAngeli, p.
227; ma poco dopo un es. senz'apostrofo).
(vi-vii) Fabio Celvini 2014 II ed. : "Lì incontri qualcun'altro e riparti dopo il caffè e la sigaretta. All'uscita dell'autostrada
trovi qualcun'altro ed il rombo dei motori si fa ancora più forte" (Malato di Moto. Scritti evolutivi del
motociclista anormale, cap. 15).
(viii-ix) Luca Clun- 2014: "Se
questa cosa qualcun'altro può farla, allora puoi farla anche tu? (La Fisica del Cambiamento, Bruno Editore, con un secondo es.).
(x) Nieves García Bautista
2015: "Entrambi erano d'accordo che era normale conoscere altre persone e
perfino innamorarsi, ma in quel momento a nessuno dei due sembrava possibile
riuscire ad amare qualcun'altro" (L'amore profuma di caffè, on line).
(xi) Aeadem: "Doveva
riconoscere che l'idea che Cayetana s'innamorasse di qualcun'altro non
gli piaceva" (ibid.).
3.3. Grafia
univerbata <qualcunaltro>
Colpisce
poi per la sua rarità la grafia univerbata di Italo Calvino 1950, <qualcunaltro>
nel citato Primo Tesoro, speculare
peraltro alla fonia del composto con accento primario e secondario:
/,kwalku'naltro/:
"andando,
stavano attenti all'abbaiare dei cani nel fondovalle; poteva voler dire
l'esse-esse che veniva a cercar loro, o la madre che tornava già libera, o il padre,
o qualcunaltro che veniva a dire qualcosa, qualcosa che spiegasse. Ma i
cani abbaiavano alla zuppa, i bambini nei casolari della vallata gridavano
battendo i cucchiai sulle scodelle" (Ultimo
viene il corvo, p. 99).
Analoga
occorrenza era stata peraltro anticipata da Carlo Dossi 1868:
"Nè solo i ragazzi. Ogni uomo è il guancialino da spilli di qualcunaltro;
Ghioldi lo era di tutti: fra i molti, dei Proverbio" (L'altrieri, Panche di scuola, 4, capoverso 20, BIZ).
3.4. "Qualcun di (noi)" in BIZ
e in Google "ricerca libri avanzata"
Quanto
al troncamento letterario e toscano del sintagma fossilizzato "qualcun di noi", stando alla citata
BIZ 2010 (e alla cortesia di Fabio
Rossi), appare in due autori del '500 (G.B. Gelli e T. Costo, e anche in Google).
Più in generale la stringa "qualcun
di + (loro, questi, quelli)"
è presente in 15 attestazioni di 12 autori, spesso toscani del '500 (A.
Piccolomini, G.B. Gelli, A.F. Grazzini detto il Lasca, G.B. Ramusio, B.
Cellini, T. Garzoni, T. Costo), del '600 (S. Rosa), del '700 (C. Goldoni, L. Da
Ponte), dell''800 (V. Monti e G. Giusti).
In
Google
"ricerca libri avanzata" il sintagma fossilizzato "qualcun di noi", è documentato con più
ess. diversi, almeno a partire dal '500, di cui riportiamo il più antico.
Accademia degli Intronati da Siena 1537: "ma gliè male in
formata,ch'io son quasi alieuo di Spagnuoli, e alla fine uorro piu presto uno scudo
del suo, che dargli un carlin del mio, qualcun di noi ci farà incolto, lasciami scostare un poco da
questa casa, e por mente che gente u'entra, e esce, per saper che razza
di donna sia" (Comedia del
sacrificio degli Intronati celebrato nei givochi d vn carnovale in Siena, Terzo
Atto, Scena Quinta 1538; = Comedia del sacrificio de gli
intronati da Siena, Terzo
Atto, Scena Quinta 1543 p. 45)
Per
i secoli successivi citiamo solo i seguenti, documentati nel '800:
(i)
Luigi Pirandello
1893: "tanto che certe volte, qualcun
di noi si arresta colpito da un grave dubbio, e si domanda: «Ch'io
sia solo a non capire nulla?»" (Arte
e coscienza d'oggi, in
Saggi, poesie, scritti varii a c. di Manlio Lo Vecchio-Musti, Mondadori 1973, p. 900 = Saggi e interventi, a c. di Ferdinando Taviani,
Mondadori 2006, p. 195).
E
nel '900:
(ii) 1931: "Un problema nasce poi molto serio e delicato quando v'è qualcun di noi ch'ha più d'un significato. In sì tragico momento capitar può l'occasione di far uso dell'accento per chiarir la distinzione" (I diritti della scuola, p. 265).
(iii) Giovanni Papini av. 1956: "Se vi fu qualcun di noi che alla Tua gloria
immolò con impetuosa allegrezza la sua vita, una sola grazia Ti chiediamo:
separa noi dagli altri risorti" (Tutte
le opere di Giovanni Papini. E scritti postumi, Milano, Mondadori 1958,
vol. 10, Ed. 1, p. 317).
