A proposito di “sopra il” o “sopra al”, intervento di mercoledì 9 marzo scorso, il prof. Marco Grosso, moderatore del foro “Cruscate”, ci fa notare - nonostante il silenzio delle grammatiche sull’argomento - che le preposizioni improprie “sopra” e “sotto” possono reggere la preposizione “a” anche se non sono seguite da un pronome personale, e riporta esempi illustri.
Eccoli:
Un cipresso, da sopra una sporgenza che non si vede, pareva sospeso “sopra alla” pianura. (Tozzi)
L'incisore gli formò la cornice di pelle e zampe di lupo; e la testa del lupo assai simile di struttura sta “sopra alla” testa dell'uomo. (De Sanctis)
Continuando adunque il discorso vi dico che, conosciuta la vostra disposizione a venir qui ad abitare, ove alcun impiego ci fosse, abbiamo parlato a chi è “sopra alla” pubblica istruzione. (Leopardi)
Senza sonno i' giacea sul dì novello,
E i destrier che dovean farmi deserto,
Battean la zampa “sotto al” patrio ostello. (Leopardi)
Moltissime ne bruciò; parecchie di minor conto le lasciava cadere stracciate “sotto al” tavolino. (Foscolo)
Ma tu co 'l pugno di peccati onusto
Calchi a terra quei capi, empio signor,
E “sotto al” sangue del paterno busto
De le tenere vite affoghi il fior. (Carducci)
Nell’uso corrente, però, le predette preposizioni si uniscono direttamente al sostantivo tramite l’articolo: sopra “il” tavolo; sotto “il” tetto.
Eccoli:
Un cipresso, da sopra una sporgenza che non si vede, pareva sospeso “sopra alla” pianura. (Tozzi)
L'incisore gli formò la cornice di pelle e zampe di lupo; e la testa del lupo assai simile di struttura sta “sopra alla” testa dell'uomo. (De Sanctis)
Continuando adunque il discorso vi dico che, conosciuta la vostra disposizione a venir qui ad abitare, ove alcun impiego ci fosse, abbiamo parlato a chi è “sopra alla” pubblica istruzione. (Leopardi)
Senza sonno i' giacea sul dì novello,
E i destrier che dovean farmi deserto,
Battean la zampa “sotto al” patrio ostello. (Leopardi)
Moltissime ne bruciò; parecchie di minor conto le lasciava cadere stracciate “sotto al” tavolino. (Foscolo)
Ma tu co 'l pugno di peccati onusto
Calchi a terra quei capi, empio signor,
E “sotto al” sangue del paterno busto
De le tenere vite affoghi il fior. (Carducci)
Nell’uso corrente, però, le predette preposizioni si uniscono direttamente al sostantivo tramite l’articolo: sopra “il” tavolo; sotto “il” tetto.
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