Due parole, due, sull'Epifania che si celebra il 6 gennaio nelle chiese che seguono il calendario gregoriano, il 19 gennaio in quelle che osservano il calendario giuliano. La parola deriva dal greco antico e significa “manifestazione di qualcosa di mirabile”, mirabile come l’adorazione dei re Magi al bambinello Gesú. Melchiorre, Gaspare e Baldassarre guidati dalla stella cometa portarono in dono oro, incenso e mirra, che simboleggiano regalità, divinità, sofferenza e redenzione. All’Epifania è legato il mito della Befana: una vecchina bruttissima! ma amatissima che, volando a cavallo di una scopa, porta dolciumi e regalini ai bambini, la notte del 6 gennaio, dentro una calza che pende dal camino. In questo periodo, per antica tradizione, a Roma, in piazza Navona, si allestiscono bancarelle che vendono giocattoli e dolciumi. Questa tradizione è oggi, però, accompagnata da molte polemiche. Al di là di tutto crediamo che questo sia un appuntamento magico nella cornice della piú bella piazza del mondo, dove si ricrea, ogni anno – con luci, giocattoli, l’odore dello zucchero filato e delle caldarroste – un’atmosfera natalizia senza pari. Chiudiamo augurando a tutti gli amici di questo portale un prospero e felice 2021.
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La lingua "biforcuta" della stampa
Urbano Barberini,
guida d'eccezione contro la discarica vicino Villa Adriana
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Correttamente: vicino a. Crusca: «(...) Quel che è certo è che non si può usare il solo vicino con funzione di locuzione preposizionale: sono da evitare, benché alquanto diffusi persino nei giornali, vicino Roma, vicino casa (recte: «vicino a Roma», «vicino a casa»).».
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