Quando scriviamo cadiamo - molto spesso e senza rendercene
conto - in parole superflue e quindi inutili che - a volte - rasentano il
ridicolo. È bene, pertanto, leggere e rileggere i nostri scritti al fine di
"scovare" le superfluità ridicole (che ci sono sfuggite) e porvi
rimedio. Vediamo, piluccando qua e là tra le varie pubblicazioni, alcune inutilità
ridicole che ci hanno particolarmente colpito.
In corsivo la superfluità. Il
ferito è stato immediatamente portato in ospedale per una copiosa emorragia di sangue; contessa, gradisca i nostri rispettosi ossequi; il cielo, in quella
dolce mattinata primaverile, presentava una limpida
chiarità; i ragazzi in gita scolastica pranzeranno "al sacco":
prosciutto, formaggio, frutta e una pagnotta di pane; la nascita del primogenito ha portato, finalmente, una
grande felice letizia; fra tutti i
palazzi quello in cui andranno ad abitare i novelli sposi si distingue per la
sua magnifica maestosità; l'imputato
non si è presentato al processo adducendo un'improvvisa cefalea alla testa; Venezia mi ha veramente
affascinato, vi ritornerò di nuovo
l'anno prossimo; spesso ci domandiamo cosa sarà di noi nel futuro domani; il giovane si impegna con costante assiduità nello studio; nella
sfilata l'alfiere precedeva davanti;
dal finestrino del treno si potevano intravedere dei piccoli paesini.
Potremmo continuare...
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