giovedì 11 luglio 2019

Sgroi - 27 - L'ignoranza del parlante, la grammatica inconscia e l'errore


di Salvatore Claudio Sgroi *

1. L'evento bilingu-a
         Com'era prevedibile, gli amici e colleghi che hanno letto l'intervento su "Il MIUR E LA CREATIVITÀ MORFOLOGICA" dello scorso 9 luglio hanno reagito in maniera diversa. C'è chi ha trovato "divertente" il testo; chi addirittura "una miniera".
         C'è chi ha spiegato bi-lingua anziché 'bilingue'  dovuto a "una spinta analogica" e quindi ha dichiarato: "Io lo trovo in qualche modo giustificato".
         C'è chi invece lo ha severamente giudicato: "Troppo buono a concedere l'attenuante di bilingual, troppo buono...". 

 2. Condanna senz'appello
         E c'è ancora chi, un poliglotta non-linguista, da un lato mi ha valutato "sempre Dotto nelle analisi e Iperliberal e Permissivo!". Dall'altro ha espresso un suo giudizio di chiara condanna con un neologismo anglicizzante:
       "Io ho il sospetto che bilingua sia solo espressione della 'miur-ignoranza' ".

 3. "Ignoranza" del parlante e "grammatica inconscia"
          Un giudizio di questo tipo -- qualificare gli altri di essere "ignoranti" perché non conoscono una forma standard -- merita invero di essere attentamente analizzato. Perché se l'ignoranza riguarda certamente il mancato uso del comune "bilingue", occorre però chiedersi qual'è (sic!) il "sapere inconscio" che ha spinto il parlante ad usare l'inattesa, insolita, non comune forma "bi-lingua".
           L'ipotesi da cui bisogna infatti muovere è che bi-lingua è il risultato di un "sapere inconscio", perché è solo la mancanza di sapere a non generare nulla.

            3.1. Processo di "rianalisi" di bilingu-e     
Nel caso di bi-lingua il sapere inconscio da noi ipotizzato è costituito dal processo di "rianalisi" per cui il corrente "bilingu-e" è stato percepito come plurale, e riferito al "portale" sing. è stato quindi ri-analizzato come bilingu-a singolare. Su cui non è da escludere neppure la conoscenza (conscia?) dell'ingl. bilingual.
        Tale processo di rianalisi -- che ha luogo nella grammatica "inconscia" del parlante -- non è peraltro raro, in quanto è alla base di casi analoghi, che a differenza di bilingu-a sono ormai diventati comuni. Abbiamo menzionato il sing. microbo, da microbi pl. di microbio; -- il sing. battèr-e da batteri plur. di batterio; -- il sing. latticino da latticini pl. di latticinio, ecc.

 4. Vitalità di bilingu-a nel '900 e nel 2000
          Una scorsa a Google libri ricerca avanzata (10 luglio), consente ora di saggiare la sua vitalità, invero ristretta, se nell'arco del '900 e del 2000 abbiamo rintracciato una quindicina di ess. nell'accezione sia animata che non-animata.

Nel '900:
         (i) Accademia pontaniana 1906: "e gli atti diretti alle provincie di greco idioma, come Napoli , erano bilingui, e bilingua poscia diventò anche la corte" (Atti della Accademia pontaniana, vol. 36, p. 15).
         (ii) Luigi Cufino 1914: "Oltre a varie scuole dei lettori del Corano, presso le moschee, vi sono a Mussaua la scuola bilingua governativa con corso biennale per i soli indigeni e la scuola elementare della Missione Cattolica per europei e indigeni" (Nel Mar Rosso: Rendiconto di una missione inviata dalla Società africana d'Italia, aprile-luglio 2013, p. 82).
         (iii) 1940: "Da Tropaeum-Traiani, delle cui interessanti basiliche riparleremo in seguito, abbiamo un frammento d'iscrizione bilingua" (Ephemeris dacoromana. Annuario della Scuola romena di Roma, Libreria di scienze e lettere, p. 36).
          (iv) 1964: "Delle 80 riviste internazionali unilingua e delle 92 bilingua, la gran maggioranza usa l'inglese. Le riviste trilingua sono 186 ed impiegano soprattutto inglese, francese, tedesco." (Il Policlinico: Sezione pratica, p. 1271).
          (v) 1982 Italo Mancini: "Note alla edizione bilingua della Lettre à Marcus Herz, Aubier, Paris 1968, pp. 69-70)" (Guida alla Critica della ragion pura, Quattro Venti, vol. 2, p. 48).
          (vi) 1983: "Parrebbe, quindi, che Minkoff sia ricorso alle tavole dell'edizione bilingua, in francese e tedesco, edita da Simrock nel 1892" (Il Fronimo, p. 13).
          (vii) 1985: "rilascio delle certificazioni catastali nella forma bilingua (italiano e tedesco) nella prov. di Bolzano" (Giustizia civile: Repertorio generale annuale di legislazione, Giuffrè p. 476).

