Chi non ha mai adoperato questa locuzione che - come
sappiamo - significa "ridere senza ritegno",
"smoderatamente", "ridere senza riuscire a trattenersi"? Pochi,
però, e non vorremmo "apparire" presuntuosi, conoscono l'origine del
modo di dire. Donde viene, dunque? Dal verbo "sbellicare", di uso
intransitivo e rimasto, oggi, solo nella locuzione suddetta e che letteralmente
vale "rompere l'ombelico". Da "bellico" (ombelico) piú il
prefisso "s-", che indica
separazione o allontanamento. Colui che
si "sbellica" dalle risa, quindi, quasi rompe - in senso figurato,
naturalmente - l'ombelico. Sulla base di questo primitivo significato sono nate
altre locuzioni che alludono alla strana sensazione di sentirsi scoppiare
l'addome per un attacco di riso, come "tenersi la pancia dalle
risate", "scoppiare dal
ridere" e simili.
***
Due parole sulla congiunzione "nonché" o, in
grafia analitica, "non che". Questa congiunzione, dunque, ha valore
intensivo o rafforzativo e significando "tanto piú", "tanto meno",
"per di piú" ecc. non può
essere adoperata - con buona pace di alcuni vocabolari - nell'accezione di
"e". Si leggono molto spesso sui giornali e si sentono nei notiziari
radiotelevisivi frasi del tipo:
"Sono intervenuti il ministro nonché rappresentanti del mondo
imprenditoriale". È chiaro come la luce del sole che in questo caso nonché
sta a indicare "e", il suo uso, per tanto, è errato. È bene
adoperata, invece, la congiunzione suddetta in frasi tipo: è un giovane
intelligente nonché (per di piú) studioso.
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