Papà - domandò il figlio Rossano - c'è una differenza tra i verbi "dividere" e "sparpagliare"? Alcuni li usano indifferentemente ritenendoli sinonimi, altri, invece, dicono che sono verbi a sé stanti. A questo punto ho le idee confuse.
- Ottima domanda, tesoro mio. Sì, c'è una differenza, te la spiego con una storiella. C'erano una volta nel regno di Verbislandia due verbi ritenuti molto speciali: Dividere e Sparpagliare.
- Ah, sembrerebbe interessante! Continua.
- Dividere era un verbo nobile, veniva pari pari dal latino dividere, che significa "separare" o "distribuire in parti". Il suo compito era sempre stato quello di separare o distribuire le cose in modo ordinato ed equo, per essere imparziale.
- E Sparpagliare?
- Sparpagliare era più vivace e disordinato. Era considerato un bastardino perché la sua origine era incerta: probabilmente da un incrocio dei verbi latini dispergere e spargere, che significano "disseminare" o "distribuire in modo casuale". Sparpagliare amava creare un po' di confusione, spargendo le cose qua e là senza un ordine preciso.
- Si può dire, in un certo senso, che Dividere era per l'ordine mentre Sparpagliare per la confusione?
- Esattamente. Dividere era amante dell'ordine e della precisione. Quando veniva chiamato si assicurava che tutto fosse equamente distribuito. Se, per esempio, era chiamato per dividere una torta la tagliava in fette uguali per ogni persona.
- E Sparpagliare?
- Sparpagliare non amava le regole. Gli piaceva distribuire le cose in modo casuale. Come - durante il Natale - disseminare sul pavimento i regali destinati ai fanciulli.
- Quindi erano totalmente diversi!
- Sì, e la loro differenza si notò in un giorno di festa nel villaggio di Parola. Alcuni abitanti volevano distribuire dolci e giocattoli a tutti i bambini. Chiamarono, pertanto, Dividere e Sparpagliare perché li aiutassero.
- E costoro cosa fecero?
- Dividere prese in mano i dolci e con grande attenzione li distribuì in modo che ogni bambino ne avesse una quantità uguale. Tutti i bimbi, felici, lo ringraziarono per la sua equità. Poi fu la volta di Sparpagliare. Questi, con un sorriso furbo, prese i giocattoli, fortunatamente infrangibili, e li lanciò in aria, lasciandoli cadere dappertutto. I bambini corsero, ridendo, a raccoglierli. Ciò divertì tutti, anche se si creò un po' di confusione.
- Sembra, dunque, che entrambi abbiano fatto felici tutti i bambini del villaggio.
- Sì, e gli abitanti di Parola impararono presto ad adoperare i due verbi, Dividere e Sparpagliare, nel modo corretto. Compresero che entrambi i verbi erano utilissimi, ma dovevano essere “chiamati in causa” nei contesti appropriati. Dividere per situazioni che richiedono ordine e equità, Sparpagliare per momenti di allegria e creatività.
- Ho capito, papa! Ogni verbo deve essere adoperato nel giusto contesto.
- Esatto, e usarli correttamente arricchisce il nostro idioma. E così, in quel regno favoloso, Dividere e Sparpagliare continuarono a vivere felici e rispettati, ognuno con il proprio stile unico, aiutando gli abitanti a esprimersi in modo chiaro e variegato.
- Grazie, papà! Ora so quando usare, correttamente, "dividere" e "sparpagliare". Ne farò tesoro.
***
Alla cortese attenzione dei paremiologi
Quando si
divide troppo, si perde la via maestra (se ci si allontana troppo
dalla strada principale, si rischia di perdersi).
Dove il
fiume divide, la corrente è meno forte (quando si dividono i compiti
o le responsabilità, il carico è più gestibile).
Chi
divide per scelta, trova la sua strada (fare delle scelte
consapevoli, anche se divergenti dal percorso comune, può portare a
trovare il proprio cammino).
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Chi sparpaglia i
semi, raccoglie i frutti sparsi (seminando in diverse direzioni, si
ottengono risultati vari e distribuiti).
Sparpagliare il
sapere, è seminare saggezza (diffondere la conoscenza è un modo per
condividere e far crescere la saggezza).
Se sparpagli i
tuoi sogni, il vento li porterà lontano (condividere i propri sogni
con il mondo può far sì che si realizzino in modi inaspettati).
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)
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