(iv) Luciano
Bianciardi av. 1971: "da lui
una bella lettera a conferma della verità, il numero totale non tornava più
giusto, e i generali dagli a insistere e a domandare come mai gli sbarcati
fossero cresciuti fra Talamone e Marsala, quasi che potesse qualcun di noi partorire" (L'antimeridiano, in Tutte le opere. saggi e
romanzi, racconti, diari giovanili, a c. di Luciana Bianciardi, Massimo
Coppola, Alberto Piccinini, Isbn Edizioni 2005, p. 767).
(v) .Luigi Borgia, Arnaldo D'Addario 1995: "Esser verissimo che vi è
stato talvolta qualcun di noi che
si è agramente risentito contro qualche peripatetico ma ciò mai per la parte
nostra non aver trapassato i termini del
decoro e del rispetto dovuto a i publici [sic] professori [...]" (Studi in onore di Arnaldo
d'Addario, Conte ed., p. 1341).
(vi)
Giuseppe Bonaviri 1999:
"Ulisse: Io non vo' che noi ragioniamo di questo, perché queste cose sono
ordinate a benefizio di qualcun di
noi, e non appartengono a la specie per se stessa" (Favola, fiaba, fantastico, Istituto
poligrafico e Zecca dello Stato, p. 283).
(vii)
Franco Buselli, Sergio Dante Paolicchi 2009: "e se qualcun di noi si volle i figli
istanti ci convenne ricorrere dall'insegnante Maestra Orsi Zita, sborzando alla
medesima il lucro dovutole" (Il
Forte dei Marmi. Forti e fortificazioni del litorale versiliese, Pacini, p. 231).
(viii) Ezio Berti 2013: "Se ancora sentisse qualcun di noi parlare o gridare,
fracasserebbe insieme le nostre teste e le travi della nave con qualche
scheggione di roccia: tanto tira lontano" (Odissea in bianco e nero, Macerata, Edizioni Simple, on line).
(ix) Giuseppe Bandi 2020: "Le nostre ragioni eran
buone e non facevano una grinza, e tutta la brigata ci fece eco, ed ogni bocca
manifestò il parere che qualcun di
noi movesse primo la pedina verso il generale" (I Mille. Da Genova a Capua, Ae. Aonia
edizioni, p. 293).
4. Un parallelismo
<qual è> vs <qual'è> e <qualcun altro> vs <qualcun'altro>
Il problema dell'apostrofo dell'oscuro
sintagma <qualcun(')altro>,
passato inosservato ai puristi, richiama inevitabilmente quello del famigerato
<qual(')è>, al centro di
polemiche (ideologiche) mai assopite.
Il sintagma senz'apostrofo
cristallizzato <qualcun altro>,
giustificato dal troncamento nell'italiano d'antan,
e letterario, e quindi, con rispecchiamento fonia/grafia, è infatti
strutturalmente analogo al <qual è> con analogo rispecchiamento
fonia/grafia alla base anche dei sintagmi cristallizzati <qual piuma al vento>, <in un certo qual modo> ;, <per qual motivo>.
Le grafie con apostrofo <qualcun'altro> e <qual'è>, giustificate entrambe dall'elisione
nell'italiano contemporaneo, presentano invece una diversa diffusione (e un
diverso giudizio normativo). Il <qualcun'altro>
è decisamente raro, mentre il <qual'è>
è assai diffuso anche presso italografi colti (e quindi non errato), un
recentissimo es. illustre: "E allora
qual’è il problema?" (Alessandro Bergonzoni, State tranquilli tutto tornerà come dopo, in "la Repubblica" venerdì 10 aprile 2020, p. 33).
5.
Norma ortografica corretta: quella della maggioranza
In conclusione, sul piano normativo, se
la grafia con apostrofo <qualcun'altro>
è normativamente giudicata errata (anche se fonologicamente si tratta per gli
italiani contemporanei di elisione), ciò dipende sia dalle norme prescrittive indicate
nei dizionari, sia dal fatto che si tratta di un uso certamente raro.
Tale criterio implicito è infatti alla
base dell'indicazione di grafia errata di *<qualcun altra> (p. 19), e corretta di <qualcun'altra> (p. 34) nel volumetto su L'ortografia di L. Cignetti-S. Demartino (Carocci 2016).
E
anche nella rubrica "Dubbi sull'Italiano. Consulenza on line"
al "Quesito":
"[...] ho un dubbio sulla grafia di una parola: qualcunaltro, qualcun'altro o qualcun altro?"
è seguita la "Risposta":
"La grafia corretta è qualcun altro. Qualcuno
si comporta come l'articolo indeterminativo un, uno, una:
dunque vuole l'apostrofo al femminile (perché è elisione di qualcuna),
non lo vuole al maschile. Esempi: 'qualcun altro', 'qualcun'altra', 'c'è
qualcuno che possa aiutarmi?', 'Qualcuna di voi ha visto la mia matita?'. Fabio
Rossi".
5.1. E la minoranza?
5.1. E la minoranza?
Per chi vuol tenere conto di <qualcun'altro> degli usi illustri
della minoranza (§ 3.2), la grafia con apostrofo non verrà considerata errata.
Sommario
1.
