di Salvatore Claudio Sgroi
1. L'evento
mediatico
Un
noto storico della lingua, 'showman', in una nota trasmissione televisiva,
qualche settimana fa, ricordava (come il medico) la prescrizione per cui <qualcun altro> e <nessun altro> vanno scritti senza
l'apostrofo, analogamente a <un altro>,
e non già <qualcun'altro> o
<nessun'altro>. E avanzava
maliziosamente il sospetto che qualcuno avrebbe potuto negare l'esistenza di
tale <Norma ortografica>.
2. Regole e
Norme
En passant, ricordiamo che
ogni lingua implica "Regole (costitutive)", senza le quali non
esisterebbe neppure, e "Norme" o realizzazioni di tali regole, sul
piano orale e scritto, ovvero usi colti e incolti, variamente in conflitto tra
di loro e diversamente sanzionate.
2.1. <Norme ortografiche> e /Regole
fonologiche/
Nel
caso delle <Norme ortografiche>,
com'è noto, l'italiano distingue la <Norma
ortografica-1> dell'apostrofo indicante sul piano fonologico la /Regola-1/
dell'elisione, o cancellazione di una vocale dinanzi a un'altra vocale.
Es.
/Regola-1 fonol. da elisione/: /una amica > unAmica/, /una compagna/ = <Norma-1 ortogr.>: <un'amica>, <una compagna>.
Tale
norma si contrappone alla <Norma
ortogr.-2> del mancato apostrofo indicante fonologicamente la /Regola-2
fonol./ del troncamento vocalico (o apocope) dinanzi a una consonante.
Nel
caso p.e. del sintagma (fonologico) /nessun altro/, dal momento che nessuno
direbbe */nessuno compagno/, ma tutti diciamo /nessun compagno/, ne consegue
che l'es. /nessun altro/ rientra nella /Regola fonol.-1/ della elisione, ovvero
della cancellazione della vocale /-o/ solo dinanzi a un'altra vocale, qui di
/altro/, che richiama la <Norma ortogr.-2>:
<nessun altro>.
2.1.1. <Qualcun altro> senz'apostrofo o <qualcun'altro> con apostrofo?
Nel
caso invece del sintagma (fonologico) /qualcun altro/, dal momento che nessuno
direbbe */qualcun disattento/, ma tutti diciamo /qualcuno disattento/, ne
consegue che l'es. /qualcun altro/ rientra nella /Regola fonol.-1/ della
elisione, ovvero della cancellazione della vocale /-o/ solo dinanzi a un'altra
vocale, qui di /altro/. La /Regola fonol.-1/ richiamerebbe quindi la <Norma ortogr.-1 dell'apostrofo>,
ovvero <qualcun'altro>. Ma l'ortografia
italiana non richiede invece, in questo sintagma, la presenza dell'apostrofo <qualcun altro>, come
puntigliosamente sottolineato dal nostro showman.
Invero,
andava però sottolineato che la <Norma
ortogr.-1 dell'apostrofo> in questo caso costituisce una patente
eccezione ortografica dell'italiano, cosa che nessun dizionario evidenzia,
entrando quindi in contraddizione con la /Regola/ del troncamento.
Per
giustificare la <Norma ortogr.-1>
andrebbe invero ricordato al riguardo il troncamento /qualcun/ toscano e
letterario fossilizzato, citato en passant nel DOP 19812 (e nel Treccani on line): "tosc. o lett. il tronc. davanti a cons.: qualcun di noi".
E anche nel Treccani-Simone 2005 e nel
Garzanti 2020.
La
situazione è quindi analoga al <qual'è>
apostrofato perché nell'it. di oggi nessuno dice */qual ragazza/, e al <qual è> senz'apostrofo perché
nell'italiano di fine Ottocento vigeva il troncamento sopravvissuto in sintagmi
come <qual piuma al vento>,
<per qual(e) motivo>.
2.2. Usi
minoritari di <qualcun'altro> e
maggioritari di <qualcun altro>
Riprendendo
quanto da noi indicato nell'intervento n. 60 Perché
"qualcun altro" sì, ma "QUALCUN'ALTRO" no?, di domenica
19 aprile 2020, ignorato evidentemente dal nostro 'showman', a livello di uso, si
constata che, a fronte delle 114 occorrenze di <qualcun altro> in
47 opere di romanzieri dal 1947 al 2006 del Primo Tesoro della Lingua
Letteraria Italiana del Novecento, a cura di T. De Mauro, c'è un solo es. di <qualcun'altro>,
coerentemente apostrofato in quanto elisione, in Stanislao Nievo 1987:
(i)
"Bisognava assicurare difesa, sicurezza di movimento commerciale e un
minimo di sviluppo, altrimenti qualcun'altro poteva intervenire con
grave pregiudizio di chi aveva fatto il primo passo [...]" (Le isole
del paradiso, p. 46).
