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Spesse
volte, probabilmente senza rendercene conto, infarciamo i nostri scritti di
preposizioni che, “in realtà”, sono superflue se non addirittura errate.
Sarebbe bene, per tanto, rileggere con la massima attenzione le nostre “opere
letterarie” prima di darle, si fa per dire, alle stampe. Qualche esempio
renderà il tutto piú chiaro. Vediamo, quindi, piluccando qua e là, di “scovare”
queste preposizioni mettendole in corsivo. I coniugi, nonostante la stanchezza
per il lungo viaggio, alla (la)
mattina seguente si alzarono prestissimo; in
riguardo a lui, tutti sarebbero stati d’accordo che comportandosi in quel modo
sarebbe stata un’ingiustizia; è veramente difficile a descrivere quel che è successo l’altro giorno; l’assemblea, per
acclamazione, ha eletto a presidente
della Società il rag. Sempronio; è stato notato, da tutti, che per tutto il
tempo della conferenza Giovanni e Virgilio bisbigliavano fra di loro; a questo punto gentili amici,
non mi resta altro che di salutarvi
caramente; state tranquilli, verremo a trovarvi dopo di cena; nessuno osava di
entrare in quella stanza; in quell’anno
tutti gli imputati erano minorenni.
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La lingua "biforcuta" della stampa
Addio ad Andrea Camilleri, migliaia al Cimitero acattolico
per l'ultimo saluto allo scrittore
Dopo la cerimonia privata l'omaggio aperto al pubblico
nell'angolo di pace alle spalle della Piramide Cestia
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"L'omaggio aperto al pubblico"? Onestamente ci
sembra una castroneria linguistica. A nostro avviso, in buona lingua italiana,
i titolisti di un giornale che "fa opinione" avrebbero dovuto scrivere:
«Dopo la cerimonia privata l'omaggio del pubblico …»
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