giovedì 7 gennaio 2021

Sgroi - 95 - Leonardo Sciascia all'Accademia della Crusca


 

di Salvatore Claudio Sgroi

  

1. L'evento editoriale

Nella 'imperdibile' rivista on line ITALIANO DIGITALE n. 4 ottobre-dicembre 2020, dell'Accademia della Crusca, "direttore responsabile" il suo presidente Claudio Marazzini, "direttore tecnico" Marco Biffi, il dialettologo siciliano Roberto Sottile ha pubblicato un intrigante saggio su La parola dialettale nell'opera di Leonardo Sciascia: il caso di "taddema" (pp. 8).

 2. Gli "autoctonismi" sciasciani e loro multifunzionalità

L'A., muovendo da un originale percorso nella identificazione dei dialettalismi e della loro funzione nell'opera sciasciana, focalizza quelli che definisce neologicamente "autoctonismi", ovvero voci siciliane specifiche, di "rilevanza antropologica", nella lingua di L. Sciascia, con diverse funzioni: a) referenziale, b) espressivo-evocativa, c) documentaristica, d) metalinguistica. Così esemplificate:

a) Voci referenziali ("realia"): i calchi strutturali mandorle cagliate 1958 (< sic. mènnuli quagghiati), testarossa zool. (< sic. testagrossa, testarossa, testarrussa) 1973.

b) Voci espressivo-evocative:  i regionalismi segnici vurdunari 'mulattieri' 1956, calcherone 'forno delle zolfare siciliane' 1956 (< sic. carcaruni), "di buona gana" 'voglia' 1956, "il cappello gli aggroppava" 'non gli andava giù, non gli piaceva' 1958 (< sic. aggruppari), li impiombò 'li impallinò' 1958 e 1963 (< sic. nchiummari).

c) Voci documentaristiche: algozzino 'usciere', 'carceriere' 1985 (< sic. aguzzinu), attrassare 1956 'ritardare' (< sic. attrassari).

d) Voci con funzione metalinguistica per es. Occhio di capra 'spiraglio di sole fra le nuvole' (<sic. occhiu di crapa) e tutti i lemmi nella omonima raccolta di lessemi siciliani (1984) legati alla nativa Racalmuto.

Queste parole di origine siciliana ("sicilianismi") e geograficamente dell'italiano regionale di Sicilia (micro- e macro-regionalismi) sono distinte da Sottile in quanto "autoctonismi" dai regionalismi semantici come coppo (< sic. coppu) 'pacco' coppo di spaghetti 1966; 'involucro a palloncino' coppo di vetro (1964).

           3. Un autoctonismo d.o.c. taddema s.f. 'aureola' 1961

Sottile si sofferma quindi sull'autoctonismo evocativo taddema s.f. fig. 'aureola', apax in L. Sciascia nel Giorno della civetta 1961:

"una taddema di innocenza gli illuminava la testa greve [...] di saggia malizia".

Lessicograficamente, il lessema è presente nel Supplemento del Battaglia-Sanguineti 2009 con l'es. sciasciano, marcato come "Region." ed etimologicamente  in quanto "Voce di area sicil."col rinvio al diz. sic. del Biundi 1851 (anziché al Voc. sic. (VS) di G. Piccitto et alii 2002).

Da parte sua il Gradit di T. De Mauro, nell'Appendice II Nuove parole italiane dell'uso (2007), registra taddema s.f. 'aureola' datato 1961 L. Sciascia, marcato come "DI[alettalismo] sicil.[iano]" e con l'etimo "sicil. taddema".

Il grande Less. Etim. It. (LEI) di M. Pfister et alii sub lat. diadēma 'benda che cinge le tempie' (2016, D-16, pp. 237-38) riporta come latinismo l'it. diadema (con varie accezioni, tra cui 'aureola'), ma omette l'it. reg. taddema s.f. 'aureola' 1961 in L. Sciascia.

 

4. L'etimo misterioso del sic. taddema 'aureola'

Se il significato di taddema non pone alcun problema al dialettologo, delicato è invece il

problema dell'etimologia: si tratta di voce patrimoniale, autoctona, di tradizione ininterrotta dal latino, oppure di voce importata ("cultismo") dal latino (latinismo) o dall'italiano (italianismo)?

 

4.1. Taddema: un grecismo?

Da escludere, se non altro per ragioni fonologiche, l'etimo diacronico dal greco, il proparossitono (o sdrucciolo)  διάδημα -ατος sost. neutro, invocato dai lessicografi siciliani settecenteschi (M. Del Bono 1754, J. Vinci 1759, M. Pasqualino 1795 "Forse voce corrotta dal gr. διάδεμα [sic], diadema, significante lo stesso, quasi diadema scorciato tadema, taddema") ma anche novecenteschi (G. Cavallaro 1964 Diz. sic.-it.: s.m. "gr. διάδημα").