E
anche in Google "libri ricerca avanzata" nell'arco del ventennio
2000-2020 su 32 videate, pochissimi sono gli ess. con l'apostrofo (11 in 7
autori), giusto i seguenti:
(i)
Claudio Azzara, Stefano Gasparri 2005: "Se qualcuno presta
semplicemente una sua arma ad un altro e quello che l'ha ricevuta fa del male a
qualcun'altro con essa [...]" (Le leggi dei Longobardi. Storia,
memoria e diritto di un popolo germanico, La Storia, p. 91; con due ess.
peraltro senza apostrofo pp. 27 e 61).
(ii-iii)
Luciano Ballabio, Giorgio Fabbri, Francesco Senese 2010: "Qualcuno
sussurra a bocca chiusa Eine kleine Nachtmusik di Wolfang Amadeus Mozart
e qualcun'altro Time dei Pink Floyd, qualcuno l'attacco delle
Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi e qualcun'altro When The Saints
Go Marching In di Louis Armstrong" (Come un'orchestra. Fare musica
insieme per crescere insieme, Milano, FrancoAngeli-Le Comete, p. 223).
(iv-v)
Charles Dickens 2011: "Dopo di ciò, quel giorno, sul volto di Luisa s'aprì
un sorriso per qualcun'altro diverso dal fratello. Qualcun'altro,
ahimè!" (Tempi difficili, Newton, trad. integr.).
(vi)
Judy Weiser 2013 (orig. canadese 1999): "È probabile che questo genere di
commenti suoni familiare a chiunque abbia mai provato a scattare una fotografia
a qualcun'altro" (FotoTerapia. Tecniche e strumenti per la
clinica e gli interventi sul campo, FrancoAngeli, p. 227; ma poco dopo un
es. senz'apostrofo).
(vii)
Fabio Celvini 2014 II ed. : "Lì incontri qualcun'altro e riparti dopo il
caffè e la sigaretta. All'uscita dell'autostrada trovi qualcun'altro ed
il rombo dei motori si fa ancora più forte" (Malato di Moto. Scritti
evolutivi del motociclista anormale, cap. 15).
(viii-ix)
Luca Clun- 2014: "Se questa cosa qualcun'altro può farla, allora
puoi farla anche tu? (La Fisica del Cambiamento, Bruno Editore, con un
secondo es.).
(x)
Nieves García Bautista 2015: "Entrambi erano d'accordo che era normale
conoscere altre persone e perfino innamorarsi, ma in quel momento a nessuno dei
due sembrava possibile riuscire ad amare qualcun'altro" (L'amore
profuma di caffè, on line).
(xi)
Aeadem: "Doveva riconoscere che l'idea che Cayetana s'innamorasse di qualcun'altro
non gli piaceva" (ibid.).
2.3.
Grafia univerbata <qualcunaltro>
Colpisce
inoltre la rarissima grafia univerbata di Italo Calvino 1950, <qualcunaltro>
nel citato Primo Tesoro, speculare peraltro alla fonia del composto
con accento primario e secondario: /,kwalku'naltro/:
"andando,
stavano attenti all'abbaiare dei cani nel fondovalle; poteva voler dire
l'esse-esse che veniva a cercar loro, o la madre che tornava già libera, o il
padre, o qualcunaltro che veniva a dire qualcosa, qualcosa che spiegasse.
Ma i cani abbaiavano alla zuppa, i bambini nei casolari della vallata gridavano
battendo i cucchiai sulle scodelle" (Ultimo viene il corvo, p. 99).
Analoga
occorrenza ottocentesca in Carlo Dossi 1868:
"Nè
solo i ragazzi. Ogni uomo è il guancialino da spilli di qualcunaltro;
Ghioldi lo era di tutti: fra i molti, dei Proverbio" (L'altrieri,
Panche di scuola, 4, capoverso 20, in BIZ).
3.
Tre <norme ortografiche>
In conclusione, possiamo distinguere tre diverse
<Norme ortografiche> (tutte
corrette) per il sintagma fonologico /qualcun altro/:
<Norma
ortografica-1> con apostrofo da elisione: <qualcun'altro>, erroneamente giudicata errata perché
minoritaria, ma invero corretta, perché presente in scritti di autori colti.
