venerdì 15 gennaio 2021

Sgroi - 97 - L'italiano di Papa Francesco è "eccellente" per la Crusca, ma ...

 


di Salvatore Claudio Sgroi 

 1. L'evento televisivo della domenica

L'appuntamento di domenica 10 gennaio della trasmissione di entertainment "Le parole per dirlo" su RAI-3, ore 10.20 condotta da Noemi Gherrero, consulenti i noti Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, è stato particolarmente intrigante, dedicato com'era a "Le parole di Papa Francesco", ospite monsignor Vincenzo Paglia.

<https://www.raiplay.it/video/2020/12/Le-parole-per-dirlo-puntata-20-dicembre-2020-d7734204-fbed-465f-9d50-e5f1f7d2a63e.html>.

          2. Gli usi linguistici di Papa Francesco

Molte le osservazioni sul linguaggio di Papa Francesco con degli interventi filmati del Pontefice, e sulla sua creatività linguistica, da parte dei due esperti, che si sono mostrati ben documentati e al corrente degli studi sul linguaggio del Sommo Locutore.

 2.1. La misericord-ina (2013)

Si è per es. ricordato l'uso del s.f. misericord-ina indicante la "confezione di oggetti di culto della Divina Misericordia fatta distribuire da papa Francesco in piazza S. Pietro nel 2013 e nel 2016", come ora rivendicato con orgoglio dalla stessa Valeria Della Valle per averlo lemmatizzato nei suoi Neologismi. Parole nuove dai giornali 2008-2018 (Treccani 2018) in coll. con G. Adamo.

 2.2. La influencer di Dio (2019)

Jorge Bergoglio è apparso anche mentre parlava di "Maria la influencer di Dio" (2019) ‘chi propaganda Dio, la fede in Dio’, ‘propagandatore di Dio, della fede in Dio’. (Su cui cfr. Papa Francesco e "l'Influencer di Dio", in "Rivista Italiana di Linguistica e di Dialettologia"  2019, pp. 93-98). Ma l'anglicismo, registrato nel Gran diccionario de anglicismos di Félix Rodríguez González (2017) e pure nel citato dizionario di Neologismi di G. Adamo - V. Della Valle, datato 1993 e 2011, non è stato commentato. Ad evitare -- si potrebbe sospettare maliziosamente -- una possibile analisi neo-puristica contro l'uso degli anglicismi non necessari da rendere qui con "influenzatore", influenzatrice"?

 2.3. "Fratelli e sorelle, buona sera" (2013) e Fratelli tutti (2020)

A proposito del saluto "Fratelli e sorelle, buona sera" (13 marzo 2013) in bocca a Papa Francesco si è sottolineata la volontà di riferirsi con grande familiarità a tutti, non esclusivamente religiosi, ma credenti e laici, uomini e donne. Patota ha subito, e opportunamente, osservato che l'espressione non è affatto "in contraddizione" con il recente titolo dell'enciclica Fratelli tutti (2020), dove manca l'esplicitazione degli uomini e delle donne, trattandosi di una citazione delle Ammonizioni di S. Francesco (lat. Fratres omnes). Un titolo che "ha suscitato non poche reazioni di perplessità sull'utilizzo del maschile, che soprattutto in alcune culture è sembrato escludere le donne", osservava da parte sua Alessandra Smerilli (nella sua "Guida alla lettura" alla Lettera enciclica, Lev 2020 p. 24). Un uso, questo del Papa, aggiungiamo, non diverso da quello già presente nelle sue Parole ai giovani a cura di Lucio Coco (Lev 2016), dove appare per es. il masch. plurale "i giovani" per designare maschi e femmine con la volontà di indicare "chi è nell'età compresa tra la tarda adolescenza e la maturità", senza far riferimento al sesso.

Un caso che potrebbe sembrare, aggiungiamo ancora, un uso sessista della lingua per il mancato esplicito riferimento agli umani di entrambi i sessi. Ma che invece smentisce la teoria sessista della lingua, secondo cui il genere grammaticale masch./femm. svolgerebbe la funzione prioritaria di indicare il sesso maschio / femmina e non già quello puramente morfosintattico dell'accordo per garantire la coesione, comune ai nomi animati e non-animati. (Cfr. l'intervento nel blog Per smentire la teoria della lingua sessista, martedì 17 gennaio 2017).

