domenica 9 settembre 2018

Osservazioni... (2)


Didentro e di dentro, avverbio e sostantivo. In funzione di sostantivo, per indicare la parte interna di qualcosa, è preferibile la grafia univerbata (una parola): occorre ripulire il didentro della botte.

Quasi tutti gli idiomi d’Europa e dellAsia occidentale ci presentano i suoni delle vocali nellordine a tutti noto: a, e , i, o, u. Questordine, sostengono alcuni studiosi di lingue, è arbitrario e capriccioso. Dopo lunghi, faticosi e approfonditi studi sono giunti alla conclusione che lordine esatto è quello che dispone i suoni delle vocali in scala come le note musicali secondo una gamma che segni le relazioni correnti tra un suono e laltro. Questordine sarebbe – in scala ascendente – u, o, a, e, i oppure in scala discendente i, e, a, o, u. Un musicista ha notato, infatti, che i suoni delle vocali si possono riprodurre artificialmente facendo passare una corrente daria attraverso lancia di un tubo: accorciando o allargando gradatamente il tubo, i suoni vengono emessi, appunto, secondo lordine.

Abbiamo notato che non tutti i vocabolari delluso attestano il termine sputapepe, che si riferisce a una persona dalla parlantina facile, arguta ma petulante. I dizionari che lo registrano lo danno come sostantivo invariabile. No, il vocabolo, riferito al maschile, si pluralizza normalmente: uno sputapepe, due sputapepi. Segue, infatti, la regola della formazione del plurale dei nomi composti. Tale regola stabilisce che un sostantivo composto di una voce verbale (sputare) e un sostantivo maschile singolare (pepe) nella forma plurale cambia regolarmente. Resta invariato solo se si riferisce a un femminile: Giovanna è una sputapepe; Luisa e Anna sono delle emerite sputapepe.

Il verbo "demeritare", che significa non meritare, può essere tanto transitivo quanto intransitivo. Giovanni, con il suo comportamento, ha demeritato la fiducia accordatagli. Usato intransitivamente, e sempre con l'ausiliare avere, acquista l'accezione di avere demerito: Silvano, per tutte le sue colpe, ha demeritato.

Due parole apposta su.... apposta. Quasi tutti, quando fanno lanalisi grammaticale del vocabolo in questione lo classificano come avverbio. No, non è sempre avverbio, può essere anche aggettivo invariato. Quando ha valore avverbiale sta per di proposito, “proprio per quello scopo, deliberatamente” (credo si comporti cosí apposta per infastidirmi); in funzione aggettivale vale dedicato, destinato, fatto appositamente, adeguato allo scopo, adatto” (per far funzionare quel macchinario ci vogliono persone apposta). Si può scrivere anche in grafia analitica (due parole): a posta.

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