<Norma
ortografica-2> senz'apostrofo da troncamento toscano letterario: <qualcun altro>, la sola riconosciuta
come corretta nella lessicografia, e maggioritaria in scritti di autori colti.
<Norma
ortografica-3> univerbata da elisione: <qualcunaltro>, letteraria e rara.
Sommario
1. L'evento
mediatico
2. Regole e
Norme
2.1. <Norme ortografiche> e /Regole
fonologiche/
2.1.1. <Qualcun altro> senz'apostrofo o <qualcun'altro> con apostrofo?
2.2. Usi
minoritari di <qualcun'altro> e
maggioritari di <qualcun altro>
2.3.
Grafia univerbata <qualcunaltro>
3.
Tre <norme ortografiche>
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico,
quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)
10 commenti:
Nessun commento: significa che i lettori approvano quanto sostenuto qui, forse.
Personalmente, e per varie ragioni, non concordo.
Personalmente scrivo "qualcun altro", perché considero questa l'unica forma corretta, per motivi legati all'etimologia del vocabolo "qualcuno" e non al numero delle occorrenze su Google.
Personalmente considero non appropriati gli esempi di opere di autori stranieri (Dickens, Weiser, García Bautista), poiché la scelta va attribuita a chi ha tradotto le opere citate, non agli autori.
Personalmente non comprendo il sarcastico "showman" e non mi stupisce affatto che lo "showman" abbia ignorato "quanto da noi indicato nell'intervento n.60...".
Personalmente - e qui concludo - non comprendo per quale (per me oscura) ragione coloro che seguono questo blog - e sporadicamente vi lasciano commenti - accettano passivamente sia il coriaceo prescrittivismo militaresco (per usare un eufemismo) sia alcune forme di anarchia linguistica.
Vittorio Pepe
1) Che il sig. Pepe (12 giugno) non concordi con quanto da me sostenuto nel mio intervento n. 131 (6 giugno) mi sembra più che legittimo.
2) Che il sig. Pepe scriva "qualcun altro" perché per lui "l'unica forma corretta", ci mancherebbe altro, al di là delle due motivazioni da lui indicate e da me contestate con argomentazioni.
3) Che il sig. Pepe ritenga "non appropriati gli esempi di opere di autori stranieri" da me citati, 4 ess. su 11, mi sembra sinceramente il colmo. Si tratta infatti di ess. pertinentissimi in quanto prodotti da traduttori italo-nativofoni e nativografi, da non attribuire ovviamente agli autori stranieri!
4) Quanto al "sarcastico 'showman'", si tratta della risposta a uno storico che aveva in precedenza sottilmente polemizzato con chi scrive attribuendomi una presunta idea sulla inesistenza delle Norme (da non confondere peraltro con le Regole) nelle lingue, come avevo del resto già due anni prima chiarito in questo blog.
5) Che il presente Blog di F. Raso presenti esempi opposti di "prescrittivismo" e di (presunta) "anarchia linguistica" è per me un grande esempio di tolleranza per la diversità, in quanto offre posizioni diverse, diversamente argomentate, tra le quali il lettore potrà liberamente scegliere.
(Se non ricordo male, il sig. Pepe aveva in passato apprezzato il 1° aprile il mio intervento n. 125; e poi il 25 aprile il mio intervento n. 128, al di là della mia non tempestiva risposta di apprezzamento (2 maggio), che aveva determinato il suo (indispettito) commento del 2 maggio, con mia risposta).
6) Quanto alla (presunta) mia "anarchia linguistica", mi permetto di affermare che il sig. Pepe confonde l'"anarchia" con il "liberalismo" o per meglio dire con la mia "laicità". Nei miei interventi non prescrivo mai come il medico (nei riguardi dei pazienti-malati) alcuna norma o uso. Io indico i criteri (che non sto qui a ripetere) in base ai quali poter giudicare gli usi normativamente corretti o sbagliati, lasciando che il lettore sia libero di scegliere quello che ritiene opportuno.
S.C.S.
@ Sgroi
1) Il suo "mi sembra più che legittimo" è per me ovvio.
2) Considero altrettanto ovvio il suo "ci mancherebbe altro".
Tuttavia - qualora lei mi considerasse lo studentello in cerca di rassicurazioni - la ringrazio per avermi gentilmente concesso il suo beneplacito. Segue sospiro di sollievo.