 2.4. Nostalgioso (2017)

Patota ha opportunamente commentato l'uso dell'aggettivo nostalgi-oso 'nostalgico' ("credente nostalgioso"), non coniato sul modello del noto petal-oso, ma in realtà neologismo dello spagnolo sudamericano registrato anche in un dizionario spagnolo del 2011. Rivelandosi così ben informato e al corrente di un articolo di "un simpatico professore" apparso nel sito dell'Accademia della Crusca (Papa Francesco onomaturgo italofono 'ispirato' dallo spagnolo [nostalgioso] sezione "Lingua italiana" “L’Articolo”, 27.I.2017).

 2.5. Laudato sie/si' (2015)

È stata altresì menzionata l'enciclica Laudato sie/si' (2015). Invero un'occasione mancata per un'analisi morfologica non proprio scontata del sie/si', peraltro assente anche nel capitolo sul Cantico di Frate Sole dello stesso Patota presente nell'istruttivo vol. Le parole valgono (Treccani 2020, pp. 29-44, 154-66). E per la cui analisi rimandiamo il lettore a Il linguaggio di Papa Francesco 2016 (Libreria Editrice Vaticana) del su citato "simpatico professore".

Il verso dell'umbro san Francesco appare anaforicamente non meno di 8 volte, e a seconda delle edizioni alternante anche con la forma piena: «Laudato sie, mi' Signore».

Il «sie», estraneo all'it. contemporaneo, si può storicamente spiegare secondo la seguente trafila: latino class. congiuntivo sis > lat. parlato ricostruito *sias > it. antico (anche umbro) sie (con caduta di "s" e palatalizzazione della "a"). L'it. moderno si-a segue la morfologia dei verbi di II e III coniug. ("che io/tu/egli tem-a o part-a"). La "trappola" morfologica dell'italiano contemporaneo consiste nel fatto che la forma «sii» vale: (i) come imperativo canonico, standard es. sii buono, mi raccomando (vs Lei, sia cortese!) e (ii) come congiuntivo, di stampo popolare col valore di 'sia', es. "Paolo si augura che tu sii cortese".

 2.6. Mafiarsi (2015)

Papa Francesco è apparso anche quando ha detto mafiarsi:

 "quando una società ignora i poveri, li perseguita, li criminalizza, li costringe a 'mafiarsi', quella società si impoverisce fino alla miseria, perde la libertà e preferisce 'l'aglio e le cipolle' della schiavitù, della schiavitù del suo egoismo, della schiavitù della sua pusillanimità e quella società cessa di essere cristiana".

 Oltre la trasparenza della base verbale, il contesto dell'omelia è inequivoco e il carattere neologico di mafiarsi, è duplice. In spagnolo mafiarse manca nel Corpus del Nuevo Diccionario Histórico del Español (CNDHE) Versión 3.1 pur ricco di 400 milioni di dati, on line. In Google si trova il testo in spagnolo di papa Francesco, risalente al 15 giugno 1999: "Porque cuando una sociedad ignora a los pobres, los persigue, los criminaliza, los obliga a 'mafiarse', esa sociedad se empobrece hasta la miseria, pierde la libertad y prefiere 'el ajo y las cebollas' de la esclavitud.".

In sic. mafiàrisi significa invece 'mostrarsi arrogante e spavaldo'. In italiano, è documentato fin dal 1990 il denominale mafiare come verbo intransitivo col significato di 'comportarsi da mafioso'.

 2.7. Spuzzare e la spuzza (2015)

V. Della Valle, da parte sua, ha commentato pertinentemente il dialettalismo spuzzare 'puzzare in modo acre e rivoltante' riferito alla società corrotta, che risale al piemontese della famiglia del Papa, spussè, anche questo a suo tempo illustrato dal citato "simpatico professore" ne "L'Avvenire" 26 marzo 2015 e quindi ne Il linguaggio di Papa Francesco (2016).

Nel frammento della trasmissione il Papa ha usato invero  il s.f. la spuzza della corruzione (2015) in quanto 'puzza, odore spiacevole di cose corrotte ', dal s.f. spussa, a sua volte deverbale del verbo spussè.

 2.8. Misericordiare e misericordiati (2013)

Monsignor Vincenzo Paglia ha da parte sua menzionato il misericordiare e la sua semantica, su cui i due storici della lingua non hanno però fatto alcun commento quanto all'etimo del verbo, quale resa del lat. miserando presente nel motto miserando atque eligendo, tratto dalle Omelie di san Beda il venerabile, a cui s'è ispirato il Papa. Che ha così commentato il proprio uso (2013):

 «il gerundio latino miserando mi sembra intraducibile sia in italiano sia in spagnolo. A me piace tradurlo con un altro gerundio che non esiste: misericordiando».

