di Salvatore Claudio Sgroi
1. L’uso di Papa Francesco
Nell’omelia di domenica 27 ottobre 2024, alle 10h30, papa Francesco ha detto:
(i). “Al Signore lo si segue lungo le strade”.
In precedenza, nel volume Interviste e conversazioni con i giornalisti (a c. di don Giuseppe Costa, LEV 2015), aveva detto:
(ii) “A noi quello che succede adesso […] ci stupisce”;
(iii) “A me ha deluso la [loro] mancanza di coraggio”;
(iv) “Questo a me preoccupa, preoccupa parecchio”.
Tali costrutti con l’accusativo preposizionale all’inizio della frase, possono sembrare errati in bocca a un italofono non nativo. Va però tenuto presente che tali costrutti sono diffusi in tutta Italia, anche presso parlanti colti, e sono quindi normativamente corretti, come abbiamo ricordato nel nostro Il Papa è infallibile: lo dice la grammatica in corso di stampa presso l’Accademia della Crusca. E analogamente nel nostro La lingua italiana del terzo millennio tra regole, norme ed errori (Utet 2024, p. 280) con l’es. del Devoto-Oli a me la cosa diverte molto.
2. Un quesito in TV
Nella domenicale rubrica televisiva di Rai 1, "Pronto soccorso linguistico" del programma Unomattina in famiglia, della stessa domenica 27 ottobre, un ascoltatore ha citato un analogo es. – (v) “A me non mi ha invitato nessuno” -- chiedendo al conduttore, Paolo D’Achille, presidente dell’Accademia della Crusca, se tale uso fosse corretto ricevendo una adeguata risposta.
2.1. Varianti
Da rilevare che la stessa frase semplificata, per evitare la difficoltà sintattica, -- (vi) “Non mi ha invitato nessuno” -- sarebbe banalizzata e avrebbe tutt’altro significato, in quanto privata dell’enfasi: “([Quanto] a me), non mi ha invitato nessuno”.
L’ulteriore variante (vii) “Me, non mi ha invitato nessuno”, non sarebbe tanto “agrammaticale”, quanto decisamente artefatta. Non mancano al riguardo ess. illustri letterari novecenteschi come Leonardo Sciascia 1977 (Candido): “A me non mi sequestrano”, o Luigi Pirandello 1927 (L’amica delle mogli): “Me [...] nessuno prima mi volle”, o anche ottocenteschi Giovanni Verga: 1880 (La lupa, 1880) “Te voglio! Te che sei bello come il sole”; e non letterari: T. De Mauro 2012 (Parole di giorni un po’ meno lontani) “Me mi chiamo da parte”-
Invece l’es. (viii) “A me, non ha invitato nessuno” suona decisamente innaturale, direi “agrammaticale”.
2.2. A me mi piace
Diffusissimo è per contro (ix) “a me mi piace”, sia nell’orale che nella lingua scritta (cfr. la omonima rubrica” ne “Il Sole 24 ore”), costrutto tipico dell’italiano medio o neo-standard, rispetto alla variante (x) a me piace.
3. Oggetto preposizionale postverbale
Un uso marcato geograficamente, proprio dell’italiano meridionale, è l’oggetto preposizionale postverbale, con i nomi animati, es. (xi) salutami alla mamma, che è invece canonico in spagnolo, per es. no conozco a nadie letter. ‘non conosco a nessuno’.
Il vantaggio strutturale del costrutto preposizionale è quello di opporre il soggetto all’oggetto, senza alcuna possibile ambiguità semantica. Un enunciato come Il cacciatore ha ucciso il leone può infatti significare secondo l’enfasi o (i) con intonazione neutra Il cacciatore (soggetto-agente) ha ucciso il leone (oggetto) i.e. ‘è stato il cacciatore ad uccidere il leone’, oppure (ii) IL CACCIATORE (oggetto) ha ucciso il leone (soggetto-agente), i.e. ‘è stato il leone ad uccidere il cacciatore’.
Sommario
1. L’uso di Papa Francesco
2. Un quesito in TV
2.1. Varianti
2.2. A me mi piace
3. Oggetto preposizionale postverbale
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)
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