3) Considero ovvio che i traduttori siano "italo-nativofoni e nativografi": Mario Martino per (l'opera di) Dickens, Gaia Bavestrello per Weiser, Serena Arnò per G. Bautista.
Per amor di precisione e poiché buona parte del suo articolo è basato su citazioni, ritenevo opportuno che specificasse a chi attribuire la scelta della forma "qualcun'altro".
4) Preferisco ignorare questo punto: i dissapori personali non mi interessano.
Una quisquilia: "... polemizzato con chi scrive attribuendoMI..." - avrei scritto "attribuendoGLI".
5) Probabilmente non sono stato chiaro e mi scuso.
Apprezzo molto "la diversità, in quanto offre posizioni diverse" e ciò è dimostrato dai commenti da lei citati (1° aprile e 25 aprile).
Quanto al mio commento indispettito, ritengo di aver già spiegato: avevo posto una domanda, da intendere come spunto per uno scambio di opinioni, e lei mi ha risposto - usando lo stampato maiuscolo - come se io fossi uno studentello in cerca di rassicurazioni.
Detto ciò, chiarisco: la mia perplessità non riguardava - e non riguarda - il suo "liberalismo" oppure la sua "laicità" - che (lo ripeto) apprezzo molto - ma che i lettori di questo blog accettino passivamente sia gli esempi di "prescrittivismo" sia gli esempi ispirati al "liberalismo" (o "laicità").
6) Mi perdoni l'ardire: i criteri da lei indicati e le argomentazioni da lei portate si perdono nel mare delle citazioni riprese da "Google libri ricerca avanzata".
Vittorio Pepe
Mi è sfuggita una precisazione.
Uso e considero corretta la forma "qualcun altro", ma non grido all'orrore se leggo "qualcun'altro": la scelta di una o dell'altra forma (come per "qual è/qual'è") è affidata a chi scrive, purché sia una scelta motivata e consapevole.
Vittorio Pepe
1-3) Potrei dire che gli scambi tra il sig. Pepe e me siano (alla pari) pieni di "ovvietà".
4) Sullo "showman" io avevo cercato solo di rispondere alla curiosità sollevata del sig. Pepe.
5) Sulla "quisquilia" -- "aveva in precedenza sottilmente polemizzato con chi scrive attribuendomi [CORRIGE: attruibuendoGLI] una presunta idea..." -- la transizione dalla 3a persona (distante) alla prima (vicina) rende invero molto più vivace il testo, che sarebbe invece risultato anodino con un banale "attribuendoGLI".
6) I criteri da me sostenuti per giudicare un uso errato sono due: a) la sua incomprensibilità, chiunque sia l'autore, b) l'essere tipico dell'italiano popolare (un es. se potrei la farei).
7) Il sig. Pepe lamenta la "passività" dei lettori, i.e. il non reagire, come per es. fa lui, ai vari interventi nel Blog di segno opposto. Sinceramente non saprei rispondere. Magari, il lettore si limita a leggere (quello che gli interessa) preferendo non manifestare né assenso né tanto meno dissenso. Il blog peraltro non prevede risposte del tipo "I like" o "I don't like"...
8) Quello però che devo riconoscere è la voglia spiccata del sig. Pepe di "intendere" e di porre domande "come spunto per uno scambio di opinioni", che io ho certamente trascurato.
Salvatore Claudio Sgroi
Sarò brevissimo e schietto.
Lei è un ospite, non il titolare del blog: non ha il compito di cercare una spiegazione alla quasi totale assenza di commenti.
Quanto alla mia "voglia spiccata", che definisco un felice connubio fra curiosità e passione, non è suo dovere soddisfarla.
Qui c'è chi scrive, forse c'è qualcuno che legge e per il resto? Silenzio tombale.
Peccato.
Vittorio Pepe
@ Sgroi
Una curiosità: a chi si rivolge, riferendo di me con la forma "Il sig. Pepe"?
Vittorio Pepe
Gentile sig. Pepe, sinceramente, trovo incomprensibile il suo comportamento: da un lato lei cerca un dialogo stimolato dai miei interventi, che io cerco in qualche modo di soddisfare, sottraendo anche tempo alla mia ricerca, dall'altro lei mi dice quello che debbo o non debbo dire sui problemi peraltro da lei posti. A questo punto, sinceramente, la pregherei di non pormi più domande sui miei interventi, chiari o non chiari che siano, evitandomi così di perdere tempo.
prof. Salvatore Claudio Sgroi
È con sommo piacere che tolgo il disturbo, stia tranquillo.
Prof. Vittorio Pepe
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