L'enunciato (1) "SE SAREBBE COSÌ GENTILE DA FARCI STRADA..."
nel nostro precedente intervento del 24 sett. è stato analizzato come esempio
di dipendente dubitativa (o interrogativa indiretta o dipendente argomentale)
al condizionale, con ellissi pragmatica della reggente ("le chiedo").
Sabatini, che l'aveva discusso nella sua
rubrica di "Uno mattina in famiglia" (RAI-1, dom. 23 sett.), da parte
sua aveva anche lui accennato a tale ipotesi, subito però scartata.
Dieci nostri amici-colleghi hanno letto
il nostro testo, 5 con assenso e 4 con dissenso (1 ha sorvolato sull'aspetto
sintattico), avanzando via e-mail anche un'analisi sintattica alternativa,
insieme con giudizi sul carattere normativo. Per l'inevitabile feedback,
possiamo quindi così classificarli e discuterli.
1.
I favorevoli
Un
grammatico (piemontese) ha condiviso in toto la mia analisi sintattica,
attestando nel contempo il suo uso personale e registrando le reazioni
normative (neopuristiche) di altri parlanti ("l'orrore negli occhi degli
interlocutori"):
"Sì, d'accordo: io lo dico con il
condizionale (lo so per esperienza, perché mi è capitato di ascoltarmi in
situazioni del genere), ma vedo spesso l'orrore negli occhi degli interlocutori
quando pronuncio interrogative indirette con il condizionale in contesti così 'pragmatici'
e 'intersoggettivi'".
Un secondo grammatico (Emilia-Romagna)
si è dichiarato come linguista d'accordo con me e nel contempo da informante ha
documentato il suo non-uso, senza giudizi negativi:
"come grammatico, condivido appieno
(compresa la valutazione di (3) ["Sarebbe
così gentile da farci strada se glielo chiedessi?"] come assai poco
naturale); come parlante, non userei mai (1), ma solo (2) ["Se fosse così gentile da farci strada..."];
ma si tratta senz'altro di variazioni idiolettali".
Un terzo collega (siciliano) ha dichiarato:
"Concordo pienamente con la tua analisi", aggiungendo: "1. È
pragmaticamente una mitigazione [...]". E come parlante ha puntualizzato: "Certo
che la direi se sarebbe". Ha
quindi esteso la sua analisi semantica agli altri due ess.:
"La frase 2 [Se fosse così gentile da farci strada...] Molto forte implica
eventualità della non disponibilità dell'interlocutore".
"La frase 3 [Sarebbe così gentile da farci strada...] crea distanza con
l'interlocutore".
Un quarto grammatico (laziale) ha
condiviso la nostra analisi ("condivido la tua lettura", ovvero il se sarebbe "d'accordo con
te, nel tuo esempio non è ipotetico ma epistemico"), rivelando nel
contempo "l'autocensura" quanto all'uso attivo di [1]:
"condivido la tua lettura (tutte e
tre possibili e ben formate), che non la uso ma la userei se non fossi, malgré
moi, anche io vittima dell'autocensura anti se
sarebbe. Che però, d'accordo con te, nel tuo esempio non è ipotetico ma
epistemico".
Un quinto grammatico (veneto) sembra
essere d'accordo con la mia analisi: "Ipotizzerei un sottinteso '(mi
chiedo) se sarebbe così gentile...' ". Nel contempo ha dichiarato tuttavia:
"Ma non sono sicura".
E poi si è lasciato condizionare da un
giudizio di sanzione non giustificato ("una frase sbagliata"),
allorché nella stessa e-mail ha osservato:
"Tuttavia, resta il sospetto che
sia una toppa per salvare una frase sbagliata, un rammendo non
invisibile".
2.
I contrari
Altri quattro colleghi invece hanno
preso le distanze dalla mia analisi, intravedendo nella frase un esempio di
"incrocio" di due frasi ([1] la interrogativa al condizionale e [2] la
protasi col se + cong.).
Un
sesto collega (veneto) ha così ipotizzato un "incrocio", un
"ibrido" del parlato, senz'alcun giudizio di condanna:
"Veramente ho la sensazione che la
frase incriminata sia solo l'incrocio tra [1] Sarebbe così gentile....? e [2] Se
fosse così gentile.... Quando parliamo ci capitano questi ibridi".
Un settimo collega (laziale) è stato netto
nel dichiarare il suo dissenso ("non concordo con la tua
spiegazione"), e ha proposto un'analisi alternativa ("un
incrocio"), invocando neopuristicamente "la necessaria
indulgenza", trattandosi di "parlato" e non di
"scritto":
"secondo me la frase incriminata
nasce da un incrocio tra due tipi diversi: [1] il condizionale di cortesia e [2]
il "se" introduttivo di un'ipotetica; quindi non concordo con la tua
spiegazione e, semmai, invocherei la necessaria indulgenza che spetta al
parlato rispetto allo scritto".
