di Salvatore Claudio Sgroi
1. Un'alternativa al Dantedì
Con riferimento al nostro intervento n. 51 su "Il Dantedì: neologismo latinizzante o anglicizzante?" (28 marzo), alcuni amici-colleghi (di quelli ricordati nel precedente intervento n. 58 "Pro e contro l'etimo anglicizzante/latinizzante del DANTEDÌ" del 16 aprile, o anche altri) -- ovvero un filologo, due linguisti, tre storici della lingua, un letterato e un non-universitario -- si sono invece soffermati non sulla genesi (o oltre che sulla genesi anglicizzante o latineggiante) del composto, ma sulla scelta (o anche sulla scelta) in quanto tale del lessema Dantedì, esprimendo al riguardo un giudizio di valore con altri suggerimenti-preferenze.
1.1. Ma quale?
Un filologo ha apprezzato l'iniziativa culturale, ma non ha gradito né l'anglicismo Dante-day né il calco (anglicizzante) Dantedì, senza tuttavia proporre alcuna alternativa:
(i) "Personalmente non mi piace nessuna delle
due formazioni anche se trovo molto giusta l'istituzione di un giorno per
la nostra maggior musa".
1.2. Un "derivato corretto": il Dì di Dante!
Un glottologo-linguista è stato attratto non dal problema della genesi (anglicizzante o latinizzante) del composto, ma dalla preoccupazione, direi, neopuristica di "creare un derivato corretto", rispetto alla quale ha precisato: "Penso che la struttura originaria dell'inglese sia oscura nel prestito".
Un glottologo-linguista è stato attratto non dal problema della genesi (anglicizzante o latinizzante) del composto, ma dalla preoccupazione, direi, neopuristica di "creare un derivato corretto", rispetto alla quale ha precisato: "Penso che la struttura originaria dell'inglese sia oscura nel prestito".
E siccome (i) il "Dante-day" non gli piaceva,
"istintivamente sgradevole" dato il richiamo al
"vaffa-day", come (ii) non gli piaceva "Dantedì" (tra
l'altro oscuro anche ad altri parlanti, secondo un suo sondaggio),
(iii) ha proposto il Dì di Dante
rispetto anche al più prosaico e meno letterario 'il giorno di Dante': una soluzione insomma che forse avrebbe
potuto indicare neopuristicamente F. Sabatini, scartando il sospetto (più che
giustificato) del calco inglese.
Queste le sue
parole:
(i) "Mi pare che - a parte
il loro pedigree - nessuno dei nomi proposti per la giornata di Dante
sia del tutto soddisfacente. Il Dante-Day
a me è istintivamente sgradevole: ha come modello fra l'altro il vaffa-day, che a quanto ricordo ha dato
un forte impulso al proliferare di nomi creati sulla base di D-day. Povero Dante, lo mettiamo in coda
a questo gruppo intitolandogli una giornata?".
(ii) "Poi c'è _Dante-dì_: ho provato a chiedere a
varie persone se potevano interpretare questo titolo, se poteva essere un
titolo efficace, ma il titolo risulta del tutto opaco, non suggerisce
niente. Qualcuno che aveva presente il latino suggeriva di interpretare il
titolo come _D'ante dì_, 'del giorno prima' ".
(iii) "Propongo di tornare
all'italiano, e di intitolare la giornata in ricordo di Dante _Dì
di Dante_ (N dì + Prep di +N Dante) 'giorno di Dante'. Due _dì_
omofoni di seguito non disturbano; consultando velocemente una banca dati, li
trovi in ottima compagnia in tutta la storia dell'italiano".
1.3. "Il giorno di Dante"
Uno storico della lingua (S-1) si è così espresso:
Uno storico della lingua (S-1) si è così espresso:
"Si potrebbe anche dire il giorno di Dante come la settimana della lingua. Ma visto che Dantedì
ha fatto presa, meglio così".
1.4. "Giornata per Dante"
Un altro storico della lingua (S-2) ha dichiarato la sua preferenza a favore della Giornata per Dante:
Un altro storico della lingua (S-2) ha dichiarato la sua preferenza a favore della Giornata per Dante:
"io avrei preferito "giornata
per Dante" (proprio perché una volta tanto che l'iniziativa è
italiana, ce la potremo chiamare come vogliamo, senza paura di essere troppo
lunghi?".
1.5. "Didante" o "Giornata di
Dante"
Un letterato da un lato ha argomentato la sua critica per il "DanteDì > Dantedì":
Un letterato da un lato ha argomentato la sua critica per il "DanteDì > Dantedì":
"L'azione
di occultamento del troppo usato e riconoscibile Day non può
risolversi solo nella sostituzione con 'dì', di chiara suggestione
due/trecentesca. Capisco quindi la minuscola 'dì' perché la maiuscola 'Dì'
avrebbe evocato troppo facilmente il 'Day' ".
E dall'altro ha avanzato
due possibili soluzioni, con una sua preferenza:
"E se si
fossero rovesciati i termini di questo neologismo, di questo composto? Per
esempio: 'DiDante'? O anche più semplicemente la 'Giornata di Dante'. Ma la mia è solo una divagazione che lascia il
tempo che trova".
1.6. "Giorno dantesco"
Un terzo storico della lingua (S-3) ha suggerito un prosaico giorno dantesco: "perché non "giorno dantesco"?.
Un terzo storico della lingua (S-3) ha suggerito un prosaico giorno dantesco: "perché non "giorno dantesco"?.
1.7. "Dantesì"
Infine, il Dantedì, come ci è stato detto, aveva trovato un possibile concorrente in Dantesì, ricalcato su "la lingua del sì", però subito scartato:
Infine, il Dantedì, come ci è stato detto, aveva trovato un possibile concorrente in Dantesì, ricalcato su "la lingua del sì", però subito scartato:
"era emersa come possibile anche la variante “ Dantesì” che
avrebbe sottolineato la paternità linguistica dantesca (la lingua del sì), ma
era parsa una soluzione meno diretta ed efficace".
1.8. E perché no i Dante-days?
Dimenticavamo, il commento (spiritoso) di un altro linguista:
"Beh meglio i Dante-days delle corona-nights: sono più innocui…."
1.8. E perché no i Dante-days?
Dimenticavamo, il commento (spiritoso) di un altro linguista:
"Beh meglio i Dante-days delle corona-nights: sono più innocui…."
Sommario
1. Un'alternativa al Dantedì
1.1. Ma quale?
1.2. Un "derivato
corretto": il Dì di Dante !
1.3. "Il giorno di Dante"
1.4. "Giornata per Dante"
1.5. "Didante" o "Giornata di Dante"
1.6. "Giorno dantesco"
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