 E poi nel 2000:
            (viii) Elisabetta Scala 2005: "Un dizionario può essere:
             -- monolingua, cioè scritto in una sola lingua (...);
             -- bilingua, cioè che contiene due lingue; nel caso del dizionario bilingua italiano e inglese trovi nella prima parte le parole inglesi con la traduzione in italiano, e nella seconda parte le parole italiane con la traduzione inglese. (Simple english culture. Unità di apprendimento sulla civiltà anglofona).
            (ix) Christian Krötzl - Kirsi Salonen 2003: "una edizione bilingua in italiano curata da A. Berto è in preparazione presso il SISMEL" (The Roman Curia, the apostolic penitentiary and the partes in the later Middle Ages, Institutum Romanum Finlandiae).
             (x) 2002: "l'edizione critica bilingua, in romeno e italiano, con introduzione e commento, dei epitaffii in versi del cimitero di Sâpânta (Maramures)" (Religiosità popolare tra antropologia e storia delle religioni, Accademia di Romania in Roma, p. 22).
            (xi) Leonardo Messinese, ‎Christian Göbel 2006: "Saggio sulla teoria dei principi e sulle dottrine non scritte di Platone con una raccolta di documenti fondamentali in edizione bilingua, Introduzione e traduzione di G. Reale. Milano 2 1987" (Verità e responsabilità. Studi in onore di Aniceto Molinaro, Centro studi S. Anselmo, p. 337).
            (xii) 2007: "venendo anche incontro a particolari esigenze legate alla lingua della zona ove è indirizzata l'attività (basti pensare alle regioni bilingua...)" (Il Mondo, p. 83).
            (xiii) Enrico Guidoni 2008: "Sono in preparazione i primi volumi di un Atlante di storia delle città ceche, [...], Praha, edizione bilingua ceco - tedesco" (Città nuove medievali: San Giovanni Valdarno, la Toscana e l'Europa, Bonsignori, p. 202).
            (xiv) Mario Desiati 2008: "Trasmissioni culto come “Teledurazzo" su Telenorba, col quiz bilingua italiano-albanese" (Il paese delle spose infelici. Romanzo, Mondadori, p. 50).
            (xv) Giacomo Scotti 2008: "Il saggio citato è stato pubblicato nell'opuscolo I binari che ci hanno portato in Europa, pubblicato in edizione bilingua italiana e serba dalla Società Dante Alighieri di Niš nel 2004" (Adriatico, Balcani, slavi e italiani: vicende e personaggi di una lunga storia, Edizioni della Laguna, p. 168).
            (xvi) Pataterna Patatern 2009: "Il mio confronto con il libro di Diritto privato a forma di vocabolario bilingua devo dire la verità è stato piacevole" (Forse sono una ragazza prodigio. Ma non so bene in che cosa, I ed. digitale, Roma, Castelvecchi ed. 2017).

 4.1. Rianalisi di bilingu-e masch.
          Negli 11 ess. in cui bilingu-a si combina (§ 4) con un nome femminile (corte, scuola, iscrizione, edizione: 7 volte, forma) si potrebbe anche ipotizzare che il canonico bilingu-e sia stato percepito come maschile, da qui l'adeguamento al femminile bilingu-a. Ma in 3 ess. il sintagma ha la testa maschile (dizionario, quiz, vocabolario) e in 2 invece la testa è plur. femm. (riviste, regioni).

 4.2. Rianalisi di bilingu-e pl. e masch.
          Alla luce dell'es. del MIUR (portale bilingua) e degli ess. di cui sopra (§ 4 corte bilingua 1906, ecc.), il processo di rianalisi di bilingu-e in bilingu-a ha seguito complessivamente un duplice percorso. L'agg. bilingu-e è stato percepito ora (i) come pl. (femm.) ora (ii) come masch. (sing.) col comune risultato della forma bilingu-a (sing. e femm.).