Un ottavo
collega (Emilia-Romagna) ha suggerito un incrocio, ma nel corso del discorso,
ovvero una "con-fusione" di due costrutti, come se il parlante
iniziasse con il SE e, dopo una
pausa, continuasse col cond. Si tratterebbe quindi di una incertezza di
pianificazione sintattica, non confermata però dalla pausa, invero assente:
"Penso anch’io a un’ellissi, o
meglio la con-fusione di due domande
[2] “Se fosse così gentile da farci strada” +
[3] “sarebbe così gentile da farci
strada?”.
Probabilmente tra il SE… e il Sarebbe ci sarà stata una pausa"
Un nono collega (piemontese) ha
rifiutato implicitamente la mia analisi ed esplicitamente il mio giudizio
normativo sulla frase incriminata. Si è posto in primo luogo come
italo-nativofono, che non usa tale forma, e ha valutato puristicamente l'uso
altrui percepito errato ("per niente buona"), in quanto a suo
giudizio sarebbe sociolinguisticamente "un idiotismo dell'italiano
meridionale". Ha quindi optato per altre soluzioni decisamente canoniche
[2] e [3], che ha analizzato da "grammatico":
"Come al solito, io ti dico il mio
parere non come grammatico [...], ma come semplice 'parlante della strada' che
dà giudizi in base alla propria competenza e al proprio uso. Dunque: per me la
forma [1] con se sarebbe non è per
niente buona, io non la userei affatto, e la percepisco come un idiotismo
dell'italiano meridionale. La sola forma 'buona' per me è [2] se fosse, con un 'congiuntivo
condizionale di cortesia' che diminuisce la forza illocutiva della richiesta.
Io direi quindi o [3] sarebbe così
gentile (senza se) o [2] se fosse così gentile (più cortese, meno
invasivo). La terza possibilità [(3a) "Sarebbe
così gentile da farci strada se glielo chiedessi?"] indicata da
Sabatini mi sembra buona, ma troppo alambiccata nel parlato quotidiano".
3.
Gli astenuti
Il decimo collega (Emilia-Romagna) ha
bypassato sul problema dell'analisi sintattica, ed è stato invece attratto
dall'aspetto normativo del costrutto (1), da cui ha preso le distanze come
nativofono, ritenendolo neopuristicamente un "reato":
"Circa il dubbio che proponi nel
tuo pdf: ho fatto fatica a vedere la 'buona' intenzione dietro [1] 'Se sarebbe così gentile'. Io di certo
non lo direi, fermandomi a [2] 'Sarebbe
così gentile'. Poi, certo, parlando si compiono molti reati, cui siamo
abituati più o meno".
4. Un'ipotesi
radicale
Senza dimenticare con F. de Saussure
(1891), che "non bisogna dire proprio nulla; tutto ciò che si dice ha la
sua ragion d’essere", o ancor prima con J. Baudouin de Courtenay (1870) che
"è ridicolo lagnarsi dei fatti. Tutto ciò che esiste è razionale, naturale
e legittimo: ecco il motto di tutte le scienze", -- possiamo avanzare una
proposta teorica più radicale.
La frase da cui abbiamo preso le mosse
-- (1) "SE SAREBBE COSÌ GENTILE DA
FARCI STRADA..."-- non è un esempio occasionale di semplice "parole" ma un fatto "di langue". Paradossalmente finora non
analizzato (salvo prova contraria) nelle grammatiche italiane. È quindi merito
non piccolo di Sabatini averla presa in considerazione nella sua trasmissione.
Rispetto alla mia analisi, tenderei ora
a renderla più radicale, considerando la (1) un es. di frase "dubitativa"
non più dipendente, ma "indipendente, autonoma". Ovvero l'ellissi
"le chiedo" si può invocare per spiegare etimologicamente come si è
formata tale frase. Ma una volta che si è affermata (da quando non saprei
precisare), accanto alla "dubitativa dipendente", si può anche ipotizzare
la "dubitativa indipendente". Il sarebbe
è infatti un condizionale, ovvero 'futuro potenziale', la cui cortesia è
potenziata dalla presenza del Se
congiunzione dubitativa (non già ipotetica, il che fa scartare l'ipotesi
dell'"incrocio").
Il costrutto non può inoltre essere
ritenuto di stampo popolare o di tipo meridionale, perché invero in bocca a
parlanti colti sia settentrionali (vedi l'informante n. 1) sia meridionali
(vedi: informante n. 3, e potenzialmente il n. 4).
La vicinanza del costrutto [1] col
periodo ipotetico con duplice condizionale (4. se potrei lo farei), questo sì di stampo popolare, e direi
panitaliano, lo rende metalinguisticamente sospetto, per effetto
dell'insegnamento scolastico tradizionale mono-orientato, come se esistesse solo
il "se" delle ipotetiche
della possibilità o dell'irrealtà.