mercoledì 16 febbraio 2022

Il palazzo, il palato e la garrota

 


Sembra strano, ma il palato, vale a dire ─ come recitano i vocabolari dell'uso ─ «la volta della cavità boccale sia nell'uomo sia nei vertebrati in generale» è strettissimo parente del palazzo che ─ sempre come recitano i vocabolari ─ è «un edificio di notevoli dimensioni, proporzioni e pregio architettonico, adibito a dimora di re, principi o sede di pubblici uffici». Ma donde viene questo "palazzo" e perché è imparentato con il "palato"? Andiamo, succintamente, con ordine. Il palazzo, dunque, è il latino "palatium", con evidente riferimento alla dimora dell'imperatore Augusto, che aveva fissato la sua "casa" sul colle Palatino (Palatium). In seguito fu chiamato palazzo, per estensione, qualunque tipo di costruzione per abitazioni e no. E il palato? È presto detto. Poiché la caratteristica architettonica del "palatium" era la volta fu chiamata "palato" la cavità a volta della bocca.

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Chissà per quale "oscuro" motivo le esecuzioni capitali eseguite mediante una scarica di fucile sono chiamate "fucilazioni"; quelle eseguite con l'impiccamento sono definite "impiccagioni" e quelle tramite strangolamento con la garrota sono dette "garrotamenti". Tutti e tre i lessemi sono dei deverbali provenendo dai rispettivi verbi (fucilare, impiccare, garrotare); i primi due con l'aggiunta del suffisso "-ione", il terzo con l'aggiunta del suffisso "-mento" (fucilazione, impiccagione, garrotamento). Perché, dunque, questa disparità di "trattamento"? Ancora. Perché si può dire, correttamente, "impiccamento" e non "fucilamento"? Quest'ultimo termine, comunque, si trova in numerose pubblicazioni. Dimenticavamo: il Tommaseo-Bellini lemmatizza "decapitamento", sinonimo di decapitazione, ma non, stranamente, garrotamento. Garrotazione, comunque, si può leggere qui. Se qualche linguista...

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La parola proposta da questo portale: ametodo. Si dice di docente che non segue alcun metodo d'insegnamento. Alla lettera: privo di metodo. Dalle voci greche "a privativo" e "methodos" (metodo).


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Ucràina o Ucraìna?

A proposito della crisi in Ucraina la cui accentazione oscilla (ora con l'accento sulla "a" ora con l'accento sulla "i"), chi scrive propende per l'accento sulla "a" (Ucràina) quando si parla della nazione (quindi sostantivo), con l'accento sulla "i" in funzione aggettivale (il problema ucraìno). Ma sentiamo il parere della Crusca.



(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)

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