venerdì 22 novembre 2024

Nel regno delle parole, tra prefissi e prefissoidi


 C'era una volta, nell’immenso Regno delle Parole, una comunità di morfemi che vivevano in armonia. Tra questi c'erano i Prefissi e i Prefissoidi, sudditi fedeli con caratteristiche speciali che li rendevano unici. I Prefissi erano morfemi che si attaccavano all'inizio di una parola per modificarne il significato in positivo o in negativo. Erano noti, insomma, per la loro capacità “magica” di trasformare completamente le parole a cui si univano. Per esempio, il prefisso "in-", che significa "non", si attaccava alla parola "felice" per creare "infelice", mutando un sentimento positivo in uno negativo.


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n bel giorno, nell’incantevole regno, il Prefisso "ri-" decise di intervenire sulla parola "fare". Questa era una parola comune, ma con lo “zampino” di "ri-", divenne "rifare", designando l'azione di ‘fare qualcosa di nuovo’. Tutti notarono, quindi, come i prefissi fossero abili nel creare nuove sfumature di significato, sempre attaccati alla parola che seguiva, mai col trattino.

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Prefissoidi, invece, erano morfemi che, pur trovandosi all'inizio di una parola, conservavano una certa autonomia e somiglianza con le parole complete. A differenza dei prefissi, i prefissoidi potevano sembrare parole a sé stanti, ma si univano ad altre per dare origine a nuovi vocaboli. Il prefissoide "auto-", per esempio, che significa "da sé" o "automatico", si univa alla parola "mobile" per formare "automobile", un veicolo che si muove da solo. Come i prefissi anche i prefissoidi “ripudiavano” il trattino. Ancora. Il prefissoide "micro-", che significa "piccolo", si unì alla parola "onde" per formare "microonde", un dispositivo che utilizza piccole onde elettromagnetiche. Quest’ultimo esempio dimostrava come i prefissoidi aggiungessero significati specifici e innovativi alle parole a cui erano anteposti.

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er chiarire, una volta per tutte, l’uso corretto dei prefissi e prefissoidi, il Gran Consiglio dei Morfemi chiese al re di poter tenere un'assemblea a tal fine. Prima parlarono i Prefissi: “Noi siamo morfemi che si attaccano all'inizio di una parola per modificarne il significato. Per esempio, 'pre-' si attacca a 'storico' per formare 'preistorico', designando, così, qualcosa che è precedente alla storia."

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oi intervennero i Prefissoidi: "Noi siamo simili ai prefissi, ma conserviamo un significato più indipendente e riconoscibile. Per esempio, 'demo-' si unisce a 'grafia' per formare 'demografia' ".

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razie all'assemblea tutti i sudditi del Regno delle Parole impararono, così, a distinguere chiaramente tra prefissi e prefissoidi. I primi, sempre attaccati alla parola che segue, modificavano il significato in modo diretto e conciso. I prefissoidi, pur unendosi alle parole, conservavano un significato autonomo, arricchendo il lessico con termini complessi e specifici. Non solo, da quel giorno si formò un comitato di saggi, presieduto dal re, al fine di esporre al pubblico ludibrio i giornali che inserivano un trattino tra il prefisso o prefissoide e la parola seguente.



(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)





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