sabato 25 aprile 2020

Sgroi - 61 - Papa Francesco contro la PANDèMIA, pardon "la pandemìa"


di Salvatore Claudio Sgroi

 1. L'evento
Sarà capitato a molti sentire Papa Francesco a proposito del coronavirus pronunciare ora pandèmia (trisillabo) (15 aprile TG-1 ore 13.30) ora pandemia quadrisillabo (19 aprile TG 1 ore 15.43). 
Per un italofono straniero (o "allo-italofono"), trattandosi nella fattispecie di un ispano-nativofono, sono quasi fisiologiche le interferenze fonologiche dovute allo spagnolo, soprattutto nell'uso delle consonanti doppie realizzate tendenzialmente come scempie, o delle occlusive (/b/d/g/) diventate fricative, o in maniera più marcata, nell'uso degli accenti, come nel caso in questione.

1.1. Pronuncia "errata" in quanto uso di un "allo-italofono"
Come a suo tempo ha chiarito Eugenio Coseriu (1990), il "Rango histórico o idiomático" di una lingua implica da parte di un nativo il ‘sapere una lingua’ in maniera "corretta". Ciò comporta l’adozione della norma di solidarietà, cioè il parlare come gli altri entro lo stesso ambito funzionale, con conseguente garanzia della continuità della lingua storica e della lingua comune.
Invece il ‘saper una lingua’ da parte di uno straniero può presentare interferenze specifiche. In questo caso Coseriu fa ricorso all’etichetta “incorrecto” ovvero 'scorretto'. Testualmente: il «saber idiomático [...] es un saber tradicional»; «lo correcto es lo conforme a la tradición idiomática y [...] que es simplemente lo conforme a la lengua»; «E ‘incorrecto’ es lo que no es conforme a esa tradición».
La pronuncia pandèmia è quindi, alla luce di questa concezione, "errata" in quanto non riscontrabile (sembrerebbe) in bocca ad italofoni (colti o popolari, che siano), ma a stranierofoni (o "allo-italofoni").
Un errore, va anche detto, "innocuo" che non compromette minimamente la comunicazione.
Anche il Papa straniero, "Sommo Locutore", può alla fine sbagliare e non è quindi (ahimè) (fonologicamente) "infallibile".

2. La pronuncia pandémia in spagnolo
Se l'ispanofono Francesco ha detto "pandémia" è quindi perché, com'è facile constatare, in spagnolo (europeo o atlantico) si dice "pandémia" e non *"pandemìa". Ma come mai in spagnolo è corrente la pronuncia trisillabica?.

2.1. Spagnolo atono <'-ia> (dal lat.)
La risposta strutturale ci è fornita da David Pharies che nel suo Diccionario etimológico de los sufijos españoles (Gredos 2002) nel cap. sul suffisso atono '-ia scrive: "Terminación culta de miles de vocablos españoles, proveniente en la mayoría de los casos de una terminación átona latina -ia, de origen múltiple, y en otros casos, del sufijo gr. -ία" (p. 297), per es. tragedia [dal lat. tragoedĭa(m), < dal gr. tragōidía], malicia [dal lat. malĭtĭa(m)], infamia [dal lat. infamĭa(m)], comedia [dal lat. comoedĭa(m), < dal gr. kōmōidía], farmacia [< dal gr. pharmakeía].
Le migliaia di parole con il suffisso atono '-ia dello spagnolo costituiscono quindi la [Regola-1] inconscia nella grammatica fonologica della lingua di Bergoglio. Etimologicamente tale suffisso atono caratterizza fondamentalmente latinismi, e secondariamente grecismi.

      2.2. Spagnolo tonico "-ía" (dal latín ecles. y cient., dal greco -ία)
 In spagnolo esistono anche parole con il suffisso tonico -ίa, come illustra lo stesso Pharies nel relativo cap., in quantità decisamente inferiore, e che etimologicamente sono grecismi mediati dal latino. Tale suffisso "refleja [il greco] -ία, sufijo idéntico en forma y función, transmitido al español como elemento final de helenismos por medio del latín eclesiástico y científico" (p. 293), per es. astrología [dal lat. astrolŏgĭa(m), < dal gr. astrología], astronomía [dal lat. astronŏmĭa(m) < dal gr. astronomía], fantasía [dal lat. phantasĭa(m), < dal gr. phantasía]. Ed è questa, potremmo dire, la [Regola-2] minoritaria, di grecismi latinizzati.

