venerdì 9 giugno 2017

Gatta ci cova!


Chi di voi, gentili amici, non ha mai adoperato la locuzione suddetta?  È un'esclamazione che si usa quando si ha il sospetto che ci sia qualcosa (nel comportamento di una persona)  che non ci convince o che le cose non stiano/stanno come ci vengono presentate; insomma quando si "odora" un inganno o un'intenzione nascosta poco nobile. L'origine non è molto chiara anche se G. Bianchini nei "Modi proverbiali e motti popolari" spiega cosí l'espressione: «Quando il gatto, animale frodatore per eccellenza, ha posto gli occhi in qualche cosa che cerca di rubare, suole porsi in agguato aspettando il destro che nessuno lo veda». A questo punto qualcuno si domanderà perché "gatta" e non "gatto". La risposta è molto semplice. Nella lingua italiana "antica" e ancora oggi nell'uso di alcune regioni, la gatta indica/indicava non soltanto la femmina, ma l'animale in genere senza distinzione di sesso. E con questa accezione generica  la "gatta" entra in molti proverbi e locuzioni. Ne citiamo alcune: "fare la gatta morta",  "prendere una gatta a pelare", "tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino".  Tutte espressioni conosciute il cui significato è... "lampante". L'unica locuzione che merita un po' di attenzione - a nostro avviso - è "prendere (o avere) una gatta a (o da) pelare, che significa "impegnarsi in un'impresa difficile", fare una cosa  senza essere obbligati e senza ricavarci nulla, oppure "accollarsi un compito molto difficile che sarebbe spettato ad altri". Non si conosce con precisione l'origine del detto. Fra le tante ipotesi  - piú o meno peregrine -  si può azzardare quella secondo la quale si sottintende che la gatta a pelare sia/fosse viva, in questo caso la difficoltà dell'impresa appare in tutta la sua evidenza.

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Ecco fra i tanti (?) un vocabolo omografo (stessa grafia)  e omofono (stessa pronuncia) ma con significati distinti: garbino. Si veda qui e qui. Qui, invece, l'etimologia secondo il Pianigiani che, ribadiamo, non è ritenuto fededegno da buona parte dei linguisti.    

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