"Unaparolaalgiorno" di martedí scorso, morganatico, a un certo punto tratta
anche dell'espressione "sangue blu" . La spiegazione che dà circa
l'origine della locuzione differisce da quella che demmo noi in un nostro vecchio articolo. La
riproponiamo.
Se siete di nobile casato, e nelle vostre vene scorre il cosiddetto sangue
blu, non confondetevi con il popolo cadendo nell’errore comune – quando scrivete
– di accentare il blu: non occorre, basta il vostro nome per
indicare il nobile lignaggio. Bando agli scherzi, l’aggettivo blu,
come tutti i monosillabi, non necessita di accento.
Prima di addentrarci nei meandri linguistici dei monosillabi e nel caso specifico di blu, crediamo sia interessante soffermarci sull’origine della locuzione avere il sangue blu. Tutti conoscono il significato scoperto dell’espressione; pochi, forse, conoscono quello coperto, vale a dire la sua origine.
Prima di addentrarci nei meandri linguistici dei monosillabi e nel caso specifico di blu, crediamo sia interessante soffermarci sull’origine della locuzione avere il sangue blu. Tutti conoscono il significato scoperto dell’espressione; pochi, forse, conoscono quello coperto, vale a dire la sua origine.
Questo modo di dire, dunque, è giunto a noi dalla Spagna del periodo
medievale. I nobili spagnoli dell’epoca, in particolare quelli della Catalogna,
si vantavano di non essersi mai uniti in matrimonio con gli invasori Mori o con
gli Ebrei, per questo motivo le loro vene esteriori apparivano più blu di
quelle della popolazione di sangue misto che aveva la carnagione più scura. Con
il trascorrere del tempo l’espressione è stata adoperata e si adopera tuttora
per indicare l’altezzosità sdegnosa di coloro che si comportano come certi
antichi aristocratici.
E veniamo al monosillabo blu. C’è da dire, innanzi tutto, che questo aggettivo – per restare in tema – non è di nobili origini patrie, bensì francesi: bleu. L’uso erroneo dell’accento, quindi, potrebbe esser nato dal fatto che tutte le parole di origini francesi devono essere pronunciate con l’accento sull’ultima sillaba.
Non è, però, il caso di blu che, oltre ad essere entrato a pieno titolo nel vocabolario della lingua italiana è, per giunta, un monosillabo e una legge grammaticale vieta l’uso dell’accento scritto sui monosillabi, tranne in casi particolari che esporremo per sommi capi cercando di non cadere nella pedanteria.
Segneremo l’accento su alcuni monosillabi che hanno la medesima scrittura ma significato diverso: dà (verbo) e da (preposizione); là (avverbio) e la (articolo); sé (pronome) e se (congiunzione); dì (sostantivo, giorno) e di (preposizione).
Segneremo, altresì, l’accento sui monosillabi con dittongo ascendente: ciò, già, più, può eccetera. A questo proposito è bene ricordare che si chiama ascendente il dittongo in cui la vocale debole precede quella forte in quanto la sonorità della pronuncia aumenta (ascende) passando sulla seconda vocale: piove. Nel caso contrario avremo un dittongo discendente: reuma.
Tornando al nostro blu, dunque, non lo accenteremo salvo che nelle parole composte: gialloblù, rossoblù, biancoblù e via dicendo.
***
Si è bravi "in" qualcosa o "a" qualcosa? Il responso della Crusca.
***
Incredibile! Da "Virgilio-Sapere.it":
E veniamo al monosillabo blu. C’è da dire, innanzi tutto, che questo aggettivo – per restare in tema – non è di nobili origini patrie, bensì francesi: bleu. L’uso erroneo dell’accento, quindi, potrebbe esser nato dal fatto che tutte le parole di origini francesi devono essere pronunciate con l’accento sull’ultima sillaba.
Non è, però, il caso di blu che, oltre ad essere entrato a pieno titolo nel vocabolario della lingua italiana è, per giunta, un monosillabo e una legge grammaticale vieta l’uso dell’accento scritto sui monosillabi, tranne in casi particolari che esporremo per sommi capi cercando di non cadere nella pedanteria.
Segneremo l’accento su alcuni monosillabi che hanno la medesima scrittura ma significato diverso: dà (verbo) e da (preposizione); là (avverbio) e la (articolo); sé (pronome) e se (congiunzione); dì (sostantivo, giorno) e di (preposizione).
Segneremo, altresì, l’accento sui monosillabi con dittongo ascendente: ciò, già, più, può eccetera. A questo proposito è bene ricordare che si chiama ascendente il dittongo in cui la vocale debole precede quella forte in quanto la sonorità della pronuncia aumenta (ascende) passando sulla seconda vocale: piove. Nel caso contrario avremo un dittongo discendente: reuma.
Tornando al nostro blu, dunque, non lo accenteremo salvo che nelle parole composte: gialloblù, rossoblù, biancoblù e via dicendo.
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Si è bravi "in" qualcosa o "a" qualcosa? Il responso della Crusca.
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