di Salvatore
Claudio Sgroi *
Nell'udienza
generale del 31 maggio, dinanzi a oltre 15 mila persone in piazza San Pietro,
spiegando la Pentecoste, Papa Francesco ha osservato: “Seminatore di speranza,
un cristiano può seminare amarezza, può seminare perplessità, e questo non è
cristiano, e tu se fai questo non sei un buon cristiano, semina speranza, olio
di speranza, profumo di speranza, non aceto di amarezza e di disisperanza”.
Non
è la prima volta che Papa Francesco usa in italiano parole -- apparentemente
insolite -- che colpiscono gli italofoni. La "disisperanza" è tra queste. Alla base c'è lo spagnolo "desesperanza", che i comuni
dizionari bilingui rendono con "disperazione, sconforto" (Arqués-Padoan
2012 Zanichelli), "disperazione"; "esasperazione,
irritazione" (Tam 2009 Hoepli e Garzanti-De Agostini 2009).
In
spagnolo esiste però anche il sost. "desesperación",
a sua volta reso con "disperazione" (Zanichelli), "disperazione;
esasperazione, irritazione" (Tam) e "disperazione;
esasperazione" (Garzanti).
Papa
Francesco avrebbe quindi potuto utilizzare in it. "disperazione", analogo al suo nativo "desesperación".
Qual'è
allora la differenza semantica tra "desesperanza"
e "desesperación", azzerata
nei traducenti italiani dei citati dizionari bilingui? La differenza è ben
individuata nel Diccionario de la Real
Academia Española (DRAE) (2014):
"Desesperanza" vale "1. f. Falta de
esperanza" i.e. ''mancanza di speranza", "non-speranza"; ed
è "3. f. desus. desesperación (‖
alteración extrema del ánimo)". Invece la "Desesperacion" è "1.
f. "Pérdida total de la esperanza".
L'adattamento
fonologico di Papa Francesco del suo nativo "desesperanza", con "disisperanza",
è quindi giustificato da una precisa esigenza semantica. E costituisce un
arricchimento del lessico italiano, compatibile strutturalmente. Sia l'italiano
che lo spagnolo presentano infatti un ricco paradigma di prefissati (nomi,
aggettivi e verbi), rispettivamente con "dis-" e "des-",
entrambi con valore negativo. Il De Mauro ne registra 574. E precisa che "dis-" "davanti a sostantivo
esprime mancanza, contrario", ess. disamore,
discredito, disgrazia, disonestà, disordine, disuguaglianza. La Gramatica descriptiva de la lengua española
di Bosque-Demonte (1999) a sua volta puntualizza che "El prefijo des- con valor de privación se une a
bases nominales para indicar la carencia de la entidad denotada en el nombre
simple", es. "desorden ['disordine']"
= "falta de orden ['mancanza di ordine']".
Il
neologismo strutturale di Papa Francesco non è comunque una novità assoluta in
italiano, perché, stando a Google libri, ci sono almeno due ess. precedenti del
1982 e 2003:
(i)
1982 "questo senso disperato delle cose, questa disisperanza che viene dal
fondo, e non dal fondo soltanto dei personaggi, delle loro parole e dei loro
gesti" (in Ridotto p. 46);
(ii)
2003 "la disisperanza investe anche le pratiche di documentazione che il
ventiseienne ricercatore ebbe modo di conoscere" (Firenze architettura: Dossier p. 122).
L'esempio
del Sommo locutore potrebbe naturalmente dare un impulso alla diffusione di
"disisperanza" in italiano,
trattandosi di un tema-chiave della dottrina di Francesco.
* Docente di linguistica generale presso l'Università di Catania
Autore tra l'altro di
--Per una grammatica ‘laica’. Esercizi di analisi linguistica: dalla parte del parlante (Utet 2010);
-- Scrivere per gli italiani nell'Italia post-unitaria (Cesati 2013);
--Dove va il congiuntivo? (Utet 2013);
-- Il linguaggio di Papa Francesco. Analisi, creatività e norme grammaticali (Libreria Editrice Vaticana 2016)
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