sabato 20 luglio 2019

Il "raddoppiamento fonosintattico"

Probabilmente molti lettori delle nostre noterelle non hanno mai sentito parlare del "raddoppiamento sintattico o fonosintattico" perché le comuni grammatiche non trattano l'argomento o lo trattano molto succintamente. Vediamo, dunque, cos'è e quando bisogna applicarlo nello scrivere.
   Leggiamo dal vocabolario Gabrielli: «Fenomeno fonetico proprio della lingua italiana, spec. delle regioni centro-meridionali, consistente nel rafforzamento di alcune consonanti semplici in inizio di parola, pronunciate doppie quando si trovano dopo altre parole terminanti per vocale: ierisséra, bellommìo, ammàno».
   Questa pronuncia doppia delle consonanti nella lingua parlata va "segnalata" anche in quella scritta. Il fenomeno del raddoppiamento (o rafforzamento) fonosintattico si ha dunque:
   1) con tutti i vocaboli che lo producono nella scrittura allorché entrano nella formazione di termini composti: a, che, da, e, fra, o, se, su (ess. accanto; suddetto, semmai);
   2) con le parole che terminano con l'accento scritto;
   3) con i sostantivi, aggettivi e pronomi tonici che hanno accento proprio e contengono una sola vocale: tu, tre, re, gru, blu;
   4) con i seguenti bisillabi piani: sopra, dove, come, qualche. Quanto alla "d" di Dio è un caso particolare in quanto si pronuncia sempre rafforzata a prescindere dalla parola che la precede. 
     Attenzione - sempre a proposito del rafforzamento sintattico - a non confondere la "a" prefisso (arrivederci) con la "a privativa"  (alfa privativo) che ha il compito di negare senza affermare il contrario. Quest'ultima "a" non richiede il raddoppiamento della consonante iniziale del vocabolo cui si unisce: apolitico, amorale.
   Si eviti anche - se si desidera scrivere e parlare correttamente - il "vezzo" di raddoppiare la consonante dopo il prefisso "di-"; non si scriva, dunque, "dippiú" ma dipiú o, in grafia analitica, di piú. Ciò vale anche per dinanzi che molti scrivono, erroneamente, "dinnanzi", forse per un accostamento analogico con "innanzi" il cui raddoppiamento è apparente perché la doppia "n" risulta dalla fusione di "in" e della locuzione latina "in antea" già contratta in "nanzi" (in + in antea = in nanzi = innanzi).

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La lingua "biforcuta" della stampa

Turisti sballottati dalle onde vicino la scogliera: il video fa paura
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Sí, sappiamo di ripeterci. "Vicino" si costruisce con la preposizione "a" (semplice o articolata): vicino alla scogliera.

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«Siamo troppo bassi», l’allarme del co pilota e poi lo schianto: il video dalla cabina

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La grafia corretta è copilota (ma a nostro modesto avviso sarebbe "ancora meglio" compilota, anche se non a lemma nei vocabolari, come comprimario, compaesano ecc.).

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LA NOMINA
Sara Seccia nuovo vicepresidente dell’Aula Giulio Cesare

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La concordanza dell'aggettivo è terribilmente errata. Correttamente: nuova vicepresidente.

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