C'erano una volta, in un regno lontano lontano, ai confini dell’universo, due verbi che abitavano la stessa valle, ognuno con la propria storia e personalità: Parere e Sembrare.
Il primo
proveniva da una famiglia antica e nobile. Le sue radici affondavano,
pari pari, nel latino parere, che significava 'apparire' o 'mostrarsi'. Questi era un verbo elegante, che preferiva le situazioni
formali e spesso si faceva sentire nei discorsi importanti, come
quando si diceva "pare che il re stia per graziare tutti i condannati alla pena capitale".
Dall'altra parte della vallata
c'era Sembrare, un verbo altrettanto antico ma con un'origine
diversa. Pur discendendo dal verbo latino similare, che
significava ‘apparire simile’, il suo antenato era il provenzale
semblar. Sembrare era più versatile di Parere e si trovava a
suo agio tanto nelle conversazioni quotidiane quanto nei racconti più
informali. Le persone, infatti, dicevano spesso "mi sembra che
oggi farà bel tempo".
Un giorno, i due amici verbi
decisero di organizzare un incontro per chiarire, una volta per
tutte, le loro differenze in quanto gli abitanti del reame li adoperavano indifferentemente. Parere, con tono autoritario, esordì: "Io
sono adoperato per esprimere qualcosa che appare evidente, ma non è
confermato. Sono una sorta di messaggero di supposizioni; inoltre, al
contrario del mio amico e collega, posso essere impiegato come infinito sostantivato
con il significato di ‘opinione’, ‘giudizio’ e simili:
sentiamo il parere degli astanti”.
Sembrare, con il suo
tono più dolce, rispose: "Io, invece, designo qualcosa che
appare in un certo modo, spesso basato su sensazioni o impressioni.
Posso essere usato sia per cose certe sia per quelle incerte."
Per
chiarire ulteriormente le differenze i due fecero altri
esempi.
"Pare che il vecchio maniero sia infestato
dai fantasmi" disse Parere. "In questo caso, esprimo una
supposizione basata su voci e leggende, senza alcuna prova
concreta”.
"Giovanni, finalmente, sembra felice
oggi" aggiunse Sembrare. "Qui, indico una mia impressione
basata sul suo comportamento e sul suo aspetto. È qualcosa che
percepisco, ma non è detto che sia la verità assoluta."
Una
volta chiarite le differenze Parere e Sembrare vissero felicemente
nella valle, ciascuno con il proprio ruolo ben definito. I sudditi
del regno impararono ad apprezzare le sfumature dei due verbi e a
impiegarli correttamente nelle loro conversazioni (e nei loro
scritti).
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La lingua “biforcuta” della stampa
Bettino Craxi, il racconto del suo medico della morte: «Il cameriere lo ha trovato senza vita sul letto. Un arresto cardiaco fulminante. A casa c'era la figlia Stefania»
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Giuriamo, non lo sapevamo! Dalla stampa c'è sempre da imparare... Esiste, dunque, il “medico della morte”? Un medico, cioè, “dispensatore di morte”?
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Guerra Ucraina - Russia, le news di oggi. Media: prima dell’insediamento di Trump il Pentagono invierà a Kiev 500 missili intercettori. Il Cremlino agli Usa: “La soluzione al conflitto non è semplice”
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In buona lingua: la soluzione del conflitto.
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Medio Oriente
Il Qatar lascia il ruolo da mediatore tra Israele e Hamas: “Si rifiutano di negoziare un accordo in buona fede”
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Nella lingua di Dante e di Manzoni, non in quella di Caio e di Sempronio, si dice (e si scrive) ‘ruolo di’, trattandosi di un normale complemento di specificazione. Correttamente, quindi: ruolo di mediatore.
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