domenica 20 marzo 2011

La sorpresa...


Tutti conoscono, “per pratica”, il significato del verbo “sorprendere” (e i suoi derivati): cogliere all’improvviso e, in senso traslato, destare stupore, ammirazione. La sua origine - manco a dirlo - è latina, “superpre-hendere”, ‘prender sopra’, ‘prendere dal di sopra’. Nella bassa latinità - questo verbo - acquisí anche il significato di “ingannare” e lo testimonia la locuzione, nata piú tardi (con la lingua “volgare”), ‘sorprendere la buona fede di qualcuno’, vale a dire ‘ingannarlo’. Non tutti conoscono, invece, l’uso corretto del verbo - ed è lo scopo che si prefiggono queste noterelle - in quanto molto spesso viene adoperato “a pera”. Per non essere tacciati - dall’immancabile solone della lingua - di “presunzione linguistica”, diamo la parola al linguista Leo Pestelli, di gran lunga piú autorevole del titolare di questo portale.
«Un grosso gruppo verbale oggi molto usato ma non sempre correttamente è “sorprendere, sorprendente, sorpresa”. L’idea sostanziale di sorprendere (voce che la nostra lingua ha in comune con la francese) è di “cogliere alcuno sul fatto, d’improvviso”. Pertanto nel tristo giuoco che mediante pubblici ufficiali l’un coniuge fa all’altro per convincerlo d’infedeltà, detto gruppo torna a cappello, né altro che per ironia quella che il commissario fa al signore o alla signora. Tale si potrebbe dire “improvvisata”, che è sí visita che non t’aspetti, ma sempre innocua e per lo piú gradita. Si dice altresì bene, in senso figurato, “esser sorpreso da un rumore, dalla pioggia, dalla febbre” e altro che paia arrivarci improvvisamente addosso. Ma sorprendere, per “far grandemente meravigliare”; “essere o rimanere sorpreso”, o peggio ancora “sorprendersi” per “esser colpito di meraviglia”, cosí usati senza il necessario compimento (quale sarebbe di “meraviglia”, “di stupore” e simili), in senso compiuto e determinato, sono francesismi scrii scrii. Lo stesso è di “sorprendente” e di “sorpresa” in senso di “meraviglioso” e di “meraviglia”. Il grande Tommaseo di cui sempre sono le ragioni che capacitano avverte che nella voce “sorpresa” è un’immagine piuttosto di compressione che di eccitamento: donde l’improprietà del modo “destare sorpresa”, per “destare meraviglia”, “ammirazione”».

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