L'ortografia e le sue norme (colte): elisione vs troncamento
2.
L'elisione (fonologica) con apostrofo (ortografico): <qualcun’altro>!
2.1. La
grafia <qualcun altro>:
un'eccezione!
2.2.
Troncamento non già elisione nei dizionari
2.3.
Zingarelli 2019, troncamento ancora più esplicito
2.4. Treccani-Simone 2005: troncamento letterario e toscano Garzanti-Patota 2013: troncamento letterario
2.5. DOP
19812 (e Treccani on line): troncamento
toscano e letterario con un es. fossilizzato
3.
L'uso degli italografi colti?
3.1.
Usi di <qualcun altro>
3.2.
Usi di <qualcun'altro>
3.3.
Grafia univerbata <qualcunaltro>
3.4. "Qualcun di (noi)" in BIZ e in Google "ricerca libri
avanzata"
4.
Un parallelismo <qual è> vs
<qual'è> e <qualcun altro> vs <qualcun'altro>
8 commenti:
Trovo quest'intervento del prof. Sgroi interessantissimo.
A mio parere gli italiani percepiscono "un" e "uno" come oggetti diversi tra loro, ma "qualcun" come elisione di qualcuno, e quindi far derivare le regole di qualcun(o) da un/uno produce delle incoerenze che l'articolo ha scientificamente e sacrosantamente documentato: se applicassimo le regole di elisione e troncamente a "qualcuno", siamo davanti a elisione, non troncamento.
Io invece trovo gli interventi del prof. Sgroi di nessuna utilità pratica in quanto troppo specialistici, troppo dispersivi e troppo dotti. E, come si sa, il troppo stroppia. Molto utili risultano, per contro, gli interventi del dott. Raso che non ha la testa fra le nuvole, ma i piedi per terra.
Cordiali saluti.
Otto
Trovo questo giudizio del lettore Otto sugli scritti del prof. Sgroi a dir poco ingenerosi.
Intanto passare oltre nel caso di un contenuto che non interessi è opera di un nanosecondo o poco più. Perché quindi prendersi la briga di criticare?
Ma gli interventi del prof. Sgroi, per quanto molto tecnici, sono rivelatori della natura della nostra lingua e di come essa evolve in accordo e a volte in contrasto con una certa "norma dotta".
Personalmente li trovo preziosi. Io ad esempio sto valutando di passare a qualcunaltro univerbato come faceva Calvino, evitando di troncare ciò che andrebbe eliso.
Saluti
Luca Passani
Ovviamente, il signor Otto può anche andare oltre, e tanto peggio per l'autore che ha perduto un potenziale lettore!
Poi, certo i miei articoli possono risultare "troppo specialistici" e richiedere uno sforzo che non tutti (legittimamente) possono non voler compiere.
Infine, d'accordo che nella vita è sempre bene avere "i piedi per terra", ma ogni tanto "volare", andare "fra le nuvole" e anche "sopra le nuvole", permette di vedere cose impossibili da apprezzare se si rimane sempre "terra terra".
Prof. Salvatore Claudio Sgroi
Apprezzo molto la replica del prof. Sgroi al mio commento di ieri (definito da Luca “ingeneroso”). Replica equilibrata, misurata e, nel finale, addirittura piacevolmente ironica.
E non mancherò di dedicare qualche minuto in più alla lettura dei suoi interventi, sebbene per me troppo impegnativi.
Rinnovo i cordiali saluti.
Otto
"Uno scatolo"? Questo regionalismo spacciato per italiano standard la dice lunga sulla qualità delle analisi linguistiche del professore. Grazie, ma no, grazie. Continuerò a scrivere "qualcun altro", "qualcun'altra" e "qual è".
Alberto
Sarei curioso di avere dall'indignatissimo Alberto informazioni sulle mirabolanti opere letterarie con cui lui stesso ha arricchito la letteratura italiana, giustificando così un giudizio tanto duro (e, hai visto mai, giusto) verso chi approccia scientificamente lo studio della nostra lingua con studi su riviste linguistiche e su pubblicazioni dell'Accademia della Crusca.
Alberto, cos'hai scritto? Racconta.
Trovo un commento del genere al limite dell'offesa e dell'insulto, che meriterebbe solo la "disconferma", se non per dire che esso qualifica solo chi vuole offendere senza neppure il coraggio della aperta polemica, sottoscritta con nome e cognome, di chi è solo un "arci-purista", un gratuito "rompi-scatole" e "spacciatore" di posizioni che io non ho mai sostenuto. Io non ho affatto detto che (il metalinguistico) "scatolo" sia "italiano standard", ma è certamente "italiano" in compagnia anche con L. Capuana e L. Pirandello (chi sono mai costoro?). Né ho mai detto che bisogna scrivere questa o quella parola con o senza apostrofo. Ognuno scriva come vuole, senza pretendere di giudicare gli altri!. La "qualità -- laica -- delle analisi linguistiche del professore" certamente "la dice lunga"!. Confermo. Che non piaccia, non so che farci. La mia stessa "laicità" mi lascia dantescamente imperturbabile.
prof. Salvatore Claudio Sgroi
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