3. Suffisso atono '-ia in latino vs tonico -ία in greco
Quanto al latino, come ricorda il Traina-Bernardi Perini (19773) Propedeutica al latino universitario, (I) il suffisso '-ia atono è sempre indigeno, per es. lat. custōdĭa(m) > it. custodia; lat. fŭrĭa(m) > it. furia; lat. gratĭa(m) > it. grazia; -- lat. malĭtĭa(m) > it. malizia; lat. infamĭa(m) > it. infamia.
II) In lat. il suffisso atono '-ia adatta così a sé il suffisso tonico greco -ía, per es. nei seguenti grecismi: gr. historía > lat. histŏrĭa(m) > it. storia; gr. kōmōidía > lat. comoedĭa(m) > it. commedia; gr. tragōidía > lat. tragoedĭa(m) > it. tragedia; gr. artēría > lat. tardo artērĭa(m) > it. arteria.
E ancora: II.a) gr. philosophía > lat. filosofĭa (ma: it. filosofìa); gr. allēgoría> lat. allegorĭa(m) (ma: it. allegorìa); gr. analogía > lat. analŏgĭa(m) (ma: it. analogìa); gr. philología > lat. philolŏgĭa(m) (ma: it. filologìa).

3.1. Suffisso tonico -ìa in latino deriva dal greco -εία
Invece (III) il suffisso lat. -īa deriva sempre dal gr. -eía: gr. elegeía > lat. elegīa(m) > it. elegìa; gr. eirōneía > lat. ironīa(m) > it. ironìa; gr. apátheia > lat. apathīa(m) > it. apatìa; gr. periphéreia >  lat. tardo peripherīa(m) > it. periferìa.

3.1.1. Doppia accentazione in italiano
La situazione sopra descritta in greco e in latino spiega anche l'esistenza della duplice accentazione, normativamente corretta, legata ora alla base greca ora a quella latina, per es. gr. homōnumía > lat. tardo homonўmĭa(m) > it. omonimìa/omonìmia; o gr. metōnumía > lat. tardo metonўmĭa(m) > it. metonimìa/metonìmia.

4. Italiano: suffisso tonico -ìa vs atono '-ia
Per quanto riguarda la presenza in italiano dei due suffissi, L. Serianni (1988, 19982) nella sua grammatica osserva: "I due suffissi (-ìa di follìa [neoform.:"der. di  folle con -ìa" De Mauro 2000) e -'ia  di perfidia ["dal lat. perfĭdĭa(m)"] risalgono al greco -ìa [...]: il primo, che è l'unico ad essere realmente produttivo, mantiene l'accento greco; il secondo presuppone la mediazione del latino (il che spiega la ritrazione dell'accento dalla penultima breve alla terz'ultima" (§ XV.24).
L'A. sembra così privilegiare l'etimo greco di ìa in italiano, per via della sua produttività, rispetto all'atono '-ia, di cui presuppone sempre la mediazione del latino. Ma l'es. perfidia con l'atono '-ia non implica alcun grecismo. E quindi bisognava sia cambiare la esemplificazione, per es. indicando un grecismo mediato dal latino, come peripezìa: "dal lat. mediev. peripetīa(m), dal gr. peripéteia", o energìa "dal lat. tardo energīa(m), dal gr. enérgeia", sia soprattutto precisare la formulazione storica con la triplice esemplificazione: follìa (neoform.), perfidia (latinismo tout court), peripezìa o energìa (grecismi latini).

