I verbi "intricare" e "intrigare" - anche se non tutti i
linguisti concordano - si possono considerare sinonimi avendo la medesima origine
e il medesimo significato: arruffare, aggrovigliare e
simili e, in senso figurato, imbrogliare, ingannare. Occorre
fare, tuttavia, un distinguo. Adopereremo "intrigare" (con la
"g") quando al verbo in questione diamo il significato di
"allettare", "affascinare",
"incuriosire": il suo modo di fare mi intriga.
Certi è il plurale dell'aggettivo certo e in quanto aggettivo è errato
adoperarlo - come fanno taluni - in
funzione di pronome al posto di alcuni,
certuni, taluni. Non diremo, per tanto,
certi credono di passarla liscia ma, correttamente, alcuni credono di passarla liscia.
Dopo è avverbio e preposizione impropria. In funzione di preposizione si
unisce direttamente al sostantivo per mezzo dell'articolo: ci vediamo dopo lo spettacolo; richiede tassativamente
la preposizione di se accompagna un
pronome personale: partiremo dopo di
loro. Concorre anche alla formazione di nomi composti invariabili e non raddoppia
mai la p: dopolavoro, dopocena.
Alcuni fanno seguire la preposizione con
dall'articolo partitivo (del, della, dei ecc). In buona lingua italiana è da
evitare. Non scriviamo (e non diciamo), per esempio: al termine della cerimonia
gli invitati hanno visitato la città con degli
amici di vecchia data. La forma corretta è: con amici di vecchia data.
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Per la serie la "lingua biforcuta della stampa"
IL COMMENTO
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"Ricordiamo" ai titolisti del quotidiano in rete
che non esiste il prefisso "ro-", la forma corretta è reboanti. Diamo la "parola" al
vocabolario Treccani in linea: reboante
(diffuso, ma non corretto, roboante) agg.
[dal lat. reboans -antis, part. pres. di reboare «rimbombare», der. di boare «risonare», dal gr. βοάω]. – 1. raro.
Rimbombante, dotato di profonda risonanza: voce r.; una sala reboante. 2. fig., spreg. Altisonante, ma
di poca o nessuna sostanza: versi, periodi r.; pronunciò un discorso tronfio e reboante.
Gli operatori dell'informazione non dovrebbero "propagare" la lingua corretta? Stupisce, inoltre, constatare che molto spesso lo stesso Treccani riporta/i esempi di "buona lingua" tratti dalla stampa.
Gli operatori dell'informazione non dovrebbero "propagare" la lingua corretta? Stupisce, inoltre, constatare che molto spesso lo stesso Treccani riporta/i esempi di "buona lingua" tratti dalla stampa.
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