venerdì 11 febbraio 2022

All'addiaccio (dormire)


 L'espressione "all'addiaccio" ─ chi non lo sa? ─ significa trascorrere la notte all'aperto, come ci informa il vocabolario Treccani (in rete): «(...) di persone in genere che dormono allo scoperto o sostano sotto il cielo della notte, e di alpinisti che trascorrono la notte in ripari di fortuna nella roccia (...)». 
  Di primo acchito la locuzione fa venire alla mente una notte fredda, con pioggia e vento. Ma non è cosí, perché potrebbe essere anche una notte di mezza estate, come recita una famosa canzone. Addiaccio, insomma, vale, potremmo dire, "all'aperto", tanto di giorno quanto di notte e viene dal verbo latino "iacere"  (stare disteso); chi sta all'addiaccio, quindi, giace a letto, sull'erba, in terra ecc. Ma come e dove è nata la locuzione? Ha origini contadine in quanto si riferiva, un tempo, alla vita bucolica, in particolare agli animali che si facevano pernottare nei recinti, all'aperto. Di qui, appunto, il modo di dire noto a tutti.

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La parola proposta da questo portale: botanomanzia. Arte, "scienza" di predire il futuro "studiando", "analizzando"  varie erbe. Sostantivo femminile composto con le voci greche "botane" (erba) e "manteia" (divinazione).

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La lingua "biforcuta" della stampa

svolte e stereotipi

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E pensare che eravamo convinti che ci fossero anche giornaliste uomini.

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Metà del Pil italiano può diventare fuorilegge

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Il Pil un bandito? Correttamente: fuori (della) legge.

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VIDEO

L'Italia pazza del curling: ecco i meme più divertenti sul web

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Meme è un normalissimo sostantivo maschile e in quanto tale si pluralizza regolarmente: i memi. E che dire del barbaro "curling"? Quanti lettori, anche colti, sanno che si tratta di "(gioco di) bocce sul ghiaccio"?



(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)

 

3 commenti:

Aldo Onorati ha detto...

Sono contadino di stirpe millenaria ed io stesso ho lavorato e lavoro nei campi. A proposito dell'addiaccio, ho un ricordo. Durante le vendemmie (uso il plurale perché papà era un possidente più che medio), il sottoscritto adolescente dormiva nella capanna di una delle vigne per fare la guardia (i bigonci spesso venivano rubati carichi di uva raccolta). Cioè: non dormivo: occhi aperti, magari uno per volta come i camaleonti. Le notti ottobrine non erano calde né fredde, tanto che al mattino si accendeva il fuoco per scaldare la colazione davanti alla baracca. Però, un "sapientone" che veniva alla nostra osteria, usò la parola "all'addiaccio", ed io risposi che la temperatura era bazzotta (così e così). Egli rispose: "Non fa niente, sempre all'addiaccio è". Oh, sapienza dei veri grandi incommensurabili santi analfabeti!
aldo onorati

V.Ppnr ha detto...

Piaccia o no, caro Raso, dovremmo convincerci che ci sono "giornaliste uomini".
Riguardo a "curling" si può tranquillamente sostenere che è un termine barbaro, se così si desidera, ma oggi chiunque - colto o no - dispone dei più avanzati sistemi di ricerca.
Infine "meme": l'uso del singolare si è ormai consolidato da anni. A che pro sottolineare che ha il plurale?
Vittorio Pepe

Anonimo ha detto...

Dottor Raso, un altro nome delle Bocce su ghiaccio è Scacchi su ghiaccio.

Renato P.