4.1. Frequenza in italiano dei suffissi tonico -ìa e atono '-ia
Ma, a parte ciò, l'A. fornisce una risposta essenziale riguardo alla frequenza dei due suffissi in italiano, allorché rileva che "la frequenza di suffissati in -ìa è dovuta anche al fatto che alla serie deaggettivale (allegro > allegrìa ["der. di allegro con -ìa"], pazzo > pazzìa ["der. di pazzo con -ìa"]) e denominale (tiranno > tirannìa ["der. di tiranno con -ìa"] si affiancano le formazioni in -erìa [nel De Mauro sono ben 556 i lessemi in /eria/ di cui 534 lessemi tonici in /erìa/ e per lo più suffissati in /-erìa/] e in composti dotti con secondo elemento grecizzante (filosofia ["dal lat. philosŏphĭa(m), dal gr. philosophía"], astronomìa ["dal lat. astronŏmĭa(m), dal gr. astronomía"] ecc.".
Tutto ciò farebbe quindi propendere per una maggioranza in italiano di lessemi in /-ìa/ tonici rispetto a quelli atoni in /'-ia/, in un rapporto inverso rispetto a quello dello spagnolo. Da qui quindi la pressione della pronuncia del Sommo Locutore nativo-ispanofono e allo-italofono per pandèmia, pur non mancando in spagnolo lessemi tonici in /-ía/.

5. It. pandèmia
Ma lo scavo sulla formazione delle parole non è privo di sorprese, perché il De Mauro 2000 (e il Battaglia vol. XII 1984) accanto al quadrisillabo pandemìa lemmatizza un omonimo (omografo ma non omofono) trisillabo pandèmia s.f. (omofono al termine di Papa Francesco) ma di ben altro significato:
2pandèmia: s.f. "B[asso]U[so] lett." col significato di "prostituta", datato 1927, e "der. di pandemio".
Il Battaglia consente di risalire agli usi letterari di pandèmia s.f. 'prostituta': E. Cecchi 1927: "sogna il cinema e la pandèmia"; -- E. Montale 1971: "Falò accessi [recte: accesi] nelle periferie / delle pandemie erranti"; -- E. Vittorini 1947: "Sta tranquillo, preferisco le pandemie".

5.1. Pandemio agg. (Venere pandemia 'prostituta', casa pandemia 'postribolo')
L'agg. pandemio è a sua volta lessema di "B[asso]U[so] lett." col significato "che appartiene a tutti, comune". e con gli ess. "Venere pandemia, eufem., prostituta" e " casa pandemia, 'postribolo' "; l'agg. a sua volta datato 1819, "dal lat. tardo pandēmu(m), dal gr. pándēmos, pandḗmios, comp. di pan- 'pan-' e dêmos '1popolo'".
Ancora una volta il Battaglia consente di risalire agli usi letterari: Venere pandemia 'prostituta, meretrice' in F.D. Guerrazzi 1885 (ma già settecentesca in Google libri); -- A. Panzini 1905: "Venere Pandèmia vale meretrice, cantoniera"; G. D'Annunzio av. 1938: "l'ara di Venere Pandemia"; G.P. Lucini 1911: "invito pandemio" e 1909: "il vizio pandemio"; G. Papini av. 1956: "quell'arte commerciale e pandemia ch'è il cinematografo"; A. Soffici 1952: "casa pandemia" 'postribolo'.

Sommario
1. L'evento
 1.1. Pronuncia "errata" in quanto uso di un "allo-italofono"
 2. La pronuncia pandémia in spagnolo 
 2.1. Spagnolo suffisso atono <'-ia> ( dal lat.)
     2.2. Spagnolo suffisso tonico  -ía (dal latín ecles. y cient., dal greco -ία 
 3. Suffisso atono '-ia in latino vs tonico -ία in greco
         3.1. Suffisso tonico -ìa in latino deriva dal greco -εία
          3.1.1. Doppia accentazione in italiano
         4. Italiano: suffisso tonico -ìa vs atono '-ia
          4.1. Frequenza in italiano dei suffissi tonico -ìa e atono '-ia
 5. It. pandemia
5.1. Pandemio agg. (Venere pandemia 'prostituta', casa pandemia 'postribolo')





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