di
Salvatore Claudio Sgroi *
La
Psicogrammatica della marchigiana
Maria Montessori [1870 -1952] (ed. Franco Angeli 2017) si presenta già nel
titolo neologico come "grammatica psicologica". Ovvero grammatica "pedagogica", da
mettere in mano non agli alunni (6-12enni) ma agli insegnanti delle scuole
elementari. Come precisa il sottotitolo, si tratta di un «Dattiloscritto
inedito», ma con circolazione interna tra i montessoriani, composto negli anni
1924-1936 (p. xv), ora «revisionato, annotato e introdotto da Clara Tornar e Grazia
Honegger Fresco». La revisione è assai accurata, con interventi
stilistici, ideologici e terminologici invero filologicamente non sempre
necessari ma comunque scrupolosamente segnalati in nota. Per es. «I primitivi
popoli» (n. 32) diventa «Gli antichi popoli» (p. 15); il «linguaggio» (n. 95,
ecc.) diventa «lingua» (p. 46, ecc.); «avverbi qualitativi» (n. 341) diventa «avverbi
qualificativi» (p. 184); «Gli animali» (n. 121) diventa «tutti i viventi» (p.
121); l'es. «Peccato mortale» (n. 208) è tolto dall'esemplificazione (p. 108),
il raro «ciarlatino» (nn. 296, 350) diventa «ciarlierino» (pp. 168, 188); «si
eseguisce» (n. 204) diventa «si esegue» (p. 108), ecc.
Quale
sia la funzione dello studio della grammatica è detto a chiare
lettere dall'A. e non può che essere pienamente condiviso:
«La
grammatica non dà la lingua -- e non fa uno scrittore. Essa dà il modo di
'penetrare' la lingua che già esiste [i.e. 'si possiede'], di fissarla e di
perfezionarla e perciò è estremamente utile al bambino che la sta organizzando
per forza propria» (p. 27). Ovvero «nell'analisi grammaticale il bambino [...]
analizza i particolari [...] per accorgersi di essi, per divenirne conscio e
quindi per possederli intelligentemente» (p. 26).
E
ancora: «Tutto questo studio [della grammatica] è un mezzo stupendo di
ginnastica mentale, di penetrazione in se stessi e anche il modo di
'perfezionare' e di 'fissare' la forma della lingua. Non è certo il modo di
imparare la lingua. Quando si ripete che Dante e Boccaccio, due scrittori della
più alta classicità della lingua italiana, non avevano mai studiato la
grammatica, non si dice niente che possa impressionare» (p. 27).
Se
questa è la funzione metalinguistica dell'educazione linguistica, quale e quanta teoria grammaticale
propone l'A. in questa sua Psicogrammatica?.
L'A.
è ben consapevole che «L'analisi del linguaggio vivo non si basa sulla
conoscenza delle singole parole, ma sulla logica secondo la quale il pensiero
si va svolgendo, secondo il lavoro logico che l'ha costruito» (p. 27). Ovvero
«nella frase viva c'è un'idea principale che muove le altre e queste [...] si
raggruppano [nel periodo] in un certo modo e non in un altro. L'analisi diventa
dinamica ed è chiamata analisi logica
[i.e. 'sintattica']» (ibid.). Alla
fine «un'analisi [...] parte da una frase e la suddivide in tutte le parole che
la compongono» e «così si riconoscono se le parole sono di un tipo o di un
altro, cioè se siano nomi, verbi ecc., sapendo che le parole si possono
classificare in nove gruppi: nome, articolo,
verbo, aggettivo, pronome, avverbio, preposizione, congiunzione, interiezioni» (p. 26). E alle 9 parti del discorso
nei loro rapporti morfologici e morfo-sintattici sono dedicati 7 capp.
L'approccio tradizionale (con qualche
idiosincrasia) è costante nelle definizioni. Così Il verbo è «energia», è «parola che indica azione, movimento»; «Tutte
le parole che indicano movimento sono verbi» (p. 121).
Il
nome è «materia» (ibid.), «non indica soltanto una persona
o una cosa, come dice la sua definizione grammaticale» (p. 44).
Segue
anche una esemplificazione di frasi semplici e complesse (pp. 121-22): «sorge il sole e illumina la terra; gli umani e gli animali si svegliano; si veglia, si
studia», ecc.
L'aggettivo «appartiene al nome, si
integra con esso, lo illustra, lo serve: ne fa parte» (p. 163).
I
pronomi «fanno le veci di un nome di
persona, di animale o di cosa. Sono i sostituti di quelle grandi parti del
discorso che sono i nomi» (ibid.),
ecc.
Su
come "concretamente"
l'insegnante montessoriana insegna la grammatica
ai bambini il lettore lo capirà scorrendo le pagg. con i 9 simboli grafici a colore (triangoli,
cerchi, ecc.) delle parti del discorso (figg. 28, 40, 42, 64, 65, 87, 91, 92). Il
verbo «è ben rappresentato dal circolo rosso che, come il sole, non si
ferma mai e irradia la sua forza animando la materia [il nome]» (p. 121). A sua
volta «Il nome è ben simboleggiato
da quel triangolo equilatero nero
fermamente piantato e immobile» (ibid.).
E così, le altre 7 parti del discorso sono rappresentate con altre figure a
colori (p. 223).
Il
lettore esaminerà quindi le parole
illustrate con disegni per es. fiore,
anfora, castello, ecc. (figg.
1-2, 25-27, 30-32, 41). E le frasi anch'esse
corredate di disegni (figg. 52-58
agg. determ., 60-62 agg. qualif., 66 tempi, 73-82 tempi e modi), per es. fig.
78 «Scendi giù subito»; fig. 77 «Potrei avere quel paio di calzettine? -
Sì, a patto che le paghi»); fig. 80 «Avendo giocato per l'intero pomeriggio,
è stanco e dorme», ecc.
E
infine si soffermerà sulle "scatole"
colorate con gli scomparti riempiti di cartellini di parole e frasi con
"comandi" ai bambini (figg. 16-20 "lettere smerigliate",
35-37 "art. + nome", 63 "agg. qualif.", 83 "coniug.",
86 "verbo", 90 "pronome", 93 "avverbio", 95
"preposiz.", 96 "congiunz.", 97 "parti del
discorso", ecc.). In tal modo «i bambini leggono ciascuno per proprio
conto il cartellino ricevuto (con la frase) ed eseguono l'azione ricordando
l'azione della maestra» (p. 158), per es. «Afferra
un bambino improvvisamente per le braccia» (p. 161). Dulcis in fundo le «interiezioni» con ess. manzoniani (pp. 218-22).
* Docente di linguistica generale presso l'Università di Catania
Autore tra l'altro di
--Per una grammatica ‘laica’. Esercizi di analisi linguistica: dalla parte del parlante (Utet 2010);
-- Scrivere per gli italiani nell'Italia post-unitaria (Cesati 2013);
--Dove va il congiuntivo? (Utet 2013);
-- Il linguaggio di Papa Francesco. Analisi, creatività e norme grammaticali (Libreria Editrice Vaticana 2016)
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