 

4.2. Taddema: un latinismo?

Da attenzionare invece l'etimo diacronico latino indicato come voce "semicolta", "semidotta" (i.e. "cultismo") da G. Alessio 1976 Lexicon etymologicum: "Il latino diadēma (-atis n.; ae f. Pompon. com. 163; Apul.) spiega il sic. taddèma 'aurea dei santi', 'cappello a tese larghe' (Traina p. 446), di tradizione semicolta" (p. 143). L'etimo è ripreso da M. Cortelazzo - C. Marcato 1998, I dialetti italiani. Diz. etimol. (assente nella I ed. 1992) s.m. (siciliano) 'aureola (sul capo delle immagini di santi)', 'cappello a larghe tese', senza alcuna cit., "Dal latino diadēma per via semidotta (Alessio 1976)". La voce manca invece nel Voc. Stor. Etim. del Sic. (VSES) di A. Varvaro 2014.

Il citato LEI 2016 (§ 3) sub lat. diadēma 'benda che cinge le tempie' riporta come "forma semidotta" il sic. Taddema m. in Traina 1868, e la variante retroflessa taḍḍema (Sapienza, StGl 6). La variante taḍḍèma appare anche nel Diz. It.-Sicil. Ibleo di G. Ragusa (Cultura Duemila 1991) come traducente italiano (dello stesso genere) di Aurevola (p. 52).

 

4.3. Taddema: un italianismo ("cultismo") settecentesco?

Un italianismo era ancora taddema s.m. per il lessicografo siciliano A. Traina 1868: "corrotto forse da diadema" e in Traina 1888 Vocabolarietto delle voci sicil.: "s.f. Aurèola (corruz. di diadema)". Nonché in maniera argomentata glottologicamente per il dialettologo C. Salvioni 1907, che cita al riguardo H. Schneegans 1888: è "possibile che da- domanti non sia diverso da diamante ecc. e che l'i vi sia soppresso per apostrofe. È questa l'opinione dello Schneegans [1888] 116, il quale adduce taddema aureola 'diadema'" (in RIL p. 603). Opinione condivisa anche da P. Faré 1972 (Postille ital. al REW, con le postille di C. Salvioni) che sub diadēma 'benda che recinge le tempie' riprende Salvioni 1907: "[Tosc. la diadema aureola] RIL XL, 1147".

Ora, anche Sottile propone per taddema, in maniera autonoma (non interessato a una rassegna delle pregresse proposte), un possibile etimo dall'italiano: "un italianismo", tanto più certo in quanto voce assente nel sic. antico e medievale (nel Corpus Artesia) e invece voce settecentesca in siciliano stando ai lessicografi menzionati nel VS di G. Piccitto 2002, ovvero Spa.[tafora] sec. XVIII, Vi[nci] 1759, D[el]B[ono] 1751-17541, 1783-17852, Pa.[squalino] 1785-1795, e voce altresì successiva all'italiano diadema risalente al '300 con Petrarca av. 1374.

Un italianismo, taddema, che con Trovato 2014 (I cultismi nel siciliano, in G. Marcato a c. di, Dialetto parlato, scritto, trasmesso, Cleup, pp. 353-58) possiamo etichettare come "cultismo" ovvero "prestito in diastratia" nel campo della "liturgia cristiana".

 

4.3.1. Evoluzione fonetica it. diadema > sic. taddema

Il cambiamento fonetico dall'it. di.a.dè.ma (quadrisillabo) al sic. ta.ddè.ma (trisillabo) può essere così strutturalmente giustificato:

di.a.de.ma > (eliminazione dello iato in sillaba atona) da.dè.ma > (raddoppiamento di /-d-/ intervocalico) da.ddè.ma> (dissimilazione) ta.ddè.ma.

 

4.3.2. Taddema sic. bi-genere s.m. e s.f.

Come sopra rilevato, taddema è nell'uso sciasciano s.f. ma in sic. taddema è s.m., stando ai dizionari ottocenteschi dialettali così nel Mortillaro 1844, nel Biundi 1851, nel Traina 1868 (diventato però nel citato (§ 4.3) Traina Vocabol. 1888 "s.f."), nel Macaluso Storaci 1875, nel Nicotra 1883, Nicotra 18911, 18942. E tra quelli del '900 in G. Cavallaro 1964 (Diz. sic.-it.) e in J. Bellestri 1985 (Basic Sicil.-Engl. Dict.). Invece è indicato come s.f. (e solo s.f.) oltre che nel citato Traina 1888 Vocabol., nel Nicotra D'Urso 1914 e nel VS di Piccitto et alii 2002. Taddema s.f. appare anche come traducente siciliano di aureola in S. Camilleri 2001 Voc. it. sic. (ed. Greco) al pari di taḍḍèma s.f. traducente dell'it. aurevola nel citato Ragusa 1991 Diz. It.-Sicil Ibleo (§ 4.2).