               5. Il tandem con monolingu-a 'monolingue'
         Si sarà notato en passant nell'es. (viii) del 2005 la presenza della variante monolingu-a anziché 'monolingu-e', analoga a bilingu-a al posto di bilingu-e.
         L'agg. mono-lingue 'che usa una sola lingua', 'detto di dizionario' è neoformazione datata 1966 (De Mauro 2000), costruita sul latinismo bi-lingue. Ed è composto ibrido (per metà greco e per metà latino), morfo-semanticamente illogico ('una-lingu-e'). Da qui la forma 'normalizzata' attraverso un processo di rianalisi, che ha generato "mono-lingu-a".

 5.1. Vitalità di monolingu-a
          Quanto alla sua diffusione, stando a Google libri, è molto più limitata. Giusto un paio di altri esempi, oltre quello del 2005:
          (i) Elisabetta Scala 2005: "Un dizionario può essere: -- monolingua, cioè scritto in una sola lingua (...)".
         (ii) Nico Piro 1997: "Pubblicando un Cd Rom è possibile supportare la funzione multilingue senza gravare eccessivamente sulla produzione dell'applicazione e inoltre operando quasi a parità di spazio rispetto alla stessa applicazione monolingua, senza incidere sui costi di duplicazione" (Come si produce un CD ROM. Tecniche, metodi, lavoro di squadra: comunicare mixando media, Castelvecchi, p. 219).
         (iii) Tommaso Pediani 2017: "L'italiano in gita: esperienze di insegnamento con gruppi monolingua".

 6. "Ignoranza" vs "sapere inconscio"
          Ritornando al § 2, l'"ignoranza" attribuita tout court al parlante dinanzi ad una forma errata, va allora rianalizzata:
          (i) come "ignoranza" di una regola della forma (giudicata) corretta (qui bilingue, e quindi anche monolingue);
          (ii) come "sapere inconscio" di una regola alla base della forma (giudicata) scorretta, qui bilingu-a, e quindi monolingu-a.

 7. Uso corretto vs uso scorretto
           Se poi la forma generata dalla Regola inconscia del parlante debba essere giudicata "errata" o no, è ancora un altro problema. Due sono i criteri, a mio giudizio, per una risposta adeguata.
           (i) Una forma generata dalla regola inconscia è scorretta perché (o se è) poco comprensibile. Ma la incomprensibilità (di bilingu-a e monolingu-a) è qui da escludere.
           (ii) Una forma è scorretta perché (o se) diffusa presso parlanti popolari. In questo caso, direi di no, trattandosi di un testo ufficiale del MIUR, nel caso di bilingu-a. Che invece sia poco diffusa presso parlanti colti, è anche probabile se non familiare alla competenza lessicale per es. di chi legge questo testo.

 8. Conclusione
          Sintetizzando, etimologicamente il processo è stato:
           I) bi-lingue (latinismo) 'due lingue' 1490 c. > (neoform.) mono-lingue 'una lingua' 1966.
            Successivamente la ricerca di motivazione morfo-semantica ha comportato una rianalisi:
           II) bilingu-e pl. o masch. > bilingu-a sing. femm.;
          mono-lingu-e ('una lingu-e') > mono-lingu-a ('una lingu-a').
           La debolezza infine di bilingu-a (e soprattutto di monolingu-a) consiste nella sua limitata diffusione e vitalità.

 Sommario
          1. L'evento bilingu-a 'bilingu-e'
          2. Condanna senz'appello
          3. "Ignoranza" del parlante e "grammatica inconscia"
             3.1. Processo di "rianalisi" di bilingu-e pl.
          4. Vitalità di bilingu-a nel '900 e nel 2000
               4.1. Rianalisi di bilingu-e masch.
               4.2. Rianalisi di bilingu-e pl. e masch.
           5. Il tandem con monolingu-a 'monolingue'
               5.1. Vitalità di monolingu-a
            6. "Ignoranza" vs "sapere inconscio"
            7. Uso corretto vs uso scorretto
           8. Conclusione

* Docente di linguistica generale presso l'Università di Catania


 

 
        

 
 
 
 



 
 














 




 



 








 






                     
 

 

 





 

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