In realtà però sia lo spagn. misericordiar che l'it. misericordiare, entrambi strutturalmente denominali, erano stati già formati rispettivamente, stando a Google, nel 1749 e nel 1471. Il recupero di Papa Francesco li rimette quindi in gioco a un tempo nelle due lingue. (Cfr. ancora al riguardo Il linguaggio di Papa Francesco 2016).

Ma Monsignor Paglia ha anche ricordato i misericord-iati s.m.pl. 'coloro che sono oggetto della misericordia di Dio'.

 2.9. Giocattol-izzare (2015)

E c'è pure il giocattol-izzare  'scherzare' resa dello sp. juguet-ear, in risposta alle domande dei giornalisti, ai tempi delle vignette offensive di Charlie Hebdo contro Maometto, durante il volo che lo portava dallo Sri Lanka alle Filippine: «Basta "giocattolizzare" con la religione».

 3. Papa Francesco supporter dell'italiano come lingua veicolare della Chiesa

Si è anche ricordata, da parte di Monsignor Paglia la scelta politica di Papa Francesco, in continuità con i suoi predecessori, di adottare la lingua italiana come lingua veicolare della Chiesa all'interno del mondo cattolico ("missionari", ecc.).

E il buon Patota, che ha confermato ciò, nel citato Le parole valgono (2020) sulla scorta dei relativi studi si era già soffermato sulla storia degli ultimi 40 anni, menzionando anche tutte le occasioni (p. 153) in cui Papa Francesco ha utilizzato l'italiano nei suoi viaggi all'estero nei Paesi Baltici (2018), negli Emirati Arabi Uniti (2019), in alternativa all'anglo-americano, lingua internazionale.

 4. Papa Francesco "accademico onorario della Crusca" ma non in quanto italofono "eccellente" non-nativo

Ma quello che ci ha lasciato un pò perplessi è stato il momento in cui Patota ha voluto mettere a parte gli ascoltatori di un suo "sogno" comunicato al presidente della Crusca, Claudio Marazzini, perché Papa Francesco fosse nominato "Accademico onorario della Crusca" non "per il suo italiano, che è comunque un italiano eccellente", ma perché usa parole gentili (“per qn”) e non aggressive (“contro qn.”).

La motivazione avrebbe potuto invero essere più pertinentemente argomentata con riferimento -- in prima battuta -- alla competenza linguistica e creatività del Bergoglio italofono non-nativo, (straniero o allofono) o allo-italofono.

Il che sarebbe per la Crusca un bel salto “ideologico”, contro chi avanza sospetti di cripto-neopurismo, giustificando – in quanto allofono -- proprio l’italiano di Papa Francesco, che ha arricchito non poco la lingua italiana con i suoi "doni" lessicali ispanici, colmandone anche i vuoti lessicali.

Solo secondariamente lo stesso Patota fa riferimento come "altro motivo" per la nomina ad accademico onorario alla scelta politica di Papa Francesco per l'uso veicolare appena ricordato della lingua italiana.

 4.1. L'italiano di Papa Francesco "corretto" ed "efficace" non "contro" ma "per qn."

Va anche detto che nel citato Le parole valgono il buon Geppi Patota (2020) aveva già anticipato tale sua posizione scrivendo:

 "Tempo fa avanzai la proposta di nominare papa Francesco Accademico onorario della Crusca per come usa l'italiano, precisando che con quel 'come' intendevo riferirmi non solo e non tanto alla correttezza e all'efficacia di quell'uso, che pure sono innegabili, quanto al fatto che ormai Francesco è rimasto uno dei pochissimi grandi del mondo che usa le parole di una lingua (che il più delle volte è l'italiano) sempre per qualcuno o qualcosa , e mai contro qualcuno o qualcosa" (pp. 153-54).

 Sommario

1. L'evento televisivo della domenica

2. Gli usi linguistici di Papa Francesco

2.1. La misericord-ina (2013)

2.2. La influencer di Dio (2019)

2.3. "Fratelli e sorelle, buona sera" (2013) e Fratelli tutti (2020)

2.4. Nostalgioso (2016)

2.5. Laudato sie/si' (2015)

2.6. Mafiarsi (2015)

2.7. Spuzzare e la spuzza (2015)

2.8. Misericordiare e misericordiati (2013)

2.9. Giocattol-izzare (2015)

3. Papa Francesco supporter dell'italiano come lingua veicolare della Chiesa

4. Papa Francesco "accademico onorario della Crusca" ma non in quanto italofono  "eccellente" non-nativo

4.1. L'italiano di Papa Francesco "corretto" ed "efficace" non "contro" ma "per qn."





 

 

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