L'evoluzione etero-categoriale ‒ tra due diverse sincronie entro lo stesso sistema linguistico ‒ dal masch. al femm. si spiega sul piano fonologico con la desinenza /-a/ tipica dei nomi femm.

 

4.3.3. Sic. ant. ('400) el diadema, la diadema

Sottile, oltre taddema, riscontra solo nel sic. ant. ('400) le varianti colte ("cultismi") omofone all'italiano diadema, ovvero sic. ant. el diadema s.m.  e sic. ant. la diadema , che ritiene tosco-latinismi.

 

4.4. L'evoluzione grammaticale dal greco (gr. διάδημα -ατος sost. neutro) al latino (diadēma -atis sost. neutro) al siciliano (taddema s.m. 1859 > s.f. 1888, 1914, 2002) all'italiano (taddema s.f. 1961)

Soffermandoci ora sui cambiamenti del genere grammaticale di diadema / tadddema, possiamo distinguere i trasferimenti del genere a) da un idioma all'altro, secondo che comportino lo stesso numero di generi nei due idiomi a. i) un loro diverso numero, e b) i cambiamenti di genere all'interno di uno stesso idioma.

A-i) Nel trasferimento del genere da un idioma all'altro, nel caso del greco e del latino, (entrambi idiomi tri-generi), il passaggio dal neutro greco al neutro latino può essere omo-categoriale:

gr. διάδημα -ατος neutro > lat. diadēma -atis neutro.

E così nel caso del passaggio di idiomi entrambi bigeneri (it. e sic.), dal masch. it. al masch. sic.: it. diadema s.m. '300, av. 1374 > sic. u taddema (1844, 1851, 1868). 

E anche etero-categoriale dal masch. sic. al femm. it.:

sic. u taddema > it. la taddema 'aureola' (Sciascia 1961).

 A-ii) Nel trasferimento  da un idioma all'altro, come il latino (tri-genere) e l'italiano (bi-genere), il passaggio dal neutro latino (tri-genere) all'italiano (bi-genere) non poteva invece che essere etero-categoriale, con mutamento al maschile, in quanto genere non marcato:

lat. diadēma neutro > it. diadema s.m. ('300, av. 1374).

E non diversamente anche se si ipotizza l'evoluzione dal lat. al sic. ant.:

lat. diadēma neutro > sic. ant. el diadema s.m. ('400).

B) L'ulteriore evoluzione etero-categoriale ‒ tra due diverse sincronie entro lo stesso sistema linguistico ‒ dal masch. al femm. si spiega invece sul piano fonologico con la desinenza /-a/ tipica dei nomi femm., e propria dell'87% dei nomi femm. in it., a non voler ipotizzare un traducente italiano femm. come 'aureola' per taddema:

lat. diadēma -atis neutro > diadēma ae f. (Pompon. com. 163; Apul.);

sic. ant. el diadema s.m. ('400) > la diadema ('400);

sic. mod. u taddema (1844, 1868, 1964) > a taddema (Traina 1888, Nicotra D'urso 1914, G. Piccitto et alii VS 2002);

it. il diadema (Vito da Cortona Volgar. sec. XIV, Petrarca av. 1374 "un diadema", in Batt.) > la diademe (Cennino Cennini primi anni del sec. XV), [le] diademe (Burchiello av. 1449, Pulci av. 1470 "tante diademe", Petrarca volgar. "la diadema" metà del sec. XV) (in Batt.).


 5. Trafila etimologica: dal greco al latino, all'italiano, al siciliano

Questa la trafila etimologica, con le diverse ipotesi, secondo i citati autori:



                                                                             

                                                                               Sommario

1. L'evento editoriale

2. Gli "autoctonismi" sciasciani e loro multifunzionalità

3. Un autoctonismo d.o.c. taddema s.f. 'aureola' 1961

4. L'etimo misterioso del sic. taddema 'aureola'

4.1. Taddema: un grecismo?

4.2. Taddema: un latinismo?

4.3. Taddema: un italianismo ("cultismo") settecentesco?

4.3.1. Evoluzione fonetica it. diadema > sic. taddema

4.3.2. Taddema sic. bi-genere s.m. e s.f.

4.3.3. Sic. antico ('400) el diadema, la diadema

4.4. L'evoluzione grammaticale dal greco (gr. διάδημα -ατος s. neutro) al latino (diadēma -atis s. neutro) al siciliano (taddema s.m. 1859 > s.f. 1888, 1914, 2002) all'italiano (taddema s.f. 1961)

5. Trafila etimologica: dal greco al latino, all'italiano, al siciliano




 

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