venerdì 5 luglio 2019

Essere o avere?

Tutti dovremmo sapere che - stando alla regola generale - i verbi transitivi, nella forma composta attiva prendono l’ausiliare avere (ho amato), in quella del passivo l’ausiliare essere (sono lodato). Gli intransitivi, avendo soltanto la forma attiva, prendono ora l’ausiliare avere (ho dormito), ora l’ausiliare essere (sono partito) secondo l’uso comune.
   Solo un buon vocabolario potrà sciogliere i dubbi che possono di volta in volta insorgere a tale riguardo. Nonostante ciò ci capita di leggere sulla stampa frasi in cui l’uso dell’ausiliare è errato.   Vediamo, piluccando qua e là, alcuni esempi in cui l’ausiliare è, per l’appunto, errato; in corsivo l’ausiliare errato, in parentesi quello corretto.
   Una immensa folla ha affluito (è affluita) in piazza S. Pietro per ascoltare le parole del Pontefice; dopo l’incidente il treno è (ha) deviato presso la stazione piú vicina; l’incendio, che ha (è) divampato rapidamente, ha impegnato per molte ore i vigili del fuoco; le Frecce Tricolori sono sorvolate (hanno sorvolato) su piazza del Popolo; la notizia clamorosa dell’arresto eccellente ha dilagato (è dilagata) rapidamente per tutta la città; l’operazione di polizia ha avuto luogo appena ha (è) annottato; il ragazzo stava per morire dissanguato perché il sangue aveva (era) fluito dalla ferita per parecchie ore. Potremmo continuare ma ci fermiamo qui.
   Un’ultima annotazione. Per l’uso corretto degli ausiliari è bene consultare piú vocabolari: molto spesso uno contraddice l’altro. Se due su tre concordano…



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La lingua "biforcuta" della stampa

Razzismo nel bresciano, la mail della ditta ai fornitori: "Non mandate corrieri di colore"
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Bresciano, con la "B" maiuscola perché è un'area geografica.

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Mandanti ed esecutori erano stati decisi durante una riunione dei vertici delle cosiddette "cinque famiglie"di Secondigliano

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Dopo l'aggettivo cosiddetto non si mettono le virgolette perché sono insite nell'aggettivo stesso.    Vediamo cosa dice in proposito il Treccani in rete:  cosiddétto (o così détto) agg. – Detto, designato in questo modo; si usa spec. per sottolineare la specificità o tecnicità di una denominazione, oppure la sua improprietà, o per esprimere comunque qualche riserva sull’uso o sul valore di essa: con l’aiuto del c. braccio secolare; possedere il c. occhio clinico; non aveva ancora trovato il c. grande amore; la c. poesia pura (B. Croce). Come si può notare i sostantivi che seguono l'aggettivo cosiddetto non sono tra virgolette.

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Lectio magistrale del sacerdote alla Federico II: "Non bisogna aver paura del futuro"

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Correttamente: lectio magistralis. O si scrive tutto in italiano (lezione magistrale) o tutto in latino.





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