Ciò che stiamo per scrivere non ha l’
“avallo” di alcuni vocabolari, ma a nostro modo di vedere molto spesso si dà ai
verbi “operare” e “obbligare” un significato che propriamente non hanno.
Cominciamo con il verbo “operare” che propriamente significa “compiere
un’operazione”, appunto. Oggi è invalso l’uso di adoperarlo con l’accezione di
“fare”, “procurare”,“produrre” e simili: quell’incidente ha “operato” in lui un
profondo cambiamento. Si dirà molto meglio: ha “prodotto” in lui un profondo
cambiamento. Ancora peggio - sempre a nostro modo di vedere - il ‘riflessivo’
“operarsi” per: prodursi, avvenire,
accadere, farsi, manifestarsi. A questo proposito ci sembra addirittura
ridicola l’espressione tipo “due anni or sono ‘mi sono operato’ alla gamba
destra”. In buona lingua italiana diremo: ‘sono stato operato’ o ‘mi sono fatto
operare’. E veniamo a “obbligare” che non significa “essere grato,
riconoscente” o “ringraziare”. Chi ama il bel parlare e il bello scrivere,
quindi, eviterà frasi tipo “le sono obbligato per ciò che ha fatto”, dirà,
correttamente: le sono grato,
riconoscente, per ciò che ha fatto.
Sfatiamo un luogo comune che - se non
ricordiamo male - ci fu inculcato ai tempi della scuola: la congiunzione “ma”
non può mai introdurre un periodo; dopo il punto fermo, cioè, la proposizione
non può cominciare con un “ma”. I fautori di questa “legge” linguistica
sostengono, infatti, che la congiunzione ‘ma’ essendo un’avversativa deve
indicare un ‘contrasto’ tra due elementi (o proposizioni): Luigi ha sbagliato
‘ma’ senza volerlo; Pasquale è timido ‘ma’ ambizioso. A costoro ricordiamo -
qualora ce ne fosse bisogno - che un periodo può cominciare benissimo con un
“ma” perché in questo caso la congiunzione perde la sua “avversità” per
indicare la conclusione o l’interruzione di un discorso per passare a un altro:
‘ma’ veniamo al perché. Molto spesso è unita a un’altra avversativa, “però”,
formando il costrutto ‘ma però’, che non è affatto errato, come sostengono i
soliti soloni della lingua. Seguita da un punto esclamativo (!) la suddetta
congiunzione esprime un dubbio, un’incertezza acquisendo il valore
dell’interiezione ‘mah!’: hai deciso cosa fare? Ma! Per concludere, amici
blogghisti, usate pure il ‘ma’ dopo il punto fermo, nessun linguista, degno di
tal nome, potrà tacciarvi di analfabetismo (linguistico).
Rodotà, lungo omaggio alla camera ardente.
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Per la serie "la lingua biforcuta..."Rodotà, lungo omaggio alla camera ardente.
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Ancora un caso di "ambiguità linguistica"
(anfibologia). Il lungo omaggio è a Rodotà o